Ferdinando Vitofrancesco, Stefano Banfi, Stefano Molinari, Andrea Malinverno, Niccolò Stampi e Stefano Ferrari (in rigoroso ordine di… esperienza). Il valore della continuità. Sono loro i “volti noti” del nuovo Varese (ad onor di cronaca il gruppo di lavoro comprende anche il preparatore atletico Luigi Pasquillo e il fisioterapista Simone Bestetti), le sei conferme della passata stagione che garantiscono un trait d’union nel percorso biancorosso a cavallo delle due stagioni sportive.

Immortalati ieri all’inizio della prima seduta d’allenamento estiva (guarda qui la fotogallery), i sei “veterani” hanno dispensato e condiviso sorrisi ed entusiasmo con i nuovi compagni di squadra, all’alba di un’annata che per il Varese dovrà essere di straordinaria importanza. L’obiettivo implicito è infatti quello della vittoria (ribadito in maniera molto più esplicita dai tifosi che hanno chiesto la Serie C) e sia squadra che società sono ben consci del peso di questa responsabilità. Il progetto avviato l’anno scorso ha lasciato in eredità una squadra da terzo posto, una più che discreta base di partenza: il tema della continuità è stato centrale della conferenza stampa di presentazione di Antonio Montanaro e Roberto Floris e la piazza si aspettava molte più conferme rispetto a quelle che ci sono poi effettivamente state. Osservazione cui il ds biancorosso non si è esentato dal rispondere, ribadendo che la volontà di rinnovare altri giocatori c’era: i matrimoni, però, si fanno sempre in due e le decisioni dei giocatori sono state accettate e rispettate. Di contro, Montanaro e la società non si sono certo fatti trovare impreparati relativamente ai “divorzi” e il valore qualitativo della rosa allestita è indubbio.

Proprio da qui, però, si apre un’interessante riflessione: il Varese ha cambiato troppo? La premessa, retorica e ripetitiva, è che solo il campo darà una risposta; ad oggi non ci sono dati tangibili per dar seguito ad un eventuale “sì” o ad un eventuale “no”. A livello speculativo si può invece dire che cambiare non è mai facile, ma al tempo stesso bisogna dare il giusto valore alle conferme. Ferdinando Vitofrancesco non ha bisogno di presentazioni: il veterano classe ’88 si è subito fatto carico della fascia da capitano e si è dimostrato un autentico leader umano ancor prima che tecnico, visto che il suo carisma non passa certo inosservato all’interno dello spogliatoio. Stefano Banfi (’00) ha saputo conquistare in poco tempo l’Ossola grazie al suo temperamento e al suo spirito di sacrificio; un giocatore che sarà certamente d’esempio per tutti i compagni. Esempio che è anche il coetaneo Stefano Molinari, uno che fa della cultura del lavoro il suo punto di forza: mai una parola fuori posto, solo tanta voglia di lavorare e di migliorare al servizio della causa biancorossa. Andrea Malinverno (’02), da tre anni in biancorosso, incarna meglio di chiunque altro lo spirito del vero varesino e sa bene quale sia il peso di questa maglia. Niccolò Stampi (’05) e Stefano Ferrari (’06) sono molto più giovani ma entrambi si sono fatti le ossa lo scorso anno superando momenti difficili e risultando elementi importanti nell’ascesa al terzo posto: saranno determinanti nel trasmettere ai loro coetanei l’importanza di giocare per una piazza come Varese.

Un’ulteriore considerazione si lega proprio al cammino dello scorso anno. La rosa allestita da Davide Raineri e Corrado Cotta nasceva dalle ceneri della debacle 2022/23: la scorsa estate le conferme furono cinque e dal “peso specifico inferiore”, visto che si trattava di elementi giovani con molta meno esperienza. Eppure lo spirito di squadra ci ha messo poco a formarsi, contagiando i tifosi al di là del risultato; proprio per questo in molti speravano in più conferme (i vari Cottarelli, Zazzi, Palazzolo e Di Maira su tutti). L’abilità di Floris e del suo staff dovrà dunque essere quella di plasmare in primis una bella alchimia di gruppo (e le premesse ci sono) per consentire a chiunque di far fruttare al meglio le proprie qualità. La ricetta? Pazienza. E in questo i sei riconfermati potranno giocare un ruolo cruciale.

Il Varese ora ha bisogno di lavorare con tranquillità nelle prossime settimane per mettere benzina nelle gambe e assimilare le idee tattiche del mister. La squadra è ben bilanciata tra esperienza e freschezza, le idee di base ci sono (i 2006 in porta, e gli altri due under a centrocampo e sulle fasce), la difesa è solida e l’attacco avrà tutto da dimostrare: fiducia e consapevolezza saranno le due caratteristiche imprescindibili per gettare le fondamenta su cui costruire una stagione che si spera possa essere vincente in campo e fuori.

Matteo Carraro

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