E’ senza dubbio uno dei principali talenti della casa Varese Basketball, il settore giovanile congiunto di Pallacanestro Varese e Robur Et Fides, voluto da Luis Scola quale perno del suo progetto in terra bosina.

Un giocatore argentino, giovane, che però si sta dimostrando, anno dopo anno, un vero e proprio prospetto sul quale Varese può anche pensare di andare a puntare in chiave Serie A tra qualche anno. Di chi stiamo parlando? Di Ivan Prato.

Iniziamo con il parlare della sua infanzia…
“Sicuramente quello è stato il periodo più felice che ho vissuto finora. In famiglia siamo in 4: mamma, papà e un fratello più grande di 22 anni. Mio papà, io e mio fratello condividiamo la passione per la pallacanestro, giocavamo molto insieme, io ho iniziato a prendere in mano un pallone da basket a 4 anni”.

Ecco, la passione per il basket da dove arriva?
“Da papà, che giocava già prima che io nascessi. Un giorno mi ha portato in palestra e mi sono subito innamorato”.

Cosa le piace di più di questo sport?
“Il fatto che devi lavorare ogni giorno, intensamente, per migliorare, oltre all’ambiente che si crea in palestra, con tanti amici”.

Il suo idolo?
“Manu Ginobili, se invece devo dirne uno al di fuori dell’Argentina dico Lebron James”.

Quando un paio di anni fa è arrivata la chiamata di Luis Scola come ha reagito?
“Ho detto che il mio idolo e Ginobili ma anche Luis è un totem per noi argentini, uno dei giocatori più forti che siano mai esistiti nella nostra nazione. Quando mi ha chiamato è stato bellissimo, abbiamo parlato del progetto che aveva per me e mi ha convinto. Ritengo sia una bella persona e mi sta aiutando molto qui a Varese”.

Quanto ha influito nella sua scelta di venire a Varese sapere di trovare tanti allenatori e compagni argentini?
“Senza dubbio ha influito parecchio. Il fatto di lasciare casa ma andare in un contesto in cui avrei ritrovato tanti connazionali ha sicuramente agevolato la mia scelta”.

Passare da Villa Maria a Varese è stato un passo importante…
“Si. All’inizio mi ha accompagnato mia mamma, soprattutto per sistemare tutte le questioni burocratiche, però non è stato sicuramente semplice e tutt’ora devo ancora ambientarmi al 100%”.

Conosceva Varese prima di venire qui?
“No. Avevo studiato un po’ di italiano prima di venire qui, visto un po’ di foto ma non sapevo davvero che città fosse Varese”.

Quando è arrivato che città ha trovato?
“Bellissima, l’ambiente che ha la Pallacanestro Varese è unico”.

E’ un punto di riferimento della B Interregionale ma ha anche la fortuna di allenarsi con i compagni della Serie A. Quanto è importante questo per lei?
“Per la mia crescita è fondamentale. Sono ancora molto piccolo e lavorare con i professionisti è un qualcosa che mi accresce ogni giorno. Cerco di rubare qualcosa a tutti i senior ogni giorno”.

Il compagno che l’aiuta di più in allenamento in A?
“Matteo Librizzi e Davide Alviti”.

Fuori dal campo che passioni ha?
“Sono un tipo tranquillo, leggo tanto e gioco alla playstation”.

Settimana scorsa è stato uno dei protagonisti della vittoria contro Gallarate, come valuta il vostro inizio di stagione in B Interregionale?
“Stiamo facendo bene, abbiamo perso un paio di partite che potevamo vincere come quella di Genova. La stagione è iniziata con il piede giusto, sia a livello personale che di gruppo, stiamo crescendo e a Gallarate si è visto. Abbiamo fatto un pò di errori nei primi 30′, poi nell’ultimo quarto siamo stati clamorosi”.

Dove si vede da qui a 5 anni?
“Al massimo livello possibile, che sia a Varese, in Serie A o all’estero”.

Alessandro Burin

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