Vincere non è mai facile, men che meno scontato: chiaro però che idee, competenze e programmazione rappresentino ingredienti cruciali affinché ciò accada. Prerogative fondanti in casa Solbiatese viste le ambizioni nerazzurre a tutti i livelli. Se lo sguardo della Prima Squadra va obbligatoriamente alla finalissima di Coppa Italia Eccellenza (l’11 maggio a Firenze contro il Paternò) che mette in palio un pass per la Serie D, il macrocosmo di Solbiate Arno può già iniziare a festeggiare visto che, dopo il trionfo della Juniores Regionale A, anche l’Under16 Regionale ha matematicamente vinto il Girone A con due giornate d’anticipo.
Un successo tanto importante quanto meritato per gli Allievi di Luca Mezzotero, che con soddisfazione commenta: “La stagione è stata positiva non solo per il risultato, ma perché già dall’estate siamo riusciti a costruire bene un gruppo, che per metà è nuovo, instaurando fin da subito un bel rapporto e una mentalità importante dal punto di vista della cultura del lavoro, della voglia di migliorarsi e dell’apprendere. Ogni giorno è stato vissuto con questa mentalità positiva e propositiva, il segreto per vincere”.
A livello personale, invece, che soddisfazione è stata?
“Ormai sono in casa Solbiatese dal 2017 e sicuramente un risultato del genere fa piacere; sono soddisfatto, come detto, più che altro per la metodologia di lavoro che c’è stata, tramite la quale abbiamo portato in campo precise idee, concetti e principi per far sì che fossero i nostri ragazzi a condurre le partite proponendo un calcio pulito e palla a terra, con il coraggio e la consapevolezza di poter rischiare un passaggio o una giocata. Sono felice che questa idea sia diventata propria dei mie giocatori che, a questo punto della stagione, credono in sé e nelle proprie possibilità”.
I numeri dimostrano la bontà della vostra stagione: miglior attacco e miglior difesa che certificano la superiorità della Solbiatese. C’è però stato un momento di difficoltà? E, in tal caso, come è stato affrontato?
“I numeri rispecchiano il nostro lavoro, vista anche la precisa idea tattica data alla squadra in fase di non possesso: questa organizzazione ci ha portato a subire meno reti. Sulle difficoltà non c’è mai stato un vero e proprio momento di crisi, ma abbiamo perso due delle prime sei partite: sconfitte arrivate quasi casualmente, con l’ovvio e dovuto rispetto degli avversari, mai per mancanza di impegno o prestazione. Certo è che iniziare con un ko e perdere un’altra sfida alla sesta di campionato poteva destabilizzarci, e invece i ragazzi hanno subito dimostrato un ottimo livello mentale reagendo con determinazione ed entusiasmo per arrivare dove siamo arrivati. Proseguire con questo gruppo? Sono chiaramente discorsi prematuri visto che siamo ancora nel pieno della stagione, ma nulla fa pensare al contrario anche perché c’è la voglia comune di continuare il percorso”.
Quali sono i margini di crescita di questa squadra? A maggior ragione considerando il contesto in cui siete viste le ambizioni della Solbiatese.
“I margini di crescita sono ovviamente tanti, a maggior ragione in categorie del genere visto che parliamo di ragazzi di 15/16 anni. Ognuno di loro spicca magari a livello caratteriale, tecnico o tattico: insieme allo staff ci siamo mossi fin da subito per migliorare le caratteristiche migliorabili, ma soprattutto per elevare le qualità migliori del singolo. Le ambizioni societarie sono ben note e ci auguriamo di poter raggiungere questi traguardi tutti insieme: sapere che davanti a sé c’è un determinato tipo di percorso può fungere da ulteriore stimolo per i ragazzi”.
A proposito di stimoli, posto che in primis bisogna chiudere il campionato, cosa comporta il giocare una post season confrontandosi con realtà diverse e geograficamente più lontane?
“Chiaro che il nostro focus sia ora rivolto alla post season perché siamo consapevoli di poter dire la nostra nella parte della stagione più stimolante e bella da giocare. Lottiamo per un titolo e lo faremo giocando turni secchi, partite da dentro o fuori, contro avversari forti e validi sotto tutti i punti di vista: ci teniamo a far bene e dovremo dimostrare di saper gestire e vivere sfide del genere”.
A chi va la dedica per questa prima piccola grande impresa?
“La dedica non può che andare ai ragazzi perché io sono subentrato quest’anno: loro sono i protagonisti, hanno lavorato duramente fin dal principio e un grande grazie va proprio agli sforzi profusi e alla fiducia che hanno riposto nello staff e nella società. A proposito, una dedica non può non andare alla dirigenza della Solbiatese che ci ha supportato fin dall’estate fornendoci tutto il necessario per lavorare al meglio delle nostre possibilità. La stagione non è ancora finita e senza dubbio proveremo a dire ancora la nostra”.
Matteo Carraro