Non parliamo di ritorno. Perché lui, in realtà, non se n’era mai andato. Alberto Armiraglio è il nuovo Referente per i rapporti istituzionali della Pro Patria. Ruolo da sempre rivestito in pectore e da oggi riconosciuto anche in organigramma. Il curriculum tigrotto di Alberto è patrimonio di pochi, facciamo pure di nessuno. Dal Settore Giovanile sino a lambire la prima squadra a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Con gli scarpini messi in forma a Enrico Muzzio come metafora dell’autentico spirito di servizio biancoblu. Poi dirigente e massima carica societaria di via Cà Bianca per quasi un decennio a cavallo tra anni ’80 e’ 90 e dall’aprile del ’99 (quando succede a Lino Petenà), sino all’estate del 2008 con l’avvento di Giuseppe Zoppo. E di tutto quanto ne è seguito.

E’ stato il Presidente (nonché uomo di fiducia) della famiglia Vender (di fatto, da lui avvicinata a Busto). Soprattutto (anche in virtù dell’esperienza amministrativa anche come Assessore allo Sport cittadino), ha sempre rappresentato il link tra la società e le istituzioni del territorio. Sua (tra le tante), la sponda per l’assegnazione allo “Speroni” dello spazio destinato al Pro Patria Museum. Nell’immediato futuro (ragionevolmente), sarà anche la figura deputata ad accompagnare a livello diplomatico la delicata transizione tra la gestione di Patrizia Testa e la successiva targata Finnat. Se e come verrà sviluppata.    

Bentornato Alberto! Anche se, in realtà, non se n’era mai andato.         

Giovanni Castiglioni

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