Comunque vada, è già un Padova da record. Perché per i Biancoscudati in 114 anni di onorato servizio quota 6 vittorie per aprire una stagione rappresenta un benchmark mai valicato. Almeno tra i pro (8 successi in Serie D nel 2014/15). Primato che pareggia quanto occorso nel 2021/22: 18 punti nelle prime 6 con pareggio con il Seregno alla 7^ ad interrompere la striscia. L’annata vide poi il secondo in posto in volata alle spalle del SudTirol e la sconfitta nella finale playoff con il Palermo.

Ma quella è un’altra storia. Sia come sia, la Pro Patria si augura sabato (ore 18.30, stadio “Speroni”), di essere la prima a vietare ai veneti i 3 punti. Missione apparentemente ai confini dell’impossibile da compiere contro l’unico club a punteggio pieno tra i professionisti. Una squadra (sinora) di Intoccabili guidata da un tecnico (Matteo Andreoletti) che ha mosso i primi passi da allenatore proprio in biancoblu. Un ulteriore tema (tra i tantissimi) fornito dall’incrocio della 7^.                  

Andreoletti a due piazze

Natali seriani (nato ad Alzano Lombardo il 30 gennaio 1989). Esperienze agonistiche variegate (portiere con Lecco, Pro Sesto, Pro Patria, dal 2010 al 2012, e infine Verbano). Chiusura precoce di carriera e switch immediato da tecnico: preparatore dei portieri al Lecco, Berretti alla Pro Patria, per poi guidare Seregno, Inveruno e Sanremese tra i dilettanti, Pro Sesto, Benevento e ora Padova in Serie C. La parabola di Matteo Andreoletti è stata (per molti aspetti) fulminante. Calcio duttile, pratico, lontano dal dogmatismo. Dopo il successo sulla Virtus Verona e in vista della supersfida con il Vicenza di domenica 6 ottobre ha sentenziato: “Pensiamo alla Pro Patria…”. Un passo alla volta verso un obiettivo sottaciuto (tornare in B dopo 6 stagioni), su cui sono andati a sbattere allenatori (teoricamente) più navigati come Sullo, Mandorlini, Pavanel, Longo, Oddo, Caneo e Torrente.     

Salto il primo e passo al secondo

Trento (3-0), Caldiero (0-2), Arzignano (1-4), Alcione (1-0), Pro Vercelli (1-3) e Virtus Verona (1-4). Percorso netto con 13 reti su 17 nel secondo tempo. Indice di profondità di rosa (4 reti segnate da subentrati) e tenuta tecnico/atletica. Nel 4-1 di martedì con la Virtus schierato 3-4-2-1 omologo a quello biancoblu e non privo di turnover (5 variazioni rispetto all’uscita precedente) con Fortin tra i pali; Faedo, Delli Carri e Perrotta in difesa; Capelli, Bianchi, Fusi e Villa in mediana; Liguori e Valente alle spalle di Bortolussi in attacco.

Padovani gran dolori 

E’ una classica (entrambe original team della Serie A 1929/30). Anzi, una classicissima con 70 precedenti in campionato (14 in A, altrettanti in B) più 2 nei playoff (quelli metafisici del 2009) e 2 in Coppa Italia. Bilancio (per la sola regular season), di 17 successi biancoblu, 26 pareggi e 27 vittorie del Padova (15/14/6 a Busto). Alla Pro Patria manca la vittoria da quasi 16 anni (2-1 allo “Speroni” il 21 dicembre 2008 con doppio rigore di Correa e Di Nardo). Riciccia (neanche a dirlo), la finale per la cadetteria della stagione 2008/09. Una delle maggiori fonti di fantasie cospirazioniste della storia tigrotta. L’anno passato 1-1 all’Euganeo (Bortolussi, Castelli) e 0-2 in via Cà Bianca (rigore di Varas e Bortolussi).    

Giovanni Castiglioni
(foto Calcio Padova Official Facebook)

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