Quinto posto a pari merito con l’Oltrepò, a sole cinque lunghezze dalla vetta, con una rosa di esperienza, su misura per la categoria, costruita dopo la vittoria del campionato di Promozione. Stiamo parlando, naturalmente, del Saronno, che senza grossi proclami di inizio stagione si è insediata in una zona di classifica ambita da tante concorrenti. Dopo i trenta punti messi in cascina nel girone di andata, quello di ritorno li ha visti prima battere in rimonta la Vergiatese, poi impattare per 0-0 nell’altro derby contro la Solbiatese, al momento due gradini (e due punti) più in alto. Quello contro i nerazzurri è stato solo il primo di una serie di big match che nei prossimi weekend li porterà ad affrontare Pavia, Ardor Lazzate e Oltrepò. A suonare la carica in vista di questo tour de force è il fulcro della mediana Stefano Baldan, che in biancoceleste ha ritrovato non solo mister Danilo Tricarico, ma anche tanti compagni tra cui Pontiggia, Sala, Bello e Sassella, tutti ex Casatese. Finito anche sul tabellino marcatori nell’ottava giornata contro la Base 96, il centrocampista classe ’91 è ora pronto a varcare la soglia del “Pietro Fortunati” per provare a riscattare lo 0-1 dell’andata e – perché no? – tentare un’impresa che porterebbe gli Amaretti a sognare davvero in grande.

L’anno nuovo è iniziato con quattro punti: qual è il bilancio di queste due partite?
“Abbiamo fatto un punto in più dell’andata, visto che con la Solbiatese a settembre avevamo perso. Con la Vergiatese, tornando in campo dopo un mese di sosta, si giocava con tutte le incognite del caso. Loro sono una squadra con un buon ritmo, tant’è che in casa hanno battuto Casteggio, Base 96 e Pavia, e anche contro di noi hanno fatto una bella partita, che per fortuna abbiamo portato dalla nostra parte. Con la Solbiatese penso che il pareggio sia il risultato giusto. Il nostro campo ha penalizzato entrambe le squadre, e sebbene ci fossero state potenziali occasioni da una parte e dall’altra, alla fine si sbagliava sempre l’ultimo passaggio. Sicuramente quando non si fanno i tre punti un po’ di rammarico c’è sempre, ma ci siamo portati a casa uno stato di forma migliore rispetto alla gara di Vergiate e la consapevolezza di poter lottare fino alla fine per i playoff”.

Domenica vi aspetta il big match contro la capolista, che in casa propria ha ottenuto sette vittorie e soltanto due pareggi e una sconfitta. Cosa vi aspettate dall’avversario e di cosa avrete bisogno per provare a espugnare lo stadio?
“Penso che il Pavia sia la squadra più attrezzata e completa del girone, con una rosa veramente ampia, soprattutto davanti, dove se un giocatore non è disponibile ce n’è subito un altro pronto a prendere il suo posto. È una squadra che già a inizio stagione era stata costruita per vincere e che a dicembre si è rinforzata ulteriormente, quindi affronteremo questa trasferta sapendo bene cosa ci aspetta. Noi come sempre proveremo a giocare a viso aperto e penso che sarà una partita simile a quella con la Solbiatese, che poteva essere decisa da un episodio. Se ci saranno situazioni a nostro favore e saremo bravi a portarle dalla nostra parte, probabilmente potremo fare il risultato, altrimenti no. È quanto successo a loro nella gara di andata, in cui hanno vinto 1-0 su rigore”.

Tra voi e loro ci sono solo cinque punti di distanza. Mesi fa, quando bazzicavate a metà classifica, potevate immaginarvi una rimonta del genere?
“Il calendario inizialmente ci aveva messo in difficoltà, anche perché avevamo perso il nostro giocatore più importante, Pontiggia, che si era rotto il metatarso in allenamento. Tra squalifiche e altri infortuni, c’era sempre stato qualche problema e così abbiamo fatto otto punti nelle prime otto giornate. Una volta tornati al completo, sapevamo di poter fare bene. Sicuramente, se siamo così vicini alla vetta, è anche perché il Pavia era partito male e altre squadre che stavano già prendendo vantaggio, come la Calvairate, per fortuna nostra hanno mollato. Se qualcuno fosse rimasto imbattuto, per noi sarebbe stato difficile recuperare dopo quella falsa partenza, e invece il girone è così equilibrato che tutti stanno perdendo punti. Da parte nostra siamo contenti di aver fatto questa rimonta, ma il campionato è ancora lungo e non ci possiamo accontentare di quanto fatto finora”.

Dopo la partita di domenica ci saranno altre quattordici finali per proteggere quanto guadagnato, in una zona di classifica con tante pretendenti nel giro di pochi punti. Secondo te chi reggerà questi ritmi, chi potrebbe rallentare o chi potrebbe insidiarvi dal basso?
“Il calendario non è dei più semplici e l’importante sarà muovere la classifica, perché più punti si fanno adesso, più ne metteremo da parte per dopo. Personalmente sono convinto che dalle zone alte non scapperà più nessuno: magari una domenica si potrà essere quinti, quella dopo sesti e quella dopo ancora secondi, ma tutti continueranno a giocarsela. Senza dimenticare che anche le squadre leggermente più indietro, come Caronnese e Lazzate, si sono rinforzate molto e non possono essere escluse dalla corsa ai playoff. Penso che ci siano almeno sette o otto formazioni di tutto rispetto che stanno dicendo la loro, quindi il campionato rimarrà aperto fino alla fine”.

Quanto a voi, quali sono i pilastri su cui poggia la forza di questo Saronno?
“La parola ‘gruppo’ può sembrare scontata, ma in effetti ogni volta che arriviamo al campo siamo contenti di ritrovarci. Questa felicità di giocare insieme, fare sacrifici e confrontarsi ci porta a condividere sforzi e opinioni, sempre in un clima disteso. Chiaramente in settimana le difficoltà non mancano, perché mentre quasi tutte le altre squadre si allenano di pomeriggio, noi ci troviamo la sera quattro volte a settimana. Molti di noi lavorano tutto il giorno, ma nonostante la stanchezza ci alleniamo sempre bene, proprio per questa voglia di stare insieme, oltre che per le qualità tecniche dei ragazzi. Sicuramente anche il fatto di non aver mollato quando le cose andavano male ci ha reso più forti. Il fattore forse più importante, però, è il rapporto che esiste tra di noi e con il mister, sia dentro che fuori dal campo. Quando l’anno scorso noi ex Casatese ci eravamo messi d’accordo per tornare a giocare insieme, sapevamo che il Saronno non era una società con le stesse risorse delle altre che stanno davanti, ma allo stesso tempo eravamo sicuri che costruendo un gruppo abbastanza forte, che già si conosceva, avremmo potuto fare una buona stagione. Per un allenatore probabilmente non è facile che così tanti giocatori abbiano il piacere di tornare a lavorare con lui, quindi penso che questa cosa voglia dire tanto. Insieme ci siamo tolti tante soddisfazioni: prima abbiamo vinto la Coppa Italia di Eccellenza nella stagione 2019/20, in cui eravamo primi in campionato quando è scoppiato il Covid; mentre l’anno dopo in Serie D siamo arrivati terzi a pari merito con il NibionnOggiono. Tra di noi c’è una bellissima amicizia e trovarci così bene insieme aiuta tantissimo”.

Tra le squadre del girone siete tra quelle che vantano un tifo particolarmente presente. Che clima ti immagini allo stadio? Vuoi chiamare a raccolta i supporter che staranno leggendo questa intervista?
“Vivere una partita del genere in uno stadio vero ha tutto un altro impatto. A Pavia in questo momento c’è entusiasmo, quindi per loro ci sarà tanta gente, ma ci aspettiamo un buon apporto anche da parte dei nostri tifosi, che per noi ci sono sempre stati. Sono venuti a tutte le amichevoli, alle gare di Coppa al mercoledì, compresa la trasferta di Arcellasco in una serata freddissima… Al nostro tifo caldo non possiamo proprio dire nulla, ma se riuscissimo a chiamare a raccolta anche qualche amante del calcio, non necessariamente ultrà della città, non sarebbe male: più gente ci sarà, più ci farà piacere e più sarà bello giocare”.

Silvia Alabardi
(foto di Andrea Elli)

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