Serve un cambio di marcia per Justin Gray. L’ala americana deve necessariamente alzare i giri del motore, per una Pallacanestro Varese che ha bisogno di maggiore distribuzione di punti in attacco ma non solo.
Dopo l’infortunio muscolare che lo ha tenuto ai box con la Virtus Bologna, il rientro con Scafati è stato a due facce: molto positivo nel primo tempo, sicuramente da rivedere nella ripresa. Più che normale per un giocatore che, appunto, era stato ai box la settimana rpima per un problema muscolare, ma in questo inizio di stagione sono state più le stecche che le partite positive dell’ex Bamberg.
Nonostante tutto, però, coach Herman Mandole non ha alcun dubbio su di lui ed anzi, al momento del turnover tra stranieri, non ci ha messo praticamente nulla a scegliere tra lui o Brown quale giocatore da tenere a roster. Il coach argentino, infatti, attribuisce a Gray quello spirito e quell’attitudine difensiva che sicuramente, invece, sono lontani dal prodotto di Michigan State, anche se Gray deve ancora trovare il vero ritmo in questa stagione.
Se è vero infatti che, per potenzialità fisiche, Gray rappresenta un giocatore che può dare tanto a Varese, soprattutto se usato in posizione di ala piccola con Johnson da 4, dal punto di vista offensivo Gray deve trovare maggior continuità non solo nella qualità del tiro dall’arco ma anche in termini di penetrazioni e attacco al ferro.
Soprattutto quest’ultima situazione lo ha visto poco attivo nelle prime giornate: sono stati solo 19 i tentavi da dentro l’area di Gray, conclusi positivamente con il 63.2%, mentre dall’arco ha tirato ben 31 volte, segnandone 10, per un 32.3% che non è dato basso ma che si può assolutamente migliorare e portare intorno al 40%, media tra l’altro da curriculum del numero 5 biancorosso.
Aumentare dunque la pericolosità offensiva ma soprattutto la presenza a rimbalzo. Non è un caso che una delle due vittorie della Openjobmetis, quella con Pistoia, sia coincisa con la sua miglior prestazione a rimbalzo finora: match chiuso con 8 carambole conquistate. La media complessiva dice 3.7 per lui, da alzare per dare quella maggior struttura sotto le plance che tanto la squadra di coach Mandole sta ricercando. Ma non solo.
Gray, infatti, deve anche cercare di migliorare da un punto di vista della continuità di gioco, visto che finora è andato fin troppo spesso a sprazzi, vuoi per una forma fisica non ottimale, vuoi per una conformazione di squadra che si è andata a ridefinire nelle ultime settimane e che dopo la pausa, con le aggiunte effettive di Sykes e di Tyus, mostrerà la propria vera immagine dopo due settimane di lavoro che serviranno anche a Gray per tornare tirato a lucido in vista di un match, quello con la Reyer Venezia, che lo vedrà contrapposto ad avversari di altissimo calibro fisico ed atletico e contro i quali servirà la sua miglior versione per dare una chance di vittoria ai biancorossi.
Alessandro Burin