Quanto pesa il “pacchetto” italiani nella Pallacanestro Varese?

Domanda lecita e più che dovuta in questo momento del mercato biancorosso. Dopo gli addi di Moretti e Woldetensae nel weekend, con quest’ultimo diretto alla GeVi Napoli dell’amico Giovanni De Nicolao, la composizione dei 5 azzurri che vestiranno la maglia biancorossa l’anno prossimo è ormai arrivata ad un bivio.

Ad oggi, infatti, sotto contratto ci sono Mannion (che merita un capitolo a parte e che per peso tecnico, tattico e soprattutto economico va considerato come uno straniero se non addirittura due), Librizzi che però rischia di dover stare fermo ai box fino a novembre per recuperare completamente dall’operazione alla spalla sinistra; Assui, al primo contratto da professionista e che nelle idee della società andrà a sostituire Woldetensae; Leonardo Okeke, pronto a prendere il posto di Scott Ulaneo pur con tutti i dubbi del caso sulla sua tenuta fisica e mentale; Niccolò Virginio, nominato più volte dai GM Sogolow e Horowitz nell’incontro informale con la stampa di settimana scorsa e ad oggi a tutti gli effetti parte del roster biancorosso e Edoardo Bottelli che dovrebbe andare a sostituire proprio Librizzi a livello di rotazioni fino al rientro del numero 13.

Un reparto italiani quindi molto giovane ed utile in questo senso per i premi formazione di fine anno della FIP, ma altrettanto poco esperto e pronto per poter affrontare il prossimo campionato di LBA. Inutile nascondersi dietro a un dito: Assui ed Okeke rappresentano due vere e proprie scommesse per Varese che, soprattutto sul lungo italiano, si va a giocare una fiches pesantissima nell’economia della propria stagione con la speranza che davvero sia quel giocatore che finora ha dimostrato di essere solo a Sassari l’anno scorso.

Per il resto parliamo di un pacchetto azzurri che vede Librizzi tutto da valutare al rientro dall’infortunio, Bottelli aggregato ma molto più impegnato con la B Interregionale e Virginio che, dopo essere stato mandato in A2 alla Juvi Cremona con scarsi risultati, non può di certo essere considerato nuovamente elemento utile al processo di sviluppo biancorosso.

Si capisce bene come la situazione non sia assolutamente semplice e come, con l’addio eventuale di Mannion, (oggi più lontano che vicino) diventerebbe tragica perché cercare almeno un paio di italiani pronti e forti sul mercato (merce rara e notoriamente molto costosa) a metà luglio, sarebbe impresa davvero titanica.

E non è una situazione da sottovalutare perchè il peso del pacchetto italiani, a maggior ragione quando si ragiona nella logica di un roster composto dal 5+5, è molto elevato: non è un caso se l’anno degli Immarcabili una mossa astuta e che poi pagò dividendi, fu confermare in toto il blocco azzurro composto da De Nicolao, Woldetensae, Librizzi, Virginio, Ferrero e Caruso. E’ vero, i primi 4 venivano dall’onda lunga della cura Rojiakkers che era stato in grado di rivitalizzarli in maniera unica, mentre Caruso fu indispensabile soprattutto nei primi mesi della stagione dove ricoprì egregiamente il ruolo di titolare lasciando ad Owens il tempo di ambientarsi e Ferrero, beh dobbiamo parlarne? Elementi che si dimostrarono fondamentali in uscita dalla panchina e che portarono quel senso di appartenenza e di conoscenza del contesto indispensabile poi durante la stagione.

Qualcosa che già l’anno scorso si era andato a perdere, pur però trovando un giocatore dal tasso tecnico elevato come Moretti e la scommessa vinta Ulaneo sul mercato e ripartendo sempre da Woldetensae e Librizzi quali elementi di valore su cui poter contare, anche se poi la stagione in campo avrebbe detto altro ed infatti gli effetti si sono visti.

Pensare di costruire la squadra, quindi, con una panchina ed un parco italiani ancor più ricco d’incognite quest’anno, pare strategia davvero pericolosa che punta tutto su una sola voce, quella di Nico Mannion, al primo di luglio, diventato croce e delizia del mercato varesino: averlo a Varese è praticamente una polizza assicurativa sulla salvezza che però pesa quasi metà del budget complessivo per fare la squadra e che sta condizionando tutto il mercato, compreso quello degli stranieri che diventa fondamentale per il corso della stagione biancorossa con un quintetto d’italiani, ad oggi, molto più ricco di dubbi che di certezze.

Alessandro Burin

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