Dopo un punto in tre giornate, il Samarate è tornato a vincere e con, una classifica che si è accorciata, lo sguardo dei biancoazzurri non può che orientarsi verso l’alto: la squadra di mister Squizzato ha già dimostrato lo scorso anno di avere le carte in regola per un campionato di vertice e, a maggior ragione dopo i rinforzi estivi, è lecito aspettarsi maggior continuità di rendimento.

Aspetti di cui Christian Patani, dall’alto della sua esperienza è ben consapevole. Il 2-0 sulla Jeraghese può e deve rappresentare un nuovo starting point in vista delle prossime impegnative sfide, a cominciare dalla trasferta di Mercallo. “Tornare a vincere, oltre che soddisfacente, è stato molto importante – esordisce il difensore classe ’94 –. Ci serviva: abbiamo affrontato una squadra tosta, fisica e preparata, ma siamo stati bravi ad aver pazienza, colpire nei momenti giusti e, soprattutto, a non prendere gol”.

Domenica avete capitalizzato quel gioco che si era già visto nelle precedenti uscite, che non era però bastato a portare a casa il risultato pieno; in altre parole, fin qui vi è mancata la continuità.
“Sì, ce lo siamo detti anche noi, ma va anche sottolineato il fatto che non è facile trovare continuità in un campionato del genere: ci sono tantissime realtà forti e, personalmente, non vedo quelle due/tre squadre materasso che garantiscono “punti sicuri”. Tante società che hanno detto chiaramente di voler vincere: questo, oltre ad aumentare la competizione e a dare stimoli, va inevitabilmente a complicare il percorso. Dovremo però essere bravi a dire la nostra. Il Mercallo? Io ho quasi sempre giocato nel girone di Legnano e lo scorso anno il Mercallo era nell’altro raggruppamento di Varese: so che è una squadra forte e non sarà facile portar via punti”.

Il fatto che anche la Sommese abbia rallentato ha comunque accorciato la classifica: quanto è importante restare sul pezzo?
“Tantissimo. Restare tra le prime sei è fondamentale: se rimaniamo lì attaccati fino alla fine, allora ce la possiamo giocare con tutti. Chi mi ha impressionato di più fin qui? Domenica scorsa contro il Cistellum non c’ero, ma conosco bene la squadra e so che è tosta. Mi ha sorpreso invece la San Marco perché in Coppa non mi avevano fatto chissà quale impressione, ma in generale credo che sarà un campionato equilibrato e aperto fino all’ultimo”.

In generale, cosa ti sta piacendo e cosa no del Samarate?
“Il gruppo è tanta roba. Ci sono ragazzi giovani, qualcuno con un po’ più d’esperienza rispetto all’anno scorso, ma tutti con la voglia di fare bene. È una squadra che prova sempre a giocare a calcio, non siamo quelli che buttano via la palla: ci piace costruire, anche se magari è più rischioso. Dobbiamo migliorare nella continuità e imparare a portare a casa anche quelle partite punto a punto”.

La sensazione è che stiate ricalcando un po’ il cammino dello scorso anno: ottime prestazioni, ma qualche punto lasciato per strada.
“Vero, l’anno scorso eravamo partiti fortissimo e poi abbiamo avuto un calo. Ma va detto che era una squadra completamente nuova, con tanti giocatori che non si conoscevano. Quest’anno, invece, ci conosciamo già tutti e abbiamo meno alibi: dobbiamo essere bravi a fare meglio, perché il potenziale c’è. Stiamo ottenendo qualcosa, anche in Coppa, e questo ci dà fiducia”.

Proprio come dodici mesi fa, per l’appunto, anche il percorso in Coppa è di livello.
“Giocare più partite ti tiene sempre sul pezzo, permette al gruppo di restare attivo e dà spazio a tutti, anche a chi magari gioca un po’ meno in campionato. È uno stimolo in più e aiuta a crescere, oltre a dare una bella vetrina a livello regionale che ti consente di sfidare altre realtà”.

Qual è l’obiettivo stagionale del Samarate?
“Sicuramente entrare nei playoff: abbiamo tutte le carte in regola per farlo. E poi vogliamo andare il più avanti possibile in Coppa, dato che siamo i campioni provinciali in carica e vogliamo tenere alto l’onore: fin qui non possiamo dire di stare andando male, ma dobbiamo fare di più”.

Hai parlato prima di crescita: quali sono le potenzialità di questa società?
“Sono davvero importanti. A livello di strutture e organizzazione la dirigenza sta facendo un bel lavoro. Il campo sintetico nuovo è una svolta: ci alleniamo bene e il campo da gioco in erba è davvero un tappeto. C’è serenità, nessuna pressione e questo aiuta. Ora tocca a noi trasformare tutto questo in risultati”.

Tanta esperienza, ma per il mondo Samarate sei relativamente nuovo: come sei arrivato qui?
“Molto banalmente: mi sono trasferito (ride, ndr). Abitando a Busto, e conoscendo Stefano Cariglino, mi sono avvicinato alla società: all’inizio non conoscevo quasi nessuno, ma mi sono presto ambientato e ora mi trovo benissimo. Posso dire che è stata una scommessa fatta al buio, ma vinta. A livello personale sto imparando tanto dal mister e la squadra cresce ogni settimana: sono davvero soddisfatto”.

E per te, che obiettivi personali ti poni?
“Niente numeri o promesse, voglio semplicemente prendere meno gol possibile e dare sicurezza alla difesa. Poi se capita di farne qualcuno, meglio ancora. L’importante è continuare a migliorare e aiutare la squadra a stare dove merita”.

Matteo Carraro

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