
Il “vecchietto” ci sa ancora fare. Classe ’88, il più “esperto” tra i nostri candidati al Pallone d’Oro di Seconda Categoria. Dopo un anno sabbatico, Davide Brancato non ha potuto resistere al richiamo della Cuassese ed è tornato in campo prendendo le redini del centrocampo biancorosso: qualità fuori categoria (quasi superfluo sottolinearlo) e leadership innata che ha permesso ad un gruppo giovane e davvero promettente di fare un importante step in avanti (con l’augurio, l’anno prossimo di poter raccoglierne i frutti). “Branca” ha chiuso la stagione con 11 gol all’attivo, un’infinità di assist e giocate semplicemente pazzesche che gli sono valse una sacrosanta nomination. Riuscirà a vincere? Appuntamento a Ville Ponti lunedì 5 maggio (ingresso gratuito) per scoprirlo in occasione del 14° Premio Varese Sport.
Davide, che giudizio puoi dare sulla stagione a livello personale e di squadra?
“Quando chiudi l’andata a -1 dalla vetta non dico che devi vincere per forza il campionato, ma quantomeno i playoff andavano centrati. Onore a Brebbia e Laveno che hanno fatto qualcosa di straordinario: alla fine siamo arrivati quarti, ma resta un pizzico di amaro in bocca per come abbiamo approcciato il girone di ritorno perché speravamo di raccogliere qualcosina in più. Se però guardiamo ai miglioramenti rispetto all’anno scorso allora non possiamo che essere orgogliosi di quanto fatto: l’obiettivo primario era la crescita dei giovani e, da quel punto di vista, l’intera squadra ha compiuto un importante step in avanti. A livello personale sono davvero soddisfatto: non pensavo di poter rientrare e dare questo contributo, così come non mi aspettavo di raggiungere la doppia cifra. Logicamente il merito non è solo mio, ma va spartito con chi mi ha messo nelle condizioni di performare al meglio: un grande grazie alla società, al ds Prini e a mister Pedoja. La Cuassese, come ho già avuto modo di dire, è una grande famiglia e sono orgoglioso di farne parte”.
Secondo te, perché dovresti vincere il Pallone d’Oro? A chi, invece, lo daresti?
“Essere tra i candidati è per me già motivo d’orgoglio: vuol dire che dopo un anno il vecchietto ci sa ancora fare e sa come rompere le scatole agli altri (ride, ndr). Non parlo per me, ma dico che tutti i miei avversari lo meriterebbero: Beltrami ha trascinato il Brebbia, Pedron Messina è un giocatore d’altra categoria mentre sia Hafid sia Luca sono due bomber di livello assoluto. Sarà una bella battaglia, vedrò di rompere le scatole anche qui (ride ancora, ndr). Mi permetto però di farti altri due nomi: Riccardo Sartorio dell’Angerese e Jacopo Bovo del Buguggiate Caesar, davvero due ottimi giocatori che mi hanno impressionato”.
A chi dedicheresti il premio in caso di vittoria?
“A mia figlia Vittoria: a sei anni sarebbe orgogliosa di vedere il suo papà vincere. Quando può mi segue sempre anche se si arrabbia perché non le dedico il tempo che dovrei: poi, visto che è competitiva come me, si arrabbierebbe ancor di più si non dovessi vincere (ride, ndr). La dedica, poi, andrebbe alla società e a tutte le persone intorno a me”.
Matteo Carraro