Finora abbiamo visto il vero Jaylen Hands? Questa è una domanda che si stanno facendo un pò tutti nel mondo Pallacanestro Varese. L’esterno americano, infatti, è arrivato a Varese per essere il perfetto sparring partner di Nico Mannion ma ad oggi rimane ancora difficile fare una vera valutazione sul suo conto.

La posizione di Jaylen, infatti, rimane sospesa in quell’equilibrio ossimorico che sta incarnando tra certezze dimostrate e dubbi che esse stesse creano. Le certezze sono legate a quello che Hands è: ovvero uno scorer, purissimo, che necessiterebbe di un gioco che lo lasciasse esprimere al meglio nella sua qualità principale, quella balistica. In particolare, Hands è giocatore abilissimo nel tiro in uscita dai blocchi, sugli scarichi, o comunque piedi per terra, molto meno avvezzo alla costruzione dal palleggio anche se, da inizio stagione, sono più le conclusioni che si è preso da questa situazione che da altro.

Spesso chiamato a giocare 1vs5 con scarsi risultati, Hands ha cercato di alternare le sue giocate offensive andando molto ad attaccare il ferro ma per fisicità e non certo straripante atletismo, sono più le volte che si è stampato contro i difensori avversari che altro. A questo, poi, ci si aggiunga l’altra certezza ormai chiara ed evidente a tutti: Hands non è un play. Gestione della palla, dei tempi di passaggio e dei ritmi di gioco assolutamente non inclini al Moreyball varesino, Jaylen sono più le volte che pasticcia quando è chiamato a dover gestire la manovra che altro. Un fatto evidente che però, nonostante tutto e soprattutto in relazione all’addio di Mannion, è stato “cavalcato” dallo staff biancorosso, soprattutto per assenze di reali alternative.

Infine ci mettiamo il lato difensivo, dove le carenze sono più che evidenti, per un giocatore molto più votato alla fase offensiva che al lavoro nella propria metà campo, dove spesso è fin troppo passivo (ricordarsi bene la cazziata che gli ha rifilato mandole nella vittoria contro la Virtus ad inizio terzo quarto dopo un paio di difese più che inconsistenti).

Tutto questo quadro, non certo positivo, fa il paio però con il carattere di Hands che ha la grande dote di saper andare ben oltre l’errore, continuando a cercare la giocata ed alla fine anche la via del canestro, seppur con medie finora non certo mirabolanti: 48.6% da due e solo il 29% da tre, per quello che ad oggi è il principale cannoniere biancorosso con 19.6 punti di media, sempre in doppia cifra da inizio campionato.

E’ chiaro che, dunque, l’arrivo di Sykes apre a prospettive più che interessanti per il numero 50 biancorosso, che con un vero play affianco avrà finalmente la possibilità di essere sgravato da quei compiti di regia che ne hanno limitato finora la qualità e precisione balistica, più che la quantità, dei punti segnati, per un adeguamento a livello di gioco che potrebbe rivelarsi assolutamente vincente per la Openjobmetis.

Alessandro Burin

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