Forse qualche lacrimuccia agli occhi ci sarà, forse questa storia ha già di per sé un lieto fine fatto di stima e sentimenti, forse basta un po’ di leggerezza e l’inconfondibile passione per decretare che questi ultimi 180 minuti saranno solo un punto esclamativo alla fine di un percorso bellissimo, fatto sta che le strade di Carlo Ferrario e del Victoria si divideranno da qui ad un paio di settimane.
Bisogna fare i conti con la vita oltre il calcio, con un’offerta di lavoro irrinunciabile e con una scelta dolorosa ma anche doverosa. “Ho avuto una proposta a cui non potevo dire di no, tra un paio di settimane mi trasferisco definitivamente ad Alba e, a malincuore, devo dire addio a Ferno”. Addio o arrivederci?Bella domanda, io spero di poter tornare un giorno, ma onestamente la certezza non ce l’ho, non so cosa succederà, so solo che adesso è un addio pieno di rammarico”.

La liaison inizia nella stagione 2018/19 quando il difensore approda in gialloblù e vince il campionato di Seconda Categoria, da lì è un saliscendi di emozioni.
Siamo passati da una finale playoff, poi andata male, per salire in Promozione, ad uno spareggio playout con l’incubo di retrocedere, l’ultima partita dello scorso anno io l’ho vissuta malissimo ma mi e ci ha fatto crescere tanto, è stata un’esperienza importante, il rammarico di oggi è lasciare una stagione a metà in cui si stanno ponendo le basi per qualcosa di solido, in cui c’è un gruppo che davvero è unito e sereno, spiace molto chiudere così e per cause di forza maggiore”.

Fino ad oggi che stagione ha messo a referto il Victoria?
Non posso dire che i risultati siano quelli che ci aspettavamo, a questo punto della stagione pensavamo di essere un po’ più in su, non siamo partiti con l’idea di essere tra i primi ma certamente potevamo fare meglio, adesso abbiamo anche cambiato qualcosa con i nuovi innesti, ma al di là di questo, di moduli e numeri, possiamo dire che in questa prima parte è stato costruito un gruppo di amici che prova a giocare a calcio nel miglior modo possibile e che lo fa in maniera serena cosa che non sempre è successa nel corso di questi anni”. 

Per arrivare a tanto dopo il campionato difficile della passata stagione, su cosa avete lavorato? C’è un “segreto?”
L’unico segreto è stato rimettere in primo piano entusiasmo e divertimento, era giusto tenere un’impronta ma anche dare una scossa a quest’ambiente, si è creato un bel feeling con tutti, tanto che anche alcuni ragazzi andati via in questo mercato invernale continuano a scriverci sul gruppo WhatsApp e ad incoraggiarci, giusto per far capire il clima che c’è quest’anno a Ferno, sono molto orgoglioso di questo, è sintomo di cose belle, di sentimenti veri”.

Cosa vi è mancato, invece, in questo girone d’andata dal punto di vista prettamente calcistico?
Ci è mancata un po’ di convinzione nei nostri mezzi, un po’ di consapevolezza, paradossalmente abbiamo fatto più fatica quando siamo andati in vantaggio perché magari non abbiamo trovato la lucidità per chiuderla, ci siamo abbassati e alla fine abbiamo subito, come dice il nostro mister talvolta “improvvisiamo”, quando ci facciamo prendere dalla foga, quando ci rendiamo conto che il tempo stringe, e alla fine è solo controproducente per noi”.

Te lo aspettavi più o meno così il girone quest’anno?
Diciamo di sì, anche se qualche sorpresa c’è. L’Olimpia ha preso il blocco Laveno e se il Laveno era là in alto lo scorso anno non poteva essere diversamente in questa stagione, il Morazzone è una squadra che retrocede dalla Promozione e che ha valori enormi, certo nell’ultimo mese sta facendo un po’ fatica ma sono convinto che si rialzeranno in fretta, le sorprese sono il Gorla Minore, che da neopromossa sta facendo molto bene e sta dimostrando di essere sul pezzo, e la Folgore Legnano che zitta zitta si è messa davanti a tutti, loro forse non impressionano nel gioco ma sono una squadra compatta e questo li sta premiando”.

E tu sei soddisfatto del tuo contributo fino ad oggi?
Devo dire di sì, penso di aver fatto una buona stagione, ma il metro di giudizio per valutarlo è un altro, ti racconto un piccolo aneddoto”. Spara. “Ho amici al di fuori del contesto calcistico che ogni anno mi prendono in giro dicendomi “tanto fino a novembre non giochi, poi diventi titolare e non ti tolgono in più”, ecco mettiamola così, quest’anno ho fatto qualche panchina meno rispetto al solito, ma io sono uno che lavora in silenzio, che non mette il becco in discussioni extra campo, credo che l’esperienza e la maturità aiutino a mettere più impegno, vedo giovani pieni di talento e qualità che si perdono in niente, io un complimento me lo faccio e da questo punto di vista penso davvero di essere professionale”. 

Al di là della tua partenza, quali sono ora gli obiettivi della squadra?
Questa società è ambiziosa ed è giusto che sia così, io sono convinto che si possa risalire qualche posizione, la voglia di arrivare in ottica playoff, al di là del distacco punti, c’è, credo che lo step sia quello di chiudere l’annata con il naso appena fuori dalle prime cinque posizioni, sarebbe importante anche in ottica futura e sono convinto che ci siano i mezzi per riuscirci”.

Prossimo ostacolo, San Michele: che gara ti aspetti?
Qui posso ricollegarmi un po’ al discorso di prima, quello in cui siamo una squadra più propensa nel giocare a calcio che nel fare la guerra, il San Michele è coinvolto nella lotta per non retrocedere e si presenterà con il coltello fra i denti ma resta comunque una formazione con dei valori, bisogna anche vedere come imposteranno loro la gara ma sono convinto del fatto che chi è in fondo abbia fame, arriveranno affamati, sarà una sfida in cui bisognerà avere massima attenzione”.

Cosa vedi nel tuo futuro e cosa auguri, invece, ai tuoi compagni?
I miei compagni da quando hanno saputo che me ne vado mi chiamano Giuda, quindi non auguro proprio nulla (ride ndr), scherzi a parte, gli auguro di raccogliere frutti anche solo pari al 90% delle loro possibilità perché sono convinto che sarebbe un risultato enorme che li porterebbe davvero in alto. “Per quanto riguarda me – prosegue Ferrario – pensare al chiodo a cui appendere le scarpe mi fa male, questa “chiusura” così forzata mi lascia rammarico, più di tutto mi spiace non poter godere dei risultati che potremmo ancora ottenere insieme, per il resto non ho certezze, gioco a calcio da quando ho 5 anni e vorrei potermi aggrappare ancora a questa passione, anche in futuro, magari con un altro ruolo, ma ad oggi la vedo difficile, vedremo cosa mi riserverà la vita”. “Quello che so – conclude il difensore – però, è che Ferno per me è stata una chance importante, mi ha permesso di vivere anni bellissimi e senza questa società non sarebbe stato possibile, vado via ma non scendo dalla nave, sarò sempre un tifoso, sarò sempre a bordocampo, sarò sempre gialloblù”.

Mariella Lamonica

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