Una collaborazione con un obiettivo comune: la crescita a trecentosessanta gradi dei giovani calciatori, non solo sotto il mero aspetto tecnico-tattico, ma anche e soprattutto in termini di capacità motorie e cognitive. È sulla base di queste premesse che da due anni Ten Training affianca diverse società dilettantistiche del nostro territorio, offrendo sessioni di perfezionamento direttamente presso i rispettivi centri sportivi. Al termine di una stagione ricca di sfide e di altrettante soddisfazioni, il co-fondatore dell’associazione Mattia Pace traccia un bilancio dell’attività, soffermandosi sia sull’operato in campo che sulle prospettive a breve e medio termine.

Cosa puoi raccontarci di queste due stagioni? Quali progressi avete riscontrato da un’annata all’altra?
“In questi due anni siamo passati dal collaborare con quattro società a quasi una ventina, di cui una quindicina nella zona di Varese e le altre tra Milano e Monza. Il bilancio è molto positivo, soprattutto per il numero di atleti che siamo riusciti a raggiungere, dato che tra allenamenti individuali, open day e camp abbiamo lavorato ormai con quasi cinquecento ragazzini. Diciamo che siamo sulla strada giusta per fare bene”.

Quando si ama uno sport, le ore passate in campo non sono mai abbastanza. Quali sono i benefici di questa collaborazione con i club?
“Sicuramente è un servizio aggiuntivo che può attirare i genitori a iscrivere i figli in quella società. I nostri trainer sono preparati secondo un metodo preciso, che ognuno di loro interpreta in base alle proprie conoscenze e competenze, ma sempre conformemente a linee guida comuni, e proprio per questo pensiamo che la nostra offerta possa avere un valore aggiunto importante. Più ci si allena, più ci si migliora da un punto di vista individuale e di conseguenza anche in un contesto squadra. Queste ore extra sul campo, organizzate in modo strutturato e dettagliato, non possono che fare bene ai singoli giocatori e di riflesso anche alle società, non solo perché il livello del gruppo si alza, ma anche perché i ragazzi possono trascorrere un po’ più di tempo al campo anziché davanti alla TV o al computer, passatempi non funzionali alla loro formazione. Questo concetto per noi è molto importante, tant’è che i nostri trainer non si chiamiamo “allenatori” ma “formatori”: il nostro obiettivo è di formare, non di allenare, e un posto dove ci si può esprimere anche sbagliando è naturalmente un posto sano dove fare sport”.

Come inizia questa vostra partnership con una società dilettantistica? Su quali fattori si basa la vostra scelta?
“Sicuramente il fattore centro sportivo conta tanto, perché vogliamo dare una certa immagine e veicolare il messaggio di allenamenti di qualità in una struttura che soddisfa determinati requisiti. In un’ottica più ampia, da parte nostra intendiamo questa collaborazione come una sorta di inclusione. In un contesto come quello di oggi, in cui spesso le società entrano in competizione tra loro per avere più iscritti, il nostro intento è di coinvolgere quanti più ragazzi possibili per migliorare il livello dei singoli e del calcio del territorio in generale, puntando a risultati che possano giovare a tutti: il movimento cresce, aumenta il numero di ragazzi che vogliono praticare questo sport e magari in futuro qualcuno riuscirà a sfondare e arrivare nei professionisti, cosa non semplice che non promettiamo a nessuno, ma che sarebbe ovviamente un bellissimo traguardo” .

Il vostro bacino di utenza si sta ampliando a vista d’occhio. Come intendete procedere per il prossimo anno?
“Tendenzialmente manterremo le stesse società di questi due anni, soprattutto in zona Varese, dando continuità al lavoro che già stiamo facendo. È molto probabile che se ne aggiunga qualcun’altra con cui abbiamo già preso accordi, ma non saranno più di una o due. Più in generale, potremo sfruttare anche il parco Bergora a Buguggiate, che abbiamo ufficialmente preso in gestione in questi giorni e che sarà quindi un nostro nuovo spazio in cui poter fare allenamento”.

Guardando a un futuro più lontano, qual è il vostro sogno nel cassetto?
“Ne abbiamo tanti. Come avevo già dichiarato nell’intervista di presentazione della nostra associazione, ci piacerebbe tanto ampliare la nostra offerta di allenamenti individuali ad altri sport. Quello che era nato come sogno è ormai diventato uno dei nostri obiettivi futuri, e infatti abbiamo iniziato ad avere qualche interazione nell’ambiente del basket, che a Varese è ovviamente uno sport molto gettonato. Un altro progetto a cui vorremmo dar forma sono i programmi di interscambio che permetterebbero a ragazzi stranieri di essere ospitati per un certo periodo in Italia e di seguire non solo i nostri allenamenti ma anche un percorso di formazione extra campo organizzato tramite Ten. Abbiamo anche in mente di organizzare dei camp fuori sede, come potrebbe essere una settimana al mare o in montagna, e di ampliare i nostri servizi di nutrizionistica, mental coaching e preparazione atletica per ragazzi promettenti o più in generale per tutti coloro che vogliono formarsi anche al di fuori del campo. Ci stiamo anche occupando di progetti all’estero, in particolare in America, dato che io e altri soci abbiamo alle spalle esperienze internazionali, e stiamo realizzando un progetto pilota a Miami che per ora sta andando abbastanza bene e che cercheremo di ampliare per il futuro. Il nostro desiderio più grande, comunque, è di gestire una società sportiva e portarla ad alti livelli con la nostra ideologia. Al momento non può ancora definirsi un obiettivo… ma il nostro più grande sogno nel cassetto”.

Silvia Alabardi

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