
I Mastini danno ufficialmente il via alla stagione di IHL con il classico prodromo della presentazione delle maglie presso la COOP di Casbeno a Varese. Maglie che si sono fatte attendere come una bella donna, ma che poi hanno stupito per la loro bellezza. A tenere le fila, Massimo Airoldi abilissimo padrone di casa a gestire la conferenza e, soprattutto, l’attesa delle maglie riempiendo i possibili spazi vuoti con spunti interessanti. Andiamo a sentire le parole dei protagonisti.
Matteo Malfatti su cosa significa indossare la maglia di Varese:
“E’ un onore per i giocatori indossare una maglia che si porta dietro tanta storia. La presentazione della maglia è sempre un’emozione. Lo dico da ex giocatore, ma la maglia giallonera ormai da tanti anni è una maglia importante nel panorama hockeystico italiano”.
Sul fatto di rappresentare la città:
“A Varese ci sono tanti tifosi e ci portiamo dietro la storicità. Anche per i ragazzi è motivo d’orgoglio sapendo che vi sono tanti tifosi al seguito anche e soprattutto in trasferta. E’ una responsabilità forte”.
Sulle maglie pre-gara coi soprannomi e la loro importanza per cementare lo spogliatoio:
“La questione dei soprannomi è uno dei tanti tasselli che fanno parte della costruzione della squadra. Crea un senso di appartanenza che può fare la differenza”.
Piroso sul rapporto con la maglia in questi anni:
“Sicuramente è cambiato perchè non avrei mai detto che mi sarei stabilito qua in pianta stabile. Il mio rapporto con la maglia è cambiato in responsabilità, dovere ed orgoglio. Insieme ai nuovi e ai vecchi compagni abbiamo costruito un gruppo molto unito e il rapporto con la città diventa sempre più forte ogni anno. Rimane e rimarrà sempre un orgoglio per me indossare questa maglia”.
Sulla scelta del numero 55:
“E’ il numero che mi accompagna da quando sono bambino. Diventa una cosa quasi scaramantica, quasi come se fossi nudo quando non ho il mio numero di maglia”.

Allevato, il giocatore che ha una delle maglie piu’ richieste e indossate alla Acinque Ice Arena:
“Non pensavo a tutto ciò, per me è un grande orgoglio che molti bambini indossino la mia maglia e mi spinge ancora di più a portare avanti questa passione che ho e che penso abbiano anche i bambini”.
Vanetti, fra le tante maglia indossate, ha giocato anche in Svizzera. Scatta identità anche lì con la maglia?
“Penso che in generale per uno sportivo la maglia che indossi sia qualcosa di particolare. Ci sono piazze in cui si sente di più la maglia e altre in cui la senti di meno. Il mio esempio è che sono stato a Lugano, una piazza importante, e quando avevo 11/12 anni tifavo l’Ambri. Ora, dopo gli anni di settore giovanile a Lugano, tifo per l’HCL: vuol dire che qualcosa la maglia ti lascia dentro”.
Sulla scelta del suo numero 16:
“Ho iniziato a usarlo quando sono tornato in Italia. In Svizzera usavo il 17, poi ho attraversato un periodo dove il 16 mi inseguiva e alla fine la scelta è caduta su di lui e direi che mi ha portato bene”.

Filippo Matonti, goalie non solo giallonero, ma anche in Nazionale:
“Sono due pesi diversi e arrivare in una piazza come Varese è bello per il calore che c’è attorno, ma il peso della maglia azzurra è diversa. Rappresenti l’Italia ed è un sogno”.
Marcello Borghi e il legame col fratello:
“Certamente avere un fratello in squadra è qualcosa di particolare. Negli anni passati eravamo tutti e 3 (lui, Pietro e Francesco, ndr) in squadra. Vedere le nostre maglie indossate ci fa sentire orgogliosi e lo siamo ancora di più se a indossarle sono i bambini. Queste cose ci fanno aumentare la passione. Siamo in tanti fratelli in questo gruppo avendone tre coppie e anche questa è una cosa particolare da vivere”.

Erik Mazzacane il recordman di presenze:
“L’anno scorso ho superato le 400 gare con la maglia giallonera. Un bel traguardo, sono contentissimo e spero di metterne su ancora un bel pò di queste maglie”.
Infine spetta al Presidente Carlo Bino parlare, prima di svelare le maglie.
Sulla territorialità e il coinvolgimento degli sponsor:
“Siamo felicissimi, questa è la quarta stagione e siamo contenti di avere tanti imprenditori al nostro fianco e sulle nostre maglie. La divisa oggi è piena: significa che c’è fiducia nel nostro progetto. C’è gente che lavora tutto il giorno per dare e fare il massimo per i Mastini. Il nostro gruppo di lavoro è coeso e siamo convinti di aver fatto il massimo per questa stagione”.
Matteo Gallo
