Matteo Parravicini ci riprova.
Dopo aver già conquistato il campionato di A2 con Scafati qualche stagione fa, il playmaker cresciuto in casa Pallacanestro Varese ora vuole provare a rivincere con Forlì, dopo aver contribuito, in maniera concreta, a salvare Nardò nella passata stagione.
Cosa significa per lei essere arrivato a giocare in un club come Forlì che l’anno scorso ha vinto la Coppa Italia di A2?
“Sono molto felice, anche perché ho firmato un contratto di due anni, che dimostra quanto la società creda in me. Forlì è una realtà importante, che ha tanto seguito e che gioca in un palazzetto molto caldo e per me è un grande orgoglio farne parte”.
Lei con Scafati ha già vinto il campionato di A2, pensa che a Forlì ci siano le condizioni per provare una scalata del genere?
“Su questo non penso ci siano dubbi. Nessuno si nasconde, l’obiettivo di Forlì è vincere il campionato. Ci hanno provato negli ultimi due anni quando sono arrivati primi in Regular Season e non ci sono arrivati per fortuna o per caso ma perché sono una società che sa come costruire, è ambiziosa ed ha tutte le carte in regola per puntare a vincere il campionato”.
Questa tappa a che punto arriva della sua carriera?
“Penso sia arrivata nel momento perfetto, semplicemente perché ho l’opportunità di tornare in un contesto simile a quello di Scafati ma di farlo da giocatore maturo e non da ragazzino. Sono più sicuro di me, mi conosco molto di più come giocatore, so cosa posso dare e e quanto valgo e arrivo in un momento di grande maturità e consapevolezza. Penso sia lo step giusto per tentare di salire in A1”.
Ecco l’ambizione di arrivare in A1 per lei quant’è?
“Tantissima. Io vivo senza dubbi e con grande sicurezza in quello che faccio tutti i giorni. Con il lavoro costante e credendo sempre in quello che fai puoi raggiungere tutti i traguardi che ti prefiggi”.
Lavorerà con un allenatore in ascesa come Antimo Martino: sotto quale punto di vista pensa la potrà far crescere maggiormente?
“Il coach è uno degli allenatori più conosciuti a livello nazionale e ritengo sia un allenatore di categoria che può farmi fare il giusto salto in avanti sia da un punto di vista tattico e tecnico che mentale”.
In A2 vivrà un derby con altri due varesini come Andrea Calzavara e Matteo Piccoli. La stimola la cosa?
“Assolutamente sì. Io vivo per vincere, a maggior ragione contro di loro perché c’è anche un rapporto di amicizia che aumenta, in questi casi, la sana competizione che c’è poi in campo. Penso che comunque per tutta Varese vedere questa sfida sia un bello spot sul legame che c’è tra il basket ed il nostro territorio”.
Alessandro Burin