Cambiano gli interpreti ma non la filosofia, il progetto, la direttrice che guida il metodo di allenamento e segna gli obiettivi. E’ iniziata una nuova stagione del progetto Varese Basketball che anche quest’anno vede la Prima Squadra disputare il campionato di Serie B Interregionale.

Nonostante le partenze di giocatori come Zhao e Bottelli, l’ambizione ed il marchio di fabbrica del gioco della squadra di coach Davide Roncari non sono cambiate. Fino ad oggi i punti conquistati in campionato sono stati solo 2 in 4 partite, quelli della vittoria clamorosa in rimonta contro Oleggio, ma Roncari non si mostra per nulla preoccupato, guardando a più ampio raggio tutto il percorso.

Coach ci spieghi com’è nata la squadra di quest’anno?
“Siamo ripartiti con la consapevolezza che avremmo perso Blair, non sapendo cosa avrebbe fatto Zhao anche se difficilmente sarebbe rimasto legato alla B Interregionale mentre su Bottelli l’idea era quella di averlo come faro della squadra prima che arrivasse l’offerta di Roma che gli ha consentito di portare avanti gli studi, condizione per lui fondamentale. Ci siamo trovati un pò corti, è vero, però l’idea è sempre la stessa: far crescere il gruppo di U17 con l’aggiunta di Carità, ed ovviamente la leadership e le qualità di Tapparo, Kouassi e Assui a guidare tutto il gruppo. Ora dobbiamo velocizzare l’apprendimento e soprattutto la consapevolezza che in B Interregionale ogni pallone pesa, non è minimamente paragonabile alle giovanili, qui si gioca per la salvezza o per i playoff ed ogni azione ha un peso specifico importante”.

La scelta di aggregare Assui alla B Interregionale, nonostante l’impegno in Prima Squadra, in che ottica è stata fatta?
“In primis per lui, per dargli la possibilità di continuare a crescere fino a ritagliarsi uno spazio sempre più ampio in A abbandonando gradualmente la B. Le prime partite ci hanno dato buone risposte sul suo apporto, gli sto chiedendo di essere leader, di assumersi responsabilità, di sapere che tutti i compagni guardano a lui come giocatore principale. Il suo step di crescita dovrà avvenire nella lettura dei momenti della partita e lo sta facendo molto bene. Mi piace molto che sia in partita che in allenamento lui, come Tapparo, danno il segnale quando c’è d’alzare l’intensità difensiva e non è una cosa scontata”.

Si aspetta una crescita sempre più importante da parte di Villa e di Prato, non solo dal punto di vista tecnico, quanto caratteriale?
“Di quello che sta facendo Villa sono molto contento. E’ un elemento cardine di quello che abbiamo in testa, lui ci tiene tantissimo ed è un nostro caposaldo. Mi sta stupendo tantissimo anche Ivan sotto tanti punti di vista: il fatto di essere aggregato stabilmente con la Serie A lo porta ad avere un atteggiamento completamente diverso in allenamento rispetto a quello che aveva l’anno scorso. Se riescono a vivere in maniera positiva, quindi senza montarsi la testa, quello che gli succede con la Serie A, può essere solo tutto che di guadagnato”.

Guardando ai risultati, quanto l’è dispiaciuto lasciare per strada almeno due punti fin qui?
“Tanto, soprattutto se ripenso alla sfida con Collegno di settimana scorsa. Abbiamo peccato in esperienza e mentalità, era una partita che potevamo vincere, però sono certo che anche questo step ci servirà per crescere”.

Come valuta, a posteriori, la scelta di Zhao di andare a giocare nella lega Overtime Elite?
“Bisognerebbe capire se lui vuole aprirsi una vetrina su un basket più oltreoceano che europeo. Non conoscevo benissimo questa lega quest’estate, lo sto conoscendo piano piano e parlando con Wei ci sta come idea. Tanti ragazzi che escono da lì riescono ad andare in NCAA, quindi ti dirigi verso palcoscenici di un certo tipo. Poi, io sono convinto che lui avrebbe potuto benissimo fare una B Nazionale di alto livello o il cambio in una squadra di A2 senza problemi. Non ho mai voluto forzarlo sulla scelta di questa estate perché era una cosa sua, però gli avevo detto che secondo me a quel livello ci sarebbe stato benissimo”.

Alessandro Burin

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