Presentatasi ai nastri di partenza con l’etichetta di neopromossa, poteva essere considerata la classica outsider del girone; eppure, pensando non solo ai valori ma anche al vissuto della rosa, per certi versi il suo attuale quinto posto non sorprende poi più di tanto. Con 17 punti e una striscia di risultati positivi che dura da sei giornate, la Rhodense di mister Gatti si sta dimostrando una delle formazioni più costanti del campionato. Tra i pali, per l’ottavo anno consecutivo, troviamo Andrea Mantovani, capitano e veterano della causa. Approdato a Rho nella stagione 2017/18 dopo i trascorsi all’Oltrepovoghera e al Busto81, il portiere classe 1994 ha indossato i colori orange tra Eccellenza e Promozione, festeggiando ben due promozioni, la prima tramite i playoff nel 2019, la seconda pochi mesi fa, dopo un’incredibile cavalcata culminata nella vittoria del campionato con quattro giornate di anticipo.

Fascia al braccio e una continuità che ben pochi giocatori in queste categorie possono vantare. Cosa significa per te la Rhodense?
“È una società che mi ha sempre dato fiducia, fin dall’inizio, quando mi ha aperto le porte nonostante arrivassi da una stagione in cui avevo giocato poco. Da quel momento in poi, ogni riconferma è stata una scelta reciproca: mia di rimanere e loro di rinnovare quella stima nei miei confronti. Qui sono contento e non ho mai sentito la necessità di cercare altro, perché quando si sta bene in un posto non si ha motivo di cambiare aria”.

Dopo un inizio di stagione in sordina, con quattro punti nelle prime quattro giornate, ne sono poi arrivati tredici nelle ultime cinque. È scattato qualcosa di particolare? O era solo una questione di tempo per trovare i meccanismi giusti?
“Diciamo che il salto di categoria si è fatto sentire, perché i ritmi e i giocatori sono differenti e quindi ci è voluto un attimo per adattarsi al campionato. Sicuramente i cinque gol subiti con l’Ardor alla terza giornata hanno fatto scattare qualcosa in ognuno di noi; dalla partita successiva, tutti hanno provato a dare qualcosa in più e i risultati si sono visti. Chiaro che quello che stiamo facendo non basta e dobbiamo lavorare ancora tanto per mantenere questa continuità. Domenica avremo un test abbastanza – anzi, molto – complicato con il Mariano e sarà importante approcciarlo nella maniera giusta”.

Mariano che finora non è mai uscito sconfitto dal campo. Eppure, dopo aver costretto al pari corazzate come Pavia e Solbiatese, non vi porrete di certo limiti…
“Siamo fiduciosi perché arriviamo da un filotto importante, con tre vittorie in una settimana, e abbiamo dalla nostra questa carica ed energia positiva. Sarà un bel match di alta classifica e oltretutto torneremo a casa nostra… Un motivo in più per cercare di fare bene e divertirci”.

Qual è il vostro segno particolare nello spogliatoio?
“Sicuramente la continuità rispetto alla passata stagione è stata un fattore importante, perché avere una buona base o comunque un gruppo squadra già formato ci ha aiutato a farci trovare pronti in alcune situazioni. Qualcosa di veramente distintivo, però, è la nostra capacità di soffrire insieme. Il fatto che arriviamo da una striscia positiva di risultati non significa che tutte le partite siano state facili, anzi… ci sono stati diversi momenti in cui abbiamo fatto fatica, ma ogni volta siamo riusciti a restare uniti e a tirare fuori quello che serviva per portare a casa i tre punti”.

E infatti finora avete una media di 1,9 punti a partita. Qual è stata, secondo te, la gara più sofferta e quale quella in cui siete stati trascinati dalla forza del gruppo?
“La più complicata è stata sicuramente quella con l’Ardor, una sconfitta per 2-5 in cui gli avversari ci hanno sovrastato e segnato quattro gol su calci piazzati. La differenza tra noi e loro era stata netta, anche se ad oggi la classifica recita che abbiamo gli stessi punti e che quindi abbiamo raddrizzato la rotta e trovato la quadra. La partita migliore è stata forse quella con la Solbiatese per la reazione che abbiamo avuto nel secondo tempo. In svantaggio di un gol, a casa loro, avremmo anche potuto abbatterci e mollare, e invece siamo riusciti a rimetterla in piedi e per ora siamo gli unici che le hanno rubato un paio di punti. Poi penso che abbiamo giocato una grande partita anche contro la Sestese: siamo andati sul 3-0 e abbiamo gestito molto bene il vantaggio fino all’ultimo quarto d’ora, quando siamo andati un po’ in difficoltà per le loro due reti; ma compattandoci abbiamo retto e alla fine sono emerse tutte le nostre caratteristiche”.

Ora che vi state abituando ai piani alti, continuerete a guardare davanti? Quali sono le vostre ambizioni per questa stagione?
“L’obiettivo rimane lo stesso, nel senso che è giusto avere la percezione della classifica, ma è anche giusto essere consapevoli che dobbiamo innanzitutto salvarci e fare un campionato di approccio alla categoria, dato che è il primo anno da neopromossa e ci scontriamo con realtà più collaudate. Non sarà facile, ma a fine girone di andata scopriremo davvero chi siamo e potremo capire cosa possiamo fare. Ora è sicuramente presto, ma chiaro che alla classifica ogni tanto un’occhiata gliela diamo e ci fa piacere essere tra le cinque/sei migliori squadre”.

E ora la nostra schedina. 1, X o 2 per Caronnese-Base 96? (domenica, ore 14:30)
“1”.
Saronno-Lentantese? (domenica, ore 14:30)
“1”.
Legnano-Meda? (domenica, ore 14:30)
“X”.
Rhodense- Mariano? (domenica, ore 14:30)
“Forse dovrei dire 2 per scaramanzia, ma non vorrei che ci si ritorcesse contro (ride, ndr). E allora 1 con il cuore”.
Robbio Libertas-Sestese? (domenica, ore 14:30)
“2”.
Sedriano-Cinisello? (domenica, ore 14:30)
“X”.
Solbiatese-Ispra? (domenica, ore 14:30)
“1”.
Vergiatese-Pavia? (domenica, ore 14:30)
“2”.
Ardor Lazzate-Casteggio? (domenica, ore 15:00)
“1”.

Silvia Alabardi

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