La sua permanenza è forse passata sotto traccia per la Pallacanestro Varese è stato un bel colpo di mercato.

Gabe Brown riparte con la canotta biancorossa ben fissa sulle spalle, pronto a vivere un’altra stagione di grande crescita quale punto di forza del gruppo di coach Herman Mandole.

Il prodotto di Michigan State, dopo l’infruttuosa parentesi della Summer League di Las Vegas giocata con la maglia dei Miami Heat, sta lavorando con il resto della squadra al Campus per preparare una stagione che si preannuncia cruciale, per il suo futuro e per quello di Varese.

Tanto, infatti, del destino della OJM passerà dal rendimento di GB, soprattutto per il ruolo, cruciale, che anche quest’anno dovrà andare a ricoprire. Come ormai da due anni a questa parte, infatti, Varese ha deciso di costruire una squadra molto atletica, agile e veloce che però sotto le plance è esposta al pericolo contro il tonnellaggio dei lunghi avversari, che in serie A sono sempre più stazzati e fisici.

Un problema che però Varese ha ormai quasi assimilato in questi anni, cercando giocatori che, soprattutto nella posizione di ala grande, siano dotati di lunghe braccia per coprire quanto più pitturato possibile e soprattutto che siano abili rimbalzisti pronti a lanciare la prima transizione offensiva.

E’ stato così con Reyes nell’era Roijakkers/Seravalli, è stato così con Jaron Johnson nell’anno degli Immarcabili, è stato così lo scorso anno proprio con Brown, che è cresciuto in maniera esponenziale giornata dopo giornata.

A dirlo sono i numeri, per un ragazzo che ha chiuso la prima stagione nel basket europeo in un basket di livello come quello italiano con 11.8 punti ed oltre 5 rimbalzi di media a partita. Statistiche che solo in parte raccontano l’importanza nello scacchiere tattico di Varese di Brown, quale uomo di raccordo ed equilibrio tra le due fasi come sopra accennato. Un giocatore che soprattutto in attacco, ha avuto modo di crescere moltissimo l’anno scorso, dimostrandosi capace di colpire sia dall’arco che in penetrazione con grande efficacia, imparando anche a colpire le difese schierate e non a giocare solo in campo aperto. Sicuramente ciò su cui dovrà migliorare è l’interpretazione della fase difensiva, punto nevralgico del basket di coach Herman Mandole e sul quale Brown ha ancora lacune da colmare, soprattutto a livello di marcatura nel gioco in post basso.

Nulla però di allarmante, a patto che la stessa crescita mostrata lo scorso anno in attacco vada di pari passo a quella di questa stagione nella propria metà campo per il prodotto di Michigan State a cui è richiesto di provare ad emulare quanto fatto da Jaron Johnson un paio di stagioni fa: arrivato come il 3 titolare, JJ si dovette adattare a fare il 4 per sopperire ai continui infortuni di Reyes, rivelandosi una carta assolutamente vincente, in grado di sparigliare le difese avversarie quale ala grande atipica ma soprattutto di portare quella struttura sotto le plance che la sola presenza di Owens e Caruso, soprattutto nei primi mesi della stagione, non poteva bastare.

Chiaro che parliamo di profili di giocatori diversi, sia da un punto di vista squisitamente tecnico che di esperienza, però Brown ha tutte le qualità, anche fisiche, per provare a seguire le orme dell’ex 92 biancorosso e dare il giusto apporto a “Kao” e chiunque lo accompagni sotto canestro (che sia Okeke o Fall).

Intanto i primi segnali sono ottimi per Brown che si sente appieno integrato nel nuovo contesto di squadra e che ha fame di vincere e di fare bene come testimoniano le sue parole ai nostri microfoni durante l’allenamento a porte aperte alla stampa della scorsa settimana: “Sono molto contento di essere rimasto a Varese. L’anno scorso abbiamo avuto tanti alti e bassi che hanno condizionato la nostra stagione. Quest’anno abbiamo una squadra forte, lo staff è molto preparato e sono entusiasta di iniziare una nuova stagione qui. L’esperienza in Summer League è stata buona, avevo bisogno di farla per tornare ancora più completo e forte e sono felice di aver fatto anche questa esperienza. Il mio obiettivo è sempre lo stesso: vincere. L’anno scorso è stato duro, quest’anno voglio continuare a crescere e fare del mio meglio per aiutare la squadra a raggiungere quante più vittorie possibili. Quando parlerò italiano? Piano piano, ci sto lavorando, non sono ancora molto bravo ma mi sto impegnando a migliorare anche sotto questo punto di vista” (ride, ndr).

Alessandro Burin
Foto FB Pallacanestro Varese

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui