Non è bastata una partita praticamente perfetta a Mattia Bellucci per superare Frances Tiafoe al primo turno del tabellone principale del Roland Garros. Il varesotto classe ’01, dopo aver superato tre turni di qualificazione, si presentava alla prima partita di main draw consapevole di essere in fiducia e di poter impensierire lo statunitense.

E così è stato, perché il tennista della MXP Tennis Academy ha portato il match fino al quinto set, dando l’impressione anche di poterla concretamente vincere. 6-3 3-6 6-7 6-4 6-4 il punteggio finale a favore del nativo del Maryland, che è riuscito a far valere la sua esperienza a questi livelli nei momenti decisivi del match. Bellucci, dal canto suo, ha avuto il merito di ribaltare il parziale dopo aver perso il primo set, portandosi addirittura avanti di un set e crescendo a vista d’occhio man mano che la partita proseguiva. La sfida a Tiafoe, attualmente numero 26 della classifica ATP (Bellucci è solamente 173, ndr) fa capire come certi dettagli contino tantissimo per arrivare a livelli alti. La partita era stata comunque preparata benissimo da Bellucci e dal suo team (coach Fabio Chiappini e Marco Brigo, inquadrati ripetutamente a bordo campo dalle telecamere, ndr) e con il suo tennis variegato, il tennista cresciuto a Castellanza, ha fatto sudare le proverbiali sette camicie all’americano. Tradito, probabilmente, se si vuole trovare un piccolo difetto nella partita di Bellucci, dalla seconda di servizio, il mancino azzurro ha collezionato 11 doppi falli (ma anche 17 ace, ndr). 

Nel computo finale della partita e del torneo, tirando le somme, rimangono in mente moltissime cose positive e pochissimo sbavature. Essere arrivati a giocarsi le proprie chance contro un tennista talentuoso come Tiafoe deve rendere orgogliosi Bellucci e il suo team, consapevoli che il lavoro paga sempre e che la crescita passa anche da queste sconfitte, non sempre piacevoli sul momento. Adesso la missione per il varesotto è mantenere questo livello con continuità nei prossimi impegni della stagione che, con tutta probabilità, saranno a livello Challenger. Per poter fare uno step successivo a livello di ranking ci vuole costanza nei risultati, quella che fino a questo punto è un po’ mancata a Mattia Bellucci nella sua giovane carriera. Indubbiamente, però, questi dieci giorni a Parigi, tra qualificazioni e maini draw, possono solamente rappresentare una grossa iniezione di fiducia per il futuro. 

Filippo Salmini

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