Sarà lo statunitense Ben Shelton il prossimo avversario di Mattia Bellucci. Al primo turno del main draw di Wimbledon il tennista bustocco classe ’01 affronterà quello che è attualmente il 14esimo giocatore del ranking mondiale. Un sorteggio sicuramente non agevole, quello che ha messo di fronte il mancino cresciuto a Castellanza al suo coetaneo nativo di Atlanta, ma che comunque non ha un risultato così scontato come potrebbero dire le classifiche dei due. Bellucci, infatti, al momento si è attestato alla posizione numero 150 ATP, ma dal ritorno dalla trasferta cinese (per giocare vari tornei del circuito Challenger, ndr) sta trovando ottime risposte su tante superfici. Shelton, dal canto suo, non arriva da un momento florido e, soprattutto su erba, sta faticando a trovare i risultati sperati, dato che in tre tornei disputati su questa superficie ha conquistato una sola vittoria a fronte di tre sconfitte. Questo dato non deve ingannare però sulla caratura dell’avversario, infatti Shelton ha caratteristiche di gioco che si matchano bene con l’erba londinese, una su tutte il servizio esplosivo che lo porta spesso a mettere a referto valanghe di ace. Che la partita sia aperta e che Bellucci andrà in campo per cercare di vincere è innegabile, lo testimonia anche il primo turno del main draw del Roland Garros dove l’atleta della MXP Tennis Academy ha lottato fino al quinto set per poi cedere a un giocatore molto più quotato come Frances Tiafoe (al momento numero 26 ATP, ndr).
Per capire le sensazioni che seguono ad un risultato così bello conquistato sul campo grazia a tre vittorie prestigiose e che precedono un match così complicato ma stimolante, abbiamo raggiunto il coach di Mattia Bellucci, Fabio Chiappini: “Indubbiamente aver raggiunto il tabellone partendo dalle qualificazioni anche a Wimbledon è un ottimo risultato. Già lo scorso anno avevamo perso al terzo turno di quali contro Stricker, dunque eravamo consapevoli che sull’erba Mattia potesse esprimere al meglio il suo tennis. In generale io credo che il suo gioco sia molto versatile e noi stiamo lavorando per migliorare alcuni aspetti che lo rendano ancor più completo e prolifico. Ripercorrendo il percorso nel tabellone cadetto devo fare veramente i complimenti a Mattia per come ha affrontato i momenti difficili, tenendo sempre la testa alta e continuando a macinare gioco; ha superato in extremis Ajdukovic in una vera e propria lotta e poi è cresciuto con Zapata Miralles prima e con Goffin poi. La qualificazione è meritata e adesso ci aspetta un incontro di spessore”.
Proprio su quello che significa affrontare un giocatore forte come Shelton si è soffermato Chiappini: “La partita con Shelton sarà molto difficile. Lui è un tennista fantastico e complicato da affrontare, ma a parte l’emozione iniziale che può esserci entrando all’All England Club (sede dello slam britannico, ndr) il nostro obiettivo dev’essere il solito: entrare in campo e giocare per portare a casa la vittoria. Questo tipo di partite hanno un grande valore anche nel percorso di crescita, non solo di Mattia ma di tutto il team. Grazie alla chance di poter affrontare giocatori forti e nei piani alti della classifica si capiscono punti forti e deboli del proprio gioco e dove poter intervenire per migliorare ancora per fare quello step in più”. Step in più che Chiappini identifica come la top 100 ATP, traguardo alla portata di un tennista talentuoso e dedito al lavoro come Bellucci: “Ci siamo fissati l’obiettivo di entrare nei primi 100 giocatori del mondo, il che vorrebbe dire entrare negli slam dalla porta principale e non dal tabellone di qualificazione. Sappiamo che lavorando come abbiamo sempre fatto il risultato possa essere raggiungibile. Sta a noi metterci quel qualcosa in più per far sì che si possa tagliare questo traguardo”.
Insomma, le motivazioni a Bellucci e al suo team non mancano e lunedì alle 17 (orario indicativo in cui è stato fissato il match, ndr) vedremo se il varesotto proseguirà la sua avventura sui splendidi campi di Wimbledon o se il suo percorso subirà uno stop per mano di Ben Shelton.
Filippo Salmini