
Vincere aiuta a vincere, o quantomeno a scacciare i fantasmi di un precampionato incolore. La Pallacanestro Varese, con il 102-105 su Sassari di domenica, ha centrato l’unico vero obiettivo che dal giorno del raduno a domenica scorsa è mai contato sul bilancio di questo inizio di stagione. Perché poi al di là di tutti i problemi che ancora questa squadra possa avere (e ce ne sono), ciò che come sempre conta più di tutto è la vittoria: a maggior ragione se in trasferta, a maggior ragione se alla prima di campionato, a maggior ragione se all’inizio di un calendario molto in salita.
Per questo la soddisfazione ma anche un pò di fastidio per il clima creatosi attorno alla squadra sono i sentimenti che animano il Presidente biancorosso, Toto Bulgheroni, che commenta così il successo di Sassari: “Iniziare con il piede giusto è una delle cose più importanti, soprattutto in un clima, a mio giudizio, fin troppo negativo creatosi solo dopo il precampionato. Fermo restando che sicuramente i risultati contano, se non si fanno le tare è difficile poi dare senso ad un discorso. Non siamo mai riusciti mai a fare una settimana di allenamento tutti insieme, Nkamhoua è arrivato all’ultimo, Freeman ha dovuto seguire un percorso specifico di recupero dall’infortunio, Renfro e Assui hanno avuto diversi problemi fisici, insomma, variabili ce ne sono state. Ho fatto e faccio nella vita l’imprenditore, se fossi sempre negativo, sarei già morto prima di iniziare. Questa mentalità io non l’accetto. I pareri sono liberi, però c’è qualcuno che aveva già dato dei verdetti. Tornando a Sassari, sono contento perché la squadra ha fatto una buona partita soprattutto dal punto di vista caratteriale. Sposo al mille per mille quello che ha detto il coach: abbiamo fatto degli errori e non possiamo pensare di vincere tutte le partite prendendo oltre 100 punti, però abbiamo dimostrato grande carattere, oltre che una buona distribuzione dei punti in attacco. Hanno fatto tutti bene, compresi Moore, Assui ed anche lo stesso Moody, che ha fatto certamente errori e deve ancora prendere misure del campionato, però ha fatto giocate importanti quando contava”.
Si aspettava fin da subito un impatto del genere da parte di Nkamhoua?
“Sì. Bisogna rendere conto e dire grazie a chi lo ha firmato per tempo e ci ha visto lungo. Non era un giocatore nascosto, lo si conosceva però fortunatamente siamo arrivati prima dell’Europeo, dove ha giocato davvero bene. Può ancora crescere tanto, ha molti margini di miglioramento”.
Come lui, anche Alviti è stato subito decisivo…
“Dico una cosa che Davide sa perché gliel’ho detta: è un giocatore italiano, di due metri, con mano delicata ed ha ancora ampi margini di crescita secondo me, se vuole può diventare ancora più forte”.
Dalle note positive a quelle dolenti: è preoccupato dalle prestazioni di Moody?
“Io non do e non mi piace mai dare sentenze affrettate. Stefan sta lavorando molto e non ha espresso tutto il suo potenziale, in fin dei conti è stato scelto dalle stesse persone che hanno preso Olivier, quindi non certo degli stupidi. Dare già oggi una valutazione negativa su di lui ritengo sia sbagliato, se poi ci sia di meglio o di peggio in giro non so”.
Sabato sarà il primo derby con Milano dalla scomparsa di Armani. Da imprenditore a imprenditore, nel basket come nella vita, qual è il suo pensiero in merito?
“E’ indubbio e sarei stupido, cosa che so di non essere, che dire qualcosa contro Armani per quello che ha fatto nella vita e nella pallacanestro sarebbe assolutamente sbagliato. Onestamente però, forse in maniera presuntuosa e rimanendo nell’ambito puramente sportivo, penso che in questi anni abbiano speso molto rispetto a quello che è stato portato a casa. Questo dico a livello di campionato italiano, perché per competere in Eurolega, ormai, forse quello che è stato investito è anche poco. Poi ognuno a casa sua fa come vuole, ci mancherebbe altro, credo però che a livello di basket italiano serva rivedere qualcosa in generale”.
Che partita si aspetta sabato?
“Da parte nostra mi aspetto una gara intensa. Voglio vedere i nostri giocatori dare in campo tutto quello che abbiamo. Onestamente, poi, battere Milano fa parte di quei sogni che si avverano solo ogni tanto: è già successo l’anno scorso, difficile si ripeta anche in questa stagione, però mai dire mai”.
Infine le chiedo un commento extra campo sul ritorno di uno sponsor come Birrificio Poretti. Quanto è felice di questo accordo?
“Molto. Sono orgoglioso che un marchio prestigioso del territorio abbia compreso l’importanza della nostra società verso la comunità e spero che questo funga da esempio anche per altri”.
Alessandro Burin