Il successo di un popolo.
E’ questo ciò che racchiude la vittoria per 82-83 della Pallacanestro Varese sulla Vanoli Cremona. Due punti conquistati sul parquet del PalaRadi, sfatando un tabù che durava 6 anni, per una OJM spinta dal calore e dall’amore unico di oltre 300 tifosi, giunti in terra cremonese e capaci di trasformare una partita in trasferta quasi in una casalinga.
Una spinta, quella del pubblico varesino, costante ed incessabile, che ha sputo trascinare la squadra di coach Tom Bialaszewski ad un successo fondamentale, in uno snodo cruciale della stagione.
Due punti nei quali rientra tutta la differenza di questo mondo tra la gara d’andata, vinta da Cremona, e questa e che sta nella presenza ieri della coppia Mannion – Spencer, a differenza di Shahid e Cauley-Stein.
Potrebbe bastare questo per descrivere la vittoria biancorossa: 21 punti per il primo, nei quali rientrano gli ultimi 50 secondi di gara da fenomeno in cui segna 8 punti, tutti decisivi e la prova da 12 punti e 14 rimbalzi di un mastodontico Spencer che domina nel pitturato, nonostante sia l’unico centro a dispozione di Varese vista l’indisponibilità di Ulaneo, contro una squadra, Cremona, che fa della qualità e fisicità sotto le plance dei suoi interpreti, uno dei propri punti di forza.
Potrebbe bastare, dicevamo, ma non è tutto. Perchè nella vittoria di Cremona ci mettiamo anche le difficoltà che sono tornate a palesarsi in fase d’accoppiamento difensivo nel gioco in post basso, con tante, troppe volte Adrian e Eboua che si sono trovati a giocare contro Mannion o Moretti, ma ci mettiamo anche la forza mentale del gruppo biancorosso che, anche nel momento di massima difficoltà, ha mostrato una durezza mentale importante, che poi gli ha permesso di vincere il match.
Ci mettiamo tutto questo e ci potremmo mettere tanto altro ma toglieremmo spazio a quello che è stato il vero senso del successo varesino di Cremona: la vittoria di un popolo, unito, compatto, coeso, che lotta, insieme, verso un obiettivo comune.
Alessandro Burin
