Anno nuovo, vita nuova e vita vecchia. Descrizione perfetta per gli Skorpions Varese visto che la franchigia grigiorossa si approccia al 2024 con la voglia, l’entusiasmo e la passione di sempre, ma anche e soprattutto con un’ambizione ben precisa per la prossima Italian Football League: vincere.

Lo splendido cammino da matricola nella massima divisone italiana (chiuso solo in semifinale contro i futuri campioni Panthers Parma) è ancora ben vivo nei ricordi di tutti, ma quest’anno Varese non vuole accontentarsi né dei complimenti né di un piazzamento d’onore. Lo dimostra l’autentico colpaccio messo a segno che risponde al nome di Ryan Griffin (poi raggiunto anche dal fratello McLaine), ma anche un mercato oculato volto a trattenere i migliori talenti grigiorossi arricchendo il roster con profili mirati e ben calibrati tra esperienza e gioventù.

A poco meno di due mesi dall’inizio della stagione, non poteva che essere il factotum degli Skorpions Enzo Petrillo a tracciare un bilancio della pre-season e la prima analisi non può che essere rivolta all’approdo a Varese di un campione NFL. “Avere un coach come Nick Holt ci aveva già spinto ad un livello superiore da un punto di vista organizzativo, ambientale e competitivo: con un allenatore del genere non puoi fare un campionato per vedere come va, ma l’ambizione deve essere alta. L’arrivo di Ryan ci impone di alzare il livello ancor di più visto che ricoprirà anche il ruolo di Offensive Coordinator, ragion per cui stiamo cercando di costruire la squadra più competitiva possibile all’intero di un mercato difficile perché, giustamente, i migliori talenti vogliono andare in ELF (European League of Football, ndr). Per venire a Varese le motivazioni fanno la differenza e noi stiamo facendo di tutto per mettere ogni giocatore in difficoltà nella sua scelta”.

Quali sono le motivazioni che spingono un giocatore come Ryan Griffin a scegliere Varese?
“Sicuramente per quello che gli americani chiamano “la dolce vita”, la classica esperienza europea che si tende a fare in ambito collegiale. Un giocatore che ha vinto l’anello di NFL nel 2020 non può che essere qui per provare una nuova avventura: Calvin (Brownholtz, ndr) gli ha parlato benissimo di Varese e il fatto che Ryan sia qui con il fratello certifica la doppia volontà di arricchire il proprio bagaglio di vita. So bene che Ryan catalizza l’attenzione, ma voglio sottolineare che McLain è un signor ricevitore: 1.90m per 95kg che arriva da un’Università di primo livello come la Portland State. McLain ha finito la stagione a dicembre, Ryan si è allenato fino all’anno scorso: entrambi portano palmares, tecnica e fisicità, nonché una connessione clamorosa in campo che li faciliterà anche ad ambientarsi. Saranno un autentico valore aggiunto anche perché campioni del genere non possono mai avere la pancia piena: sono qui per un motivo”.

Com’è nata la trattativa e quando i fratelli Griffin arriveranno in Italia?
“L’idea è nata inevitabilmente da una serie di relazioni che hanno portato Nick ad avere il contatto: ci siamo sentiti, organizzati e in poco tempo abbiamo trovato l’accordo: Ryan aveva diverse opzioni in Italia ma anche a Parigi e alla fine ha scelto noi, aspetto che mi inorgoglisce non poco. Siamo in contatto costante, sia per motivi puramente tecnici di confronto sia per questioni burocratiche, ma entrambi non vedono l’ora di essere qui e stanno spingendo per riuscire ad arrivare già fra un paio di settimane. Originariamente dovevano arrivare agli inizi di febbraio, più o meno in contemporanea a Nick: lui è appena diventato nonno e si sta godendo un po’ la famiglia prima di rituffarsi nel mondo Skorpions”.

Due import ci sono: l’oriundo?
“Ci stiamo lavorando, ma non è semplice perché non è che ci siano tantissimi giocatori di secondo passaporto. Il profilo che cerchiamo è quello di un giocatore ambivalente, uno che possa spaziare con naturalezza tra attacco e difesa: sarebbe la ciliegina sulla torta di un gruppo importante costruito per competere”.

A tal proposito, al netto degli stranieri, si è proprio percepita la volontà di allestire un grande roster e i colpi non sono certo mancati: gioventù, ma anche tanta esperienza.
“I primi colpi di mercato sono stati trattenere i nostri. Dopo la scorsa stagione sono suonate parecchie sirene anche da campionati semi-professionistici, ma siamo riusciti a bloccare tutte le pedine più importanti che ritenevamo centrali nel nostro progetto. Ai nostri talenti abbiamo affiancato giocatori giovani e profili di un certo spessore che hanno già militato in categoria e che possono fare la differenza chiudendo quei gap che potevamo avere in alcuni reparti. E altri giocatori sono ancora nel mirino…”.

Inutile chiedere i nomi…
“Già (ride, ndr)”.

Passiamo dunque al campionato: posto che mancano ancora due mesi al via, come credi si possa sviluppare? Non parliamo tanto di squadre, ma soprattutto dell’IFL in quanto tale.
“Il football italiano è cresciuto molto a livello tecnico, mediatico e strutturale. Con il senno di poi verrebbe quasi da dire che il Covid ci ha fatto bene perché la Federazione non ha mai rinunciato a giocare e, anzi, ha spinto le società a sviluppare il servizio streaming nel corso degli anni. Così facendo abbiamo avuto appetibilità su DAZN che quest’anno è partner della FIDAF. Mi permetto di dire che noi Skorpions, in particolare, abbiamo segnato una strada che tanti altri stanno percorrendo affidandosi a coach americani e a modalità manageriali di un certo livello. L’IFL sta diventando un’organizzazione complessa e sono certo che crescerà tantissimo nei prossimi anni. Per l’immediato risultato sportivo posso dire che sarà una bella lotta e che, ovviamente, ci saremo anche noi”.

Lo scorso 15 dicembre c’è stata una certa riunione a Roma… che biennio si prospetta per il football italiano?
“Un biennio fondamentale sia per il football sia per Varese perché a inizio marzo ci sarà proprio qui nella Città Giardino un Business Forum con gli sponsor del campionato e Regional Growth Partnership, una società che gestisce la migrazione e facilita il trasporto delle aziende che vogliono produrre e commercializzare negli USA. In quell’occasione non mancherà la partecipazione di Camera di Commercio, delle banche, di esperti di diritto internazionale e, ovviamente, delle Istituzioni. Il football ha quindi grosse chance di essere un motore importante nell’economia e il fatto che la prima riunione di questo genere avvenga proprio a Varese ci inorgoglisce perché riflette tutte quelle potenzialità che la nostra città ha: essendo vicina a Milano, a Malpensa, alla Svizzera e avendo molte risorse da offrire, Varese suscita molto più interesse di quanto noi stessi pensiamo possa fare. L’evento di marzo aprirà un biennio davvero intenso per il football a livello non solo sportivo”.

Se ti conosco, spazio però sempre al campo a 360°. Per cui, anche se implicitamente lo avete già fatto capire, qual è l’obiettivo sportivo degli Skorpions Varese?
“Cercheremo di ripetere la nuova stagione migliorandoci sotto tutti i punti di vista per arrivare all’Italian Bowl e provare a vincerlo. Quando parlo di miglioramenti, però, mi riferisco a tutto il macrocosmo Skorpions: con le ragazze della Flag vogliamo continuare il percorso che stiamo percorrendo già da anni perché dal 2028 il Flag Football sarà disciplina olimpica e vogliamo riuscire a fare in modo che molte delle nostre atlete che orbitano in Nazionale possano andare a Los Angeles a giocarsi l’Olimpiade. Nel settore giovanile, poi, abbiamo reinvestito una buona fetta del budget per allestire un vivaio importante. Queste sono le tre direttrici su cui si muove la nostra società: con passione, sacrifici e soddisfazione speriamo di impattare positivamente sulla vita dei nostri atleti e, grazie al nostro e al loro lavoro, fargli realizzare qualche sogno”.  

Matteo Carraro

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