78  anni già messi alle spalle, 65 dei quali vissuti a vario titolo – giocatore, appassionato, tifoso, dirigente – nella pallacanestro. Eppure, di oltre 570.000 ore passate a respirare basket, Ezio Vaghi, presidente della Robur Saronno, ricorderà per sempre i 40 incredibili, impensabili, indescrivibili, indimenticabili, minuti giocati nella finalissima playoff vinta sabato scorso contro Cecina Basket.

40 minuti, un’inezia, in fondo. Ma se è vero che “viviamo in un mondo difficile, vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto…” (cit.) ecco che anche quei pochi giri di lancetta assumono un significato pazzesco se, come è effettivamente accaduto, hanno il potere di cristallizzare un momento che, con tutta l’enfasi dovuta, è legittimo definire “storico” per il club diretto con maestria e buon senso da “Pres” Vaghi.

“Quello che la squadra allenata da coach Renato Biffi è stata capace di realizzare nel corso di una stagione meravigliosamente fantastica esce dai confini del pensiero logico per abbracciare i contorni della leggenda – dice tutto d’un fiato Vaghi -. Una leggenda nata per caso, quindi inizialmente improbabile, sicuramente non programmata, certamente inattesa, quindi per questa ragione ancora più  emozionante e bellissima. Il +20 con cui abbiamo travolto un avversario di alto livello come Cecina Basket rappresenta non solo il giusto coronamento di un enorme sforzo collettivo, ma anche lo “zenith” di un’annata tutta vissuta col sorriso sulle labbra e in totale, assoluta, serenità. Una stagione nella quale tutto è filato per il verso giusto in campo e fuori perchè, se è vero com’è vero che staff tecnico e giocatori hanno ottenuto un risultato per descrivere il quale non abbiamo più aggettivi, è altrettanto vero che tra squadra, dirigenti e pubblico si è creato un fortissimo legame identitario e, non a caso, dopo le annate problematiche del post-Covid la gente poco alla volta ha ripreso a frequentare il nostro Centro Ronchi e a riconoscere nella pallacanestro uno sport trainante nella città di Saronno. E, a margine, in qualità di Presidente metto questo risultato societario sullo spesso piano di quello sportivo”.

In questo momento di immensa felicità gira però una domanda: che farà la Robur Saronno promossa in B Nazionale? Lascia o raddoppia?
“Raddoppia, raddoppia – risponde in tono tranquillo il numero 1 del club saronnese -. Abbiamo infatti tutte le intenzioni di partecipare al campionato di B Nazionale che abbiamo conquistato con larghi e indiscussi meriti primeggiando dall’inizio alla fine. AZ, il nostro sponsor principale ha assicurato il suo sostegno e, ovviamente, siamo già alla ricerca di altri “amici” che, insieme a noi, saranno disponibili a vivere quella che, comunque, sarà una straordinaria esperienza tecnica, umana e organizzativa. Siamo consapevoli che salire nella terza categoria nazionale rappresenta un salto triplo di livello olimpico, ma tutto ciò non cambierà di una virgola la nostra impostazione generale. Quindi Saronno, dopo aver fatto a pezzi la favoletta della B Interregionale come primo “step” per il basket professionistico parteciperà alla BNazionale restando sempre fedele ai suoi principi: manterremo intatto il nostro “status” di squadra da dopo-lavoro e, al massimo, introdurremo un quarto allenamento serale settimanale. Nulla più di questo. Pertanto, ribadisco: il falso e inutile professionismo resta rigorosamente fuori dalla nostra porta”.

Alla porta ci sono, però, diverse questioni aperte: allenatore, giocatori e palazzetto sembrano essere quelle di più scottante attualità. Cosa dici nel merito?
“Con coach Biffi ci incontreremo nei prossimi giorni cercando di capire quanto Renato, che ovviamente è confermatissimo, sia in grado di garantire in termini di presenza in un campionato articolato sulla follia pura rappresentata da 42 partite. Coach Biffi infatti ha un lavoro di responsabilità e impegni professionali da valutare alla voce compatibilità. Lo stesso discorso vale per alcuni giocatori che hanno impegni lavorativi e famigliari. Infine, per quanto riguarda la spinosissima questione legata al campo da gioco (come noto da tempo il piccolo Centro Ronchi non risponde ai criteri richiesti dalla Federazione ndr) sta prendendo forma l’ipotesi di trasferirci al PalaBorsani di Castellanza che, in questo modo, per tutto il 2024-2025 diventerebbe il teatro d’azione per due grandi club come Legnano Basket e noi. A breve – conclude in tono fiducioso Vaghi -, parlerò della cosa con il Presidente legnanese Marco Tajana e, insieme, valuteremo il grado di fattibilità”.   

Massimo Turconi

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