Veterano ma giovane, esperto ma appena 26enne, esterno di centrocampo ma anche mezz’ala, o persino davanti alla difesa: definitelo un po’ come volete ma la certezza è che Edoardo Calemme sia un punto di riferimento del Cantello Belfortese. Una garanzia. Un pilastro, Un centrocampista tuttofare che veste questa casacca da 9 anni, che l’ha onorata anche in quel maledetto rigore sbagliato, anche in Seconda Categoria.
Ma da lì in poi è cambiato tutto, o per meglio dire, non ci si è più guardati indietro, un passo alla volta questa squadra è cresciuta e si è sporta in avanti, con costanza, leggerezza, scrollandosi di dosso l’esigenza di dover fare sempre passi troppo lunghi per sentirsi importante.

Edoardo, sei a Cantello dal 2016, nove lunghi anni, è inusuale nel calcio di oggi…
Sì vero, è un tempo lunghissimo, non succede di frequente né nel calcio da serie A né tantomeno in quello dilettantistico, ma sinceramente qui si sta davvero bene, non posso far altro che restare”.

Nove anni valgono l’appellativo di veterano, nonostante tu sia un classe ’99.
Se ci penso mi fa strano, alla fine ho solo 26 anni, però anche il mister mi considera un punto di riferimento e mi lusinga perché lo fa spesso notare agli altri, la verità è che questo è il mio ambiente in tutto e per tutto, Cantello è casa mia”.

Sette punti nelle prime sei giornate, cosa mi dici di questo inizio di campionato? Ti aspettavi qualcosa in più? 
Sì, inutile nasconderlo, ci aspettavamo di meglio, abbiamo perso qualche punto per strada ma più che altro c’è stato uno scivolone alla seconda giornata che ci siamo un po’ trascinati dietro anche nelle giornate a seguire, c’è ancora qualche fantasma di troppo da scacciare, vedi domenica scorsa quando vincevamo 2-0, un po’ come con il Laveno, e non siamo riusciti a gestire”. 

Cosa succede in queste circostanze, subentra un fattore psicologico?
Sì sicuramente dobbiamo lavorare a livello mentale, ma tatticamente finiamo per abbassarci un po’ troppo e subire l’iniziativa avversaria, e così facendo il gol lo prendi, vero anche che siamo una squadra giovane, un po’ di esperienza ci manca, fortuna che c’è il mister che smorza sempre le nostre preoccupazioni, ci mette serenità, anche sul gruppo whatsapp non fa mai mancare una battuta o un incoraggiamento, alla fine è importante continuare a scherzare e metterci leggerezza proprio per non incappare in malumori che non aiutano”.

A proposito di mister Epifani, ormai lo conosci, ti trovi bene con lui? Cosa ti chiede?
Come dicevo prima mi mette sempre un po’ ovunque convinto che io possa fare bene ovunque, ho giocato anche davanti alla difesa e mi è piaciuto, anche perché amo far girare la palla; mi piace tanto la sua grinta, la sua determinazione, la sua energia non è scontata anche per quello che ha passato a livello personale, e poi è ottimo il confronto, il martedì si parla sempre della domenica, è importante per noi e per lui”.

Cosa pensi invece di questo campionato e di questo girone un po’ inusuale rispetto ai nostri standard varesotti? C’è qualche squadra che ti ha impressionato fino ad oggi?
Sinceramente io trovo positivo aver coinvolto squadre di un’altra zona, è più stimolante, è più eccitante arrivare la domenica e non sapere bene cosa aspettarsi, vuol dire anche provare a contare un po’ di più su noi stessi. Quanto alle squadre domenica scorsa abbiamo affrontato l’Ardita Cittadella che dicono sia una delle favorite al titolo e l’ho trovata una buona squadra, ma fino ad oggi quella che mi ha impressionato di più è il Gorla Minore, noi in casa loro abbiamo fatto fatica, è vero avevamo qualche acciaccato e nel primo tempo non siamo andati così male, ma onestamente bisogna fare i complimenti a loro per come hanno interpretato e disputato la gara, in compenso abbiamo battuto la Valceresio, altra formazione attrezzata per stare in alto”.

Quali sono gli obiettivi che vi siete posti ad inizio anno?
Cantello Belfortese è una realtà che da ormai qualche anno punta a fare un passettino in più, ora basti vedere dove siamo arrivati l’anno scorso per capire dove vogliamo arrivare quest’anno, non sarà facile, la concorrenza c’è, ma sono sicuro che se riusciamo a limare qualche aspetto possiamo giocarcela. Scaramantico? Ma neanche troppo, diciamo che faccio mia una frase di Totò “Essere scaramantici è da stupidi, ma non esserlo porta sfiga”.

E gli obiettivi personali? 
Aiutare la squadra, aiutare i giovani, dargli un mano per essere qui, tra un anno ancora con loro, a giocarmi qualcosa di ancora più importante”.

C’è qualcuno degli ultimi arrivati che ti ha stupito?
Sono tutti forti, non li conoscevo molto, ma un nome te lo faccio: Battistello. Non è che a pelle mi stesse così simpatico, non abbiamo mai avuto screzi da avversari, ed invece è proprio forte, s’impegna, dà il massimo, è un bravo ragazzo e dà l’esempio”.

Domenica trasfertona in casa del Luisago Portichetto, che è tornata capolista, pronti?
“Ad oggi la classifica è corta, le squadre sono tutte in pochi punti, ma loro non saranno certo primi per caso, storicamente quando affrontiamo una squadra in vetta riusciamo a dire la nostra, vedi Gallarate nella passata stagione, qualche scherzetto ci è capitato di farlo, e gli stimoli vengono da sé, diciamo che non ci sono mai tremate le gambe quando abbiamo poco da perdere, che poi…se abbiamo perso dei punti con squadre più alla portata, l’unico modo per recuperarli è farli con le big”.

Mariella Lamonica

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