
Classe 2004, talento indiscutibile pronto ad esplodere, tanta gavetta alle spalle e tantissima voglia di imporsi fra i grandi: Andrea Sottocasa è pronto a scrivere una nuova pagina della sua carriera. Nato nella Casmo, è con la maglia gialloblù dell’Insubria che si è fatto le ossa rendendosi poi protagonista nel vivaio della Solbiatese con la quale è arrivato anche il debutto in Eccellenza nella stagione 2022/23.
Finita la storia d’amore con i nerazzurri, nella stagione 2023/24 Sottocasa è prima passato al Gallarate per poi restare in Promozione vestendo la maglia dell’Ispra: il nerazzurro evidentemente gli porta bene dato che è arrivata la conquista dell’Eccellenza ai playoff. La mancata conferma a Ispra l’ha portato nel campionato appena concluso, dopo una breve parentesi al Morazzone, a scendere in Prima Categoria sposando la causa del Cantello Belfortese: decisione non scontata, frutto della voglia di accumulare esperienza che frutterà senz’altro in futuro.

“L’idea di scendere in Prima Categoria inizialmente mi frenava – ci racconta l’attaccante biancorosso – perché avrei voluto restare quantomeno in Promozione, ma avevo troppa voglia e bisogno di giocare: ad oggi non potrei esser più felice di aver accettato questo compromesso. A Cantello ho trovato un ambiente eccezionale che mi ha permesso in primis di divertirmi, ma anche di imparare molto e, soprattutto, trovare spazio e minutaggio con continuità”.
C’è stata però una “pecca” nella tua stagione, dico bene?
“Purtroppo a livello di numeri non ho tenuto lo standard cui ero abituato: nella mia fin qui breve carriera ho sempre segnato tanto, e chiudere con un solo gol all’attivo non è un bottino pienamente soddisfacente. Va detto che, per ovvi motivi, ho giocato fuori ruolo: io mi trovo più a mio agio al centro dell’attacco o da seconda punta, ma là davanti avevamo un certo Memaj. Un giocatore del genere è irrinunciabile, non a caso ha vinto il Pallone d’Oro, e mi sono adattato con impegno al ruolo di esterno sinistro”.

Possiamo comunque dire che la tua è stata una stagione di crescita?
“Assolutamente sì. Al netto della minor incisività offensiva, ho avuto modo di accumulare tantissima esperienza dimostrando capacità di adattamento in un ruolo non mio. La presenza di Memaj, poi, è stata per me fondamentale perché mi ha insegnato tantissimo non solo sul campo, ma soprattutto a livello di mentalità. Devo dire, in generale, che tutto l’ambiente Cantello mi ha impressionato: basti pensare all’ottimo rapporto che si è instaurato con il ds Matteo Cortazzi”.
E adesso? Cosa ci sarà nel tuo futuro?
“Da un certo punto di vista, proprio in virtù di quanto detto, sarei felice di restare al Cantello. Non nego, però, che per le mie ambizioni vorrei tornare in categorie superiori: punto all’Eccellenza, ma cerco soprattutto un progetto che punti ad obiettivi importanti. Ad oggi c’è stato qualche contatto, ma siamo ancora lontani da una decisione: a prescindere dalla mia destinazione, comunque, darò sempre il massimo mettendo tutto me stesso al servizio della causa”.
Matteo Carraro