Parma e Varese, storie diverse ma incrociate dal destino. Due città, due piazze con una forte identità calcistica, accomunate da una data precisa: il 2015, anno che per entrambe ha segnato un doloroso punto di rottura. Fallimento, ripartenza dai dilettanti, sogni che sembravano svaniti e poi, nel caso Ducale, clamorosamente riaccesi. È in questo solco che affonda le radici “Come Noi Nessuno Mai – La rinascita del Parma Calcio: dietro le quinte di un’impresa”, il libro firmato da Nicolò Fabris, che sarà presentato ufficialmente martedì 14 ottobre alle ore 21.00 a Parma (Borgo delle Colonne, 28): ingresso gratuito, ma prenotazione obbligatoria per una questione logistica su Evenbrite.

A Varese i tifosi ricordano bene la stagione 2015/16: dominata l’Eccellenza (senza mai perdere, campionato chiuso a 84 punti), trascinati da bomber Marrazzo, i biancorossi tornavano in Serie D, categoria che il Parma abbandonava per riaffacciarsi al professionismo (a sua volta senza mai perdere, chiudendo a 94 punti). Un entusiasmo riacceso in fretta all’ombra del Sacro Monte (l’Ossola faceva registrare picchi di 4/5mila tifosi) sfiorando la Serie C, ma poi spento da una nuova crisi societaria, con relativa retrocessione in Eccellenza, culminata con il fallimento del 2019. Dal canto suo, il nuovo Parma, sorto dalle ceneri della vecchia società, intraprese una scalata straordinaria: Serie D vinta al primo colpo, trionfo ai playoff di Serie C, e secondo posto in Serie B per tornare all’apice del calcio nazionale: mai nessuna squadra italiana era riuscita a compiere un’impresa simile con tre promozioni nel giro di tre anni dalla Serie D alla Serie A. La successiva retrocessione in cadetteria è stata propedeutica a consolidare la nuova società, tornata in A al termine della stagione 2023/24.

Il libro di Fabris è molto più di una semplice cronaca sportiva. Sono 384 pagine dense di emozioni, aneddoti, difficoltà e scelte coraggiose, vissute e raccontate in prima persona dai protagonisti di quel cammino. Dai soci fondatori di “Nuovo Inizio” (imprenditori come Guido Barilla, Giampaolo Dallara, Paolo e Pietro Pizzarotti) ai volti noti che hanno guidato il Parma sul campo: il ds Daniele Faggiano, mister Roberto D’Aversa e capitan Alessandro Lucarelli. Tutti presenti anche alla serata del 14 ottobre, insieme ad altri volti simbolo del decennio crociato.

È una storia che non ha nulla di patinato: “Se avessimo davvero saputo quanto era difficile, forse non avremmo nemmeno cominciato” ammettono i protagonisti. Ma è proprio qui che “Come Noi Nessuno Mai” trova la sua forza: nel raccontare una startup calcistica nata da un’idea, senza promesse mirabolanti, ma con valori solidi e condivisione popolare. Un’avventura che ha attraversato fasi delicate (come l’addio a Scala, Minotti, Galassi e Apolloni) e momenti iconici nel bene e nel male: il cerchio di centrocampo a San Mauro Pascoli, la promozione conquistata a La Spezia, il caso Calaiò, il cambio di proprietà.

A rendere speciale il racconto è anche la coralità delle voci. Accanto ai soci fondatori, parola a giocatori, giornalisti, tifosi, allenatori: ognuno con il proprio sguardo su un’impresa sportiva che ha saputo toccare corde profonde, riaccendendo l’orgoglio di una città intera. Una città che ha saputo rialzarsi, creando un modello di rinascita sportiva ed etica, replicabile altrove, con le giuste premesse.

E allora, perché non provarci anche ad altre latitudini? I sogni non sono mai fuori portata e il Varese, che nella storia recente si è confrontato con il Parma in Coppa Italia (2013/14, nella foto in alto), ha l’obbligo di sognare. Il Varese Football Club, oggi in Serie D, è la prova vivente di una passione che, tra mille difficoltà, resiste a ogni ostacolo. E anche se il cammino biancorosso è stato più tortuoso (il Città di Varese ha ereditato il testimone dalla Terza Categoria tornando in Serie D nella stagione 2020/21 grazie alla fusione con il Busto81), il modello Parma può essere un faro: non da copiare, ma da osservare con attenzione e da cui trarre ispirazione. Perché la rinascita, a volte, parte proprio da chi decide di credere nell’impossibile.

Matteo Carraro

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