Di sfumature biancorosse ieri a Piacenza ce n’erano un bel po’: da una parte i padroni di casa, la corazzata emiliana che ha un budget praticamente infinito per la categoria e che senza mezzi termini non può non vincere il campionato (Girone D), dall’altra il Varese che, seppur con un monte ingaggi decisamente inferiore (un terzo, se non un quarto di quello degli avversari), punta allo stesso obiettivo (Girone A). E poi c’è stato il campo: il 2-2 finale non può che soddisfare un Varese davvero gagliardo in tutti i suoi effettivi dal primo all’ultimo minuto, aspetto che proprio Roberto Floris ha sottolineato a fine partita.

Il tecnico è stato chiaro: il Varese ieri ha giocato come se fosse la prima partita di campionato. E le premesse (già ottime alla base) sono ancor più positive: la grande mole di gioco prodotta ha portato a parecchie occasioni con i biancorossi che le hanno concretizzate portandosi volte in vantaggio, salvo esser ripresi su un paio di “sviste” collettive. Anche su questo aspetto Floris è categorico: giusto elogiare il singolo (per chi sta fuori), ma il Varese è un’entità unica e qualsiasi giocatore risponde alle esigenze di squadra. Per questo motivo il finale in dieci uomini (a proposito di garra, anche se forse Azizi ne ha avuta fin troppa) è un ulteriore attestato di stima nei confronti di un gruppo che sa soffrire con umiltà.

Umiltà è la parola chiave del day-after con il commento a freddo del direttore sportivo Antonio Montanaro: “Di amichevole c’è stato poco: con questo non voglio affatto dire che è stata una partita scorretta, anzi, bensì un match di livello assoluto in cui entrambe le squadre hanno dato tutto come se fosse un sfida ufficiale. È stata una partita vera, bella da vedere, con tanto agonismo e tanta voglia di vincere: siamo stati rimontati per due volte ma, a prescindere dal risultato, ci prendiamo i tanti spunti positivi che il mister ha subito individuato. Siamo in crescita e ogni giocatore è sceso in campo senza paura, consapevole del valore degli avversari ma anche e soprattutto del proprio. Detto questo proseguiamo come abbiamo sempre fatto: umiltà, testa bassa e lavoro. L’attaccante? Non abbiamo fretta“.

Che sia stata una “partita vera” è indubbio e a certificarlo ieri sera è stato Matteo Barzotti, protagonista con il suo secondo gol biancorosso (dopo quello all’Ispra). Prestando fede alle parole del centravanti, la sfida al Piacenza è stata utile al gruppo soprattutto per prendere coscienza del proprio livello. Vero che, al netto di quanto detto prima, si parlava comunque di amichevole, ma il Piacenza non si è certo tirato indietro (come il Varese del resto) e proprio per questo le sensazioni in casa bosina sono ancor più positive: la strada intrapresa è quella giusta e bisognerà semplicemente insistere per poter alzare sempre più il livello.

Sabato a Gavirate si chiuderà la tournée estiva biancorossa con il “match in famiglia” contro i rossoblù del patron Massimo Foghinazzi (la Prima Squadra di Alessandro Marzio ha battuto ieri 3-2 la Juniores Nazionale di Alessandro Unghero). Al termine dell’allenamento congiunto ci sarà la presentazione ufficiale del Varese per un altro grande abbraccio con i tifosi: se la Curva ha già manifestato il suo intento, dal Varese si rilancia. “Sabato sarà una giornata di festaconclude Montanaroe ripartiremo dai 500 presenti contro l’Atalanta U23: non vediamo l’ora di riabbracciarli e di poterlo fare per tutta la stagione. Varese siamo tutti noi, dalla dirigenza ai ragazzi in campo passando soprattutto per i tifosi: insieme si può costruire qualcosa di grande“.

Il pensiero del direttore sportivo ricalca quello di Floris e Barzotti. Entrambi, infatti, hanno invitato a gran voce il pubblico ad unirsi alla festa di Gavirate, ma sono le parole dell’attaccante a spiegar bene la mentalità del nuovo Varese: prima della festa ci sarà un’altra partita da giocare, un’ulteriore (e ultima) occasione per lavorare nel concreto sul ritmo partita prima del debutto stagionale. Una stagione che vedrà il Varese competere per stare in alto così come faranno i colleghi di Piacenza: sfumature biancorosse, si spera, dal sapore di Serie C.

Matteo Carraro
Foto Ezio Macchi

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