
Unite l’esperienza con l’esplosività, aggiungete un’abbondante dose di ambizione e la voglia di giocare di un ragazzino, quindi mescolate il tutto con la stessa velocità delle sue avanzate sulla trequarti: il risultato è la stagione ineccepibile disputata da Claudio Poesio, a un passo dal conquistare il suo quarto titolo in carriera, dopo la Coppa Italia di Serie D con il Chieri, ii playoff di D con la Pergolettese e il più recente campionato di Eccellenza con la Varesina.
Primo in solitaria con un margine minimo, il suo Pavia sa bene di essere il solo fautore del proprio destino, che potrebbe realizzarsi al triplice fischio di domenica. Se le statistiche collettive sono quelle di una grande armata, i numeri personali del centrocampista classe 1987 farebbero invidia al più prolifico dei centravanti: ventuno le reti messe a segno (ventitré con la Coppa), che gli valgono il meritato titolo di capocannoniere del girone. Riuscirà a vincere anche il Pallone d’Oro? Appuntamento a Ville Ponti lunedì 5 maggio (ingresso gratuito) per scoprirlo in occasione del 14° Premio Varese Sport.
Claudio, che giudizio puoi dare su questa stagione a livello personale e di squadra?
“Per quanto riguarda la squadra, abbiamo fatto e stiamo facendo una stagione secondo me strepitosa. Soprattutto a inizio anno eravamo considerati una squadra vecchia e invece fino a questo momento abbiamo dimostrato di essere superiori a tutto e tutti, arrivando a giocarci un campionato che, se tutto andrà come deve andare, speriamo di poter festeggiare domenica. Sono davvero contento di questo gruppo, fatto di uomini veri che anche nei momenti di difficoltà – perché ce ne sono stati – si sono uniti e hanno trovato la via d’uscita. Dal punto di vista personale sono contentissimo per i gol che ho fatto. In queste categorie nessuno prende palla da solo, scarta dieci uomini e segna, quindi devo ringraziare i miei compagni che mi hanno servito palloni bellissimi. Vero che anch’io sono stato bravo a farmi trovare pronto, ma sono loro che mi hanno permesso di fare quello che ho fatto”.
A chi daresti il Pallone d’Oro? E perché dovresti vincerlo tu?
“Lo darei a me (ride, ndr) perché questa è stata la stagione in cui ho segnato più reti in assoluto, ma chiaramente ci sono anche altri ragazzi che hanno fatto molto bene. Malvestio lo conosco molto bene: è un grande uomo oltre che un ottimo giocatore, bravo a inserirsi nello spazio e ad andare in porta, e non avevo dubbi che avrebbe fatto una stagione bellissima. Se lo meriterebbe anche Scapinello, un altro giocatore molto tecnico con cui ho un bel rapporto. Poi chiaramente spero di vincerlo io e sono dell’idea di poterlo meritare, sia per la mia stagione personale che per il risultato di squadra con cui potrei coronarla”.
In caso di vittoria, a chi dedicheresti il premio?
“In primis alla mia famiglia che mi è sempre vicina: sia mia moglie che le mie figlie ci tengono tantissimo a ogni mia partita e se non riescono a venire allo stadio mi seguono da casa e mi scrivono appena è finita. Poi lo dedicherei alla società, che ha creduto sempre in me sin da quando mi ha preso quest’estate, ai miei compagni, che hanno sempre fatto di tutto per mettermi nelle condizioni di segnare, e al mister, che mi ha dato sempre fiducia anche nei momenti in cui non ero al meglio della condizione”.
Silvia Alabardi