
Da parecchie giornate a questa parte il Girone X di Seconda Categoria ha cerchiato in rosso una data: 13 aprile. E ormai ci siamo, perché la settimana corrente ci condurrà a quella partita, LA partita: Laveno Mombello-Brebbia. L’eterna lotta fra quelle che sono state a lungo capoliste appaiate ha trovato nelle ultime due giornate risvolti inattesi: entrambe sono cadute lo stesso giorno, ma se da una parte il Brebbia si è rialzato (vincendo 6-4 contro il Gazzada) dall’altra il Laveno è rimasto a terra (perdendo 3-1 a Capolago) scavando quel gap di tre punti che separa la prima dalla seconda della classe. E domenica prossima sarà sfida verità: a 180’ dalla fine della regular season, match point per il Brebbia contro un Laveno obbligato a vincere per ritornare in vetta e giocarsi tutto all’ultima giornata (bianco-blu a Mercallo, gialloblù in casa contro gli Eagles Caronno) o all’eventuale spareggio.
Pressione che è inevitabilmente dalla parte del Laveno, e capitan Andrea Frascoli non lo nasconde. Il difensore classe ’95 predica comunque calma perché la stagione è ancora nelle mani bianco-blu e due sconfitte, seppur dolorose, non possono vanificare quanto di buono compiuto fin qui: “Siamo ancora padroni del nostro destino: se vinciamo riapriamo tutto quanto, se pareggiamo dovremo vincere e sperare, se perdiamo allora faremo i doverosi complimenti ad una squadra che merita di essere dov’è”.

Ti aspettavi di trovare un avversario del genere?
“Sì. La scorsa estate ero tra quelli che indicava Brebbia e Buguggiate come principali avversari, anche se poi quest’ultimi hanno perso terreno. Conosco parecchi ragazzi che giocano al Brebbia, alcuni di loro erano qui quando abbiamo vinto il campionato, e di molti altri so le qualità. Parliamo di gente abituata a questa categoria e, soprattutto, l’essere un gruppo di amici dentro e fuori dal campo rappresenta un plus notevole”.
Cosa non ha funzionato nelle ultime due domeniche?
“Domenica ho avuto la fortuna/sfortuna di vederla da fuori perché ero squalificato, mentre contro l’Induno ero in campo: non ci aspettavamo sconti da nessuno, com’è giusto che sia, ed entrambe pur non avendo obiettivi di classifica hanno dato il massimo vincendo meritatamente. Noi abbiamo meritato di perdere perché non abbiamo messo in pratica la nostra capacità principale, che è quella di giocare a calcio. Perché? Probabilmente, essendo una squadra giovane, paghiamo la mancanza di esperienza necessaria a gestire la pressione, che forse noi stessi ci siamo attribuiti, ma non dimentichiamo che siamo anche reduci da un filotto clamoroso che ci ha inevitabilmente portato via energie fisiche e mentali. Dovremo essere bravi a prendere positivamente queste sconfitte”.
Che tipo di partita dobbiamo aspettarci domenica?
“Prima di tutto sarà una partita che entrambe le squadre avranno il piacere di giocare. Mi aspetto comunque un match molto teso, maschio e adrenalinico, perché la posta in gioco è alta: noi dobbiamo prolungare la stagione, loro devono chiuderla. Mi auguro che possa esserci la giusta tensione positiva in modo che tutti possano godersi una gran sfida tra due belle squadre”.

Come si affronta la settimana?
“Con l’obiettivo di ritrovare tranquillità, ritrovando anche quella voglia di divertirci, andando anche oltre al risultato, che è sempre stata nostra prerogativa e che è mancata nelle ultime uscite. Dobbiamo essere bravi a svincolarci dalla pressione perché tutto dipende da noi. Pagata la pressione anche in finale di Coppa Lombardia? No. All’epoca non avevamo ancora forgiato né la nostra identità né la nostra mentalità: quella sconfitta è stata propedeutica in tal senso e proprio da lì abbiamo inanellato il nostro filotto positivo. Ora dovremo ripeterci”.
Da capitano tu e gli altri senatori dello spogliatoio come affrontate momenti del genere?
“In questa squadra c’è gente di grande personalità con cui ho avuto il piacere di vincere un campionato qualche anno fa, e io stesso ho spinto affinché potessero tornare qui a dicembre; anche Hafid, ad esempio, ci ha dato una grande mano in termini realizzativi. Tutti noi stiamo provando a trasmettere la voglia e la fame di vincere e noto con piacere che, per quanto il processo richieda naturalmente del tempo, i giovani ci stanno seguendo. E i nostri giovani sono davvero fenomenali, penso a Cerutti o a Leone, così come tutta la squadra, soprattutto chi gioca mene: Federici è un attaccante di categoria che sta trovando poco spazio solo perché davanti ha compagni molto forti, ma non ha mai mancato un allenamento, non ha mai tirato indietro la gamba e non ha mai detto una parola negativa”.
A livello personale che voto dai alla tua stagione?
“Dopo due anni in Prima Categoria mi aspettavo di fare un pochino meglio, sono stato un po’ troppo incostante a livello di presenze. Va detto, però, che sono un eterno insoddisfatto: al momento mi do un 6.5, con l’augurio di farlo diventare un 7”.
A prescindere da come andrà domenica la vostra stagione non finirà: come si affronta l’ultima parte?
“Hai detto bene: la nostra stagione non finirà domenica. E dobbiamo mettercelo in testa per affrontare il prosieguo con positività. Ovvio che scenderemo in campo per dare il massimo e agganciare la vetta per poi giocarci tutto o all’ultima giornata o allo spareggio. Se dovessimo perdere, allora rimoduleremo il nostro obiettivo: avanti tutta sui playoff per dare comunque un senso ad una stagione fatta di enormi sacrifici da agosto a questa parte”.
Matteo Carraro
Foto Gino Camarda