Giovedì turbolento per quel che riguarda la giustizia sportiva. Detto della squalifica di Matteo Costa in Seconda Categoria (e dell’immediata replica da parte della società), è ora il turno di Nicolas De Novara raccontare la propria versione dell’episodio che ha visto il calciatore del Beata Giuliana ricevere una maxi-squalifica di due anni e quattro mesi.

La premessa è che mi scuso per ciò che ho fatto esordisce un visibilmente provato De Novara –, ma quello che è stato scritto sul referto è pura diffamazione. Rientravo dopo due mesi di infortunio e, nel momento in cui mi sono visto negare un rigore nettissimo, ho tirato una bestemmia. L’arbitro mi ha espulso: preso dal momento mi sono avvicinato al direttore di gara in maniera irruenta, ma non ho fatto nessuna scenata di due minuti, nessuno mi ha dovuto trattenere e, soprattutto, non mi sono permesso di tirargli uno schiaffo. Su cento persone presenti, tra compagni, avversari e pubblico, tutti confermano la mia versione: solo l’arbitro e l’osservatrice hanno visto ciò che non è successo”.

Lo sfogo del giocatore rossoblù prosegue: “So di aver sbagliato a bestemmiare, il cartellino rosso è giusto, anche se non sono certo l’unico a farlo e non capisco perché io sia stato espulso a differenza di altri, e so che magari il direttore di gara si è intimorito nel vedendomi arrivare così. In tal caso sono il primo a essere dispiaciuto, ma sono episodi di campo che succedono ovunque; figuriamoci in Terza Categoria. Da lì, però, sono andato in panchina a prendere le mie cose e sono uscito: bestemmia a parte, non ho fatto nulla di ciò che è scritto nel referto anche perché se avessi davvero colpito l’arbitro la partita sarebbe stata sospesa. Anzi, a fine gara ho avuto modo di parlare proprio con il direttore per scusarmi e nessuno poteva aspettarsi una squalifica del genere”.

Il Beata Giuliana, che ha poi subito anche le squalifiche di per quattro giornate di Tommaso Cefalù e di Carmine De Novara (“La partita dalla mia espulsione si è inevitabilmente animata” aggiunge il fratello Cristian) si è immediatamente adoperato per presentare ricorso e Cristian De Novara chiude: “Ho 22 anni: la mia carriera non è certo proiettata verso la Serie A, ma ho subito un’enorme ingiustizia. Di fatto sono rovinato perché ovunque andrò avrò questa croce addosso e il chi legge il referto avrà un’idea di me che non corrisponde alla realtà. Mi sarei preso le mie responsabilità se avessi davvero fatto qualcosa, ma tutti i testimoni mi danno ragione e sposano la mia versione dei fatti; non so perché sia stato scritto altro sul referto arbitrale. Mi auguro che la vicenda possa presto risolversi in positivo”.

Matteo Carraro

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