
Sette/otto squadre lottano per vincere il campionato, due/tre hanno il dichiarato obiettivo di non retrocedere. Questa è la fotografia, molto superficiale, del Girone Z di Seconda Categoria e, in un contesto del genere, diventa particolarmente complicato ritagliarsi uno spazio adeguato. Ciò che, con passione e dedizione, sta provando a fare l’Ardor. Dopo la meritata salvezza della scorsa stagione, l’estate bustocca è stata vissuta all’insegna di un’unica linea guida: fare meglio.
Nessun obiettivo specifico, nessuna pressione, ma solo tanta voglia di lavorare. Filosofia sposata e portata avanti con entusiasmo da mister Refraschini, ma altrettanto condivisa dal gruppo che, malgrado le comprensibili difficoltà, ha già avuto modo di far vedere il suo potenziale. Il 4-0 sull’Azalee Gallarate ne è una dimostrazione e, tra i protagonisti del match, non poteva mancare Tommaso Inzaghi. “Abbiamo aggredito la partita al meglio – esordisce l’attaccante classe ’98 – indirizzandola subito a nostro favore: dopo aver chiuso il primo tempo sull’1-0, senza mai rischiare troppo, siamo rientrati in campo per la ripresa ancor più agguerriti chiudendo in fretta la pratica. Malgrado la classifica, l’Azalee è una squadra costruita per fare un campionato importante e, prima di domenica, non aveva mai perso in quel modo; per noi è un segnale importante. Il rigore? Questa volta l’ho sbagliato io: diciamo che dobbiamo tararci dagli undici metri (sorride, ndr)”.

Tenendo conto che avete affrontato squadre di primissima fascia, che idea ti sei fatto del vostro avvio di campionato?
“Abbiamo raccolto meno di quanto seminato. Con la Sommese siamo andati vicini per due volte a riprenderla, ma se loro fin qui non hanno mai perso un motivo ci sarà. Quella di Arsago, nonostante i loro meriti visto che parliamo di una squadra bella tignosa, è stata una sconfitta ingiusta. Diciamo che stiamo provando a fare il meglio che possiamo fare: il gruppo è abbastanza giovane, ma sono arrivati innesti importanti che possono portare quell’esperienza che mancava. Il mister, a sua volta giovane, propone un’idea di calcio difficile da trovare a questi livelli: il nostro è un modo di lavorare intenso che ci darà tanto”.
Dopo la salvezza dell’anno scorso c’è voglia di alzare il livello quest’anno. Il livello generale del campionato però sembra essersi alzato di parecchio: in cosa dovete migliorare?
“Sono d’accordo con l’analisi: purtroppo a vincere è una sola, ma tante hanno fatto la squadra per arrivare lassù. Non importa, non guardiamo le altre, perché siamo concentrati su noi stessi, sul diventare giorno dopo giorno giocatori più forti con l’obiettivo di portarci a casa la pagnotta con le nostre forze. La volontà è quella di chiudere la stagione ad un livello superiore rispetto a quello di come l’abbiamo iniziata”.
Domenica prossima derby con il CAS Sacconago: aspettative?
“Il derby ha sempre un sapore speciale, ma vale comunque tre punti. Diciamo che però questo non è particolarmente sentito e noi, oltre al tifo delle nostre ragazze, non abbiamo chissà quale seguito; di conseguenza non abbiamo pressioni, scenderemo in campo orgogliosi di indossare i nostri colori con l’obiettivo di inseguire i tre punti basandoci sulle nostre qualità e sulla prestazione. A Busto ci sono rivalità più accese di altre, ma vincere un derby fa sempre piacere”.
Che tipo di allenatore è mister Refraschini?
“Passionale, vive per questo sport, lo si percepisce e non possiamo che seguirlo di conseguenza. Gli allenamenti sono faticosi ma davvero appaganti, soprattutto per noi che non siamo professionisti, non viviamo di questo: allenarci in maniera così bella e stimolante, lavorando su concetti precisi da replicare poi in partita e constatare di avere un’effettiva crescita a livello individuale è tanta roba. Il mister è grintoso e muore per i suoi giocatori, è proprio eccezionale ed è dai tempi di Efrem alla San Marco, allenatore fuori categoria, che non mi divertivo così tanto a giocare a calci”.
Qual è il vostro punto di forza?
“Il lavoro. Al di là di infortuni e acciacchi, qui c’è solo gente che stringe i denti e fa sacrifici, il tutto sottraendo tempo prezioso a persone care e famiglie. Venendo poi al campo, sappiamo che ci sono squadre più strutturate e con più potenzialità di noi, ma ci piace essere gli outsider: giochiamo a calcio per passione, ma di certo non vogliamo fare passeggiate di salute la domenica”.
Obiettivo personale?
“L’anno scorso ho segnato 12 gol, quest’anno l’obiettivo è almeno 12+1”.
Matteo Carraro