La parola a Toto Bulgheroni.

In un momento chiave della programmazione annuale in casa Pallacanestro Varese, in campo e in società, il Presidente biancorosso fa il punto.

Partiamo dall’ingresso in società della PV Ignis srl, capitanata da Stefano Bonfiglio: quant’è stata importante come operazione?
“Sono molto contento di questo ingresso. Entra a far parte della nostra società una persona legata alle tradizioni ed al territorio ma soprattutto, un imprenditore convinto della bontà del progetto e questa è la cosa più importante. Abbraccio simbolicamente Bonfiglio come vero amico della Pallacanestro Varese, spero sia solo uno dei primi nuovi ingressi che entra in società a livello di territorio, perché è l’unico modo per poter riportare la Pallacanestro Varese dove si merita. Abbiamo bisogno di mezzi e risorse, quindi se c’è qualcuno che con la passione e la fiducia nel progetto di Scola, è il benvenuto”.

Parlando di risorse, a che punto è la situazione Main Sponsor che vede direttamente coinvolta Openjobmetis e Groupe Crit?
“Noi abbiamo estrema fiducia e confidenza in Rosario Rasizza che, ovviamente, deve rapportarsi con i nuovi azionisti e siamo molto confidenti ed ottimisti che, grazie al suo intervento ed al fatto di poter testimoniare quello che ha reso all’azienda in termini di visibilità la sponsorizzazione in questi anni, si arrivi ad un accordo”.

Quanto l’è dispiaciuto prendere atto che la squadra non potrà partecipare alla prossima FIBA Europe Cup?
“Se si hanno 20 euro nel portafoglio come si può pensare di andare a mangiare in un ristorante stellato? Sappiamo benissimo che la coppa sarebbe stata per noi un buon trampolino sia per l’esperienza per i nostri giocatori che a livello di visibilità della società. Itelyum ci ha aiutato l’anno scorso e continuerà a farlo. I costi, però, anche solo di una coppa come la FIBA Europe Cup, sono talmente alti che per noi non era possibile ripetere il passo”.

L’incontro di settimana scorsa con i due GM ha aperto il campo ad una Varese più difensiva quest’anno rispetto alle ultime due stagioni. Pensa che questa nuova via a livello di gioco sia un giusto passo per cercare di rendere più efficace il sistema di gioco?
“A mio giudizio, Zach e Max, che stanno lavorando molto bene sul mercato, hanno voluto spiegare come, al modello offensivo degli ultimi due anni cercheremo di abbinare una fase difensiva più concreta ed efficace. Noi siamo obbligati a scegliere una fascia di giocatori, non possiamo andare a prendere altri profili che magari ci piacerebbero anche. Sono molto fiducioso che costruiremo una squadra molto competitiva ma è chiaro che, è inutile nascondersi dietro un dito, tanto dipenderà dalla scelta di Nico Mannion. Nico può essere il faro della nostra squadra e quello intorno a cui potrà girare il destino della nostra stagione, se lui non dovesse esserci dovremo muoverci in un’altra maniera. Nico però ha dimostrato di essere contento di lavorare qua, della scelta fatta a metà stagione scorsa e del progetto che abbiamo come società. E’ chiaro però che, davanti a offerte irrinunciabili, anche lui prenderà determinate decisioni. Io sono convinto, ad esempio, che McDermott sarà uno che prima o poi tornerà a Varese quando, nonostante le tasche piene di soldi, capirà cosa vuol dire giocare a Varese o meno, gli auguro comunque tutto il successo possibile. D’altronde questa è la nostra vocazione: andare a prendere giocatori buoni, farli crescere esponenzialmente e portarli ad un livello superiore”.

Ha avuto modo di parlare con Mannion in questo periodo?
“Ho parlato con Nico prima che partisse per la Nazionale. La sensazione è che se dovesse avere un’offerta irrinunciabile potrebbe andare. E’ però un ragazzo di 23 anni e sa che, prima di arrivare dove vuole e dove tutti noi gli auguriamo di arrivare, ovvero in NBA, ha bisogno ancora di fare un percorso di crescita, vediamo cosa succederà. Le logiche dell’NBA sono fuori da qualsiasi tipo di nostra concezione, quindi non possiamo fare altro che aspettare e vedere cosa succede”.

E’ chiaro però che, avere o non avere Mannion sposta tanto a livello di risorse impiegate sul mercato ed eventuali altri mosse collegate alla sua permanenza o partenza. In tal senso, vi siete dati una deadline con Nico per la risposta definitiva o aspetterete fino al 30 luglio come da escape per l’NBA nel contratto?
“E’ chiaro che, nel momento in cui noi facciamo la scelta di puntare su un giocatore come Mannion che riteniamo determinante e capace di spostare gli equilibri, siamo ben consci dell’investimento che andiamo a fare ma questo non è assolutamente una sorta di problema per la società perchè blocca delle risorse sul mercato. Non c’è nessun blocco, è un investimento e come tutti gli investimenti è ponderato e ben studiato. Noi riteniamo che l’investimento su Nico sia il migliore a livello d’impatto sulla squadra e di coinvolgimento a livello di entusiasmo sul pubblico. E’ chiaro che poi, non potendo prima del 30 luglio obbligare il giocatore a decidere, possiamo solo aspettare e confidare nella scelta di Nico. Nel momento in cui dovesse avvenire, malauguratamente, l’addio di Mannion, andremmo a muoverci sul mercato per sostituirlo al meglio. Ma ripeto, quello su Nico è un investimento che riteniamo più che giusto e che va vissuto con estremo entusiasmo da parte di tutti per un giocatore assolutamente incisivo e determinante”.

Dal campo alla panchina, come vede la scelta di Herman Mandole nel ruolo di capo allenatore?
“Lo vedo bene. Herman è un allenatore che già prima di venire qui a Varese aveva avuto modo di allenare a livello internazionale, soprattutto con la Nazionale giovanile dell’Argentina. Dal suo arrivo ha avuto modo di lavorare ed imparare prima al fianco di Matt Brase e poi di Bialaszewski, Prigioni lo ha scelto come suo assistente, ha avuto anche modo di allenare da capo allenatore la Nazionale Argentina lo scorso anno. E’ un allenatore che ha grande carisma e personalità e penso potrà fare molto bene”.

Alessandro Burin

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