
Un’annata da incorniciare ed un sogno che si realizza. Andrea Calzavara, talento formatosi tra Robur Et Fides e Pallacanestro Varese, nella prossima stagione giocherà in LBA e lo farà con la maglia dell’APU Udine, neopromossa con alla guida coach Adriano Vertemati, una vecchia conoscenza, seppur non dolce, di casa Pallacanestro Varese, con cui ha firmato un triennale.
Calzavara raggiunge così il massimo livello del basket italiano dopo una stagione straordinaria a livello personale giocata con la maglia della Valtur Brindisi, con cui ha chiuso la stagione a 12 punti, 3 rimbalzi e 3 assist di media, prendendosi sempre di più la scena sotto le sapienti indicazioni di coach Piero Bucchi. Numeri con i quali ha guidato i pugliesi fino ai playoff di A2, terminati al primo turno contro Rimini, ora in finale con Cantù per la promozione in LBA.
La domanda sembra scontata e forse lo sarà anche la risposta ma ad inizio anno si sarebbe mai aspettato di vivere un’annata simile?
“No, sinceramente no. Non mi aspettavo di fare così bene sia a livello di numeri e di minuti giocati sia a livello di coinvolgimento e passione del pubblico che ho sentito nei miei confronti e verso la squadra. Non avevo mai vissuto e giocato in un ambiente simile ed è stato bellissimo”.
Quanto ha inciso sulla sua stagione e su quella della squadra il fatto di avere in panchina un coach come Piero Bucchi?
“Ha inciso tanto soprattutto perché è riuscito a mantenere la calma anche nei momenti difficili, a prescindere da un lavoro in campo sempre abbastanza tecnico. Un allenatore molto preciso ed equilibrato che ha saputo tenere sempre un buon ambiente intorno alla squadra e questo ci ha portato ad arrivare fino ai playoff ed a giocarci le nostre chance contro Rimini che ora è in finale”.
Si porta dietro qualche rimpianto dopo questa stagione?
“Assolutamente sì, soprattutto guardando alla stagione regolare più che ai playoff. Abbiamo creato un gruppo bellissimo che non so quante volte può ricapitare di avere”.
Il livello che ha raggiunto al termine della stagione era quello a cui ambiva all’inizio della stessa?
“Non sono ipocrita, mi aspettavo di vivere una stagione diversa. Ero arrivato come cambio del playmaker e quindi non pensavo di avere poi tutto lo spazio che ho avuto ma proprio la possibilità di giocare tanto e di avere tante responsabilità mi ha permesso di dimostrare le mie caratteristiche e qualità e le statistiche poi che ne sono derivate sono figlie di questo. Ho fatto bene perché sono stato messe nelle condizioni di fare bene”.
Ha ricevuto anche tanto affetto dai tifosi di Brindisi durante l’anno. C’è un episodio particolare del suo rapporto con loro che si porta nel cuore?
“Uno in particolare no, perché, fortunatamente, ne ho vissuti davvero molti, però senza dubbio non dimenticherò mai l’affetto di tutto quelli che mi fermavano per strada incoraggiandomi e spingendomi a fare sempre meglio. Sentire e vivere così da vicino la passione di un intero popolo è qualcosa di straordinario e di unico ed è stato anche un sostegno sul quale contare per poter superare i momenti difficili”.
Ora è arrivata la chiamata dalla LBA per il grande salto. E’ un sogno che si realizza?
“In questo momento non mi rendo nemmeno conto del fatto che l’anno prossimo giocherò in Serie A1. Sono molto concentrato sul lavoro e a volte non mi godo nemmeno queste cose, è un qualcosa di talmente grande che davvero faccio ancora fatica a realizzarlo. La proposta di Udine è stata corretta e ritengo sia il giusto passo nel mio percorso di crescita che piano piano migliora”.
Si è vociferato anche di un interessamento della Pallacanestro Varese nei suoi confronti, è vero?
“So che c’è stato qualche contatto con i miei agenti ma nulla di più, la cosa non è stata mai approfondita”.
Cosa l’ha spinta ad andare ad Udine?
“Come dicevo prima, ritengo sia il passo giusto per continuare il mio percorso di crescita senza forzare nulla. Ho cercato ogni anno, finora, di fare sempre un piccolo passo in avanti senza correre troppo. Andare in un club che oltre al campionato avrebbe giocato le coppe europee ho pensato sarebbe stato un passo troppo eccessivo, così la realtà di Udine che è strutturata, sana, con grande passione ed organizzazione ed un pubblico caldo ed appassionato ritengo sia la scelta corretta per me”.
Ha già avuto modo di parlare con coach Vertemati?
“Sì ci ho parlato abbastanza. Mi ha fatto capire che è un coach molto serio che ama lavorare tanto ed è molto professionale. Qualità e valori che io ammiro e ricerco in un coach e si è già visto quest’anno quanto è stato bravo a gestire il gruppo”.
Tornerà a Varese da avversario per un derby che immagino in famiglia si senta già molto…
“Sì senza dubbio (ride, ndr). Sarà bello, spero di divertirmi, fare una buona partita, far divertire i miei parenti e amici che saranno presenti. Tornare a casa dopo tanto tanto tempo fa solo che piacere”.
Un’annata sicuramente positiva per lei ma anche per suo fratello Marco che settimana scorsa ha vinto il campionato di Serie C con Progetto Ma.Go. Quanto è felice di questo successo?
“Moltissimo, sia per Marco che per i tanti ragazzi che conosco che giocavano a Marnate che sicuramente per coach Donati. Ho visto Marco quest’anno felice, l’ho visto dare il meglio di sé stesso, gli ho visto fare cose che non vedevo da tanto, l’ho rivisto giocare con tanta passione ed entusiasmo e sono veramente felice per lui”.
Alessandro Burin