
Con la fine dell’avventura alle Finali Nazionali di Chiusi dell’Under 17 Eccellenza, termina l’anno del settore giovanile di Varese Basketball. Un’annata lunga ed intensa che ha portato con sé tante soddisfazioni ma che ha anche messo in luce i margini di miglioramento che ha il progetto nato dall’unione tra Pallacanestro Varese e Robur Et Fides. Per tracciare un bilancio dell’annata abbiamo fatto due chiacchere con Max Ferraiuolo.
Partiamo proprio dalla fine, ovvero l’avventura a Chiusi del gruppo U17 Eccellenza in maglia Pallacanestro Varese, che si è attesta tra le migliori otto d’Italia e che ha messo in luce tutto il talento, seppur sotto età, di Kangur…
“E’ stata un’esperienza per tutti i nostri ragazzi importantissima. E’ giusto parlare dell’assenza di Acciari ma non è corretto sottolinearla perché chiunque lo ha sostituito ha dato il massimo e ci ha permesso di arrivare al traguardo di essere tra le prime 8 d’Italia. Kangur è un giocatore che dimostra già, a dispetto della sua giovane età, una tranquillità ed una personalità di altissimo livello. Quello che è bello di questo gruppo, però, è il modo che hanno le nostre squadre di stare in campo, dimostrando grande unione e voglia di sacrificarsi l’uno per l’altro. Lottando e aiutandosi a vicenda, riescono così ad andare oltre i loro limiti e questa è sicuramente una cosa importantissima. Mi collego immediatamente all’altro gruppo Under 17 che ha fatto un percorso molto importante, non riuscendo ad agguantare l’accesso alle Finali Nazionali per solo un punto. Pensa se avessimo avuto due squadre della stessa annata alle Finali Nazionali, sarebbe stato clamoroso ma siamo contentissimi così per la crescita che questi ragazzi hanno mostrato, che poi è la cosa che più ci interessa nel nostro progetto”.
La squadra “più in ombra” di questa stagione del vostro settore giovanile è stata l’Under 19. Come valuta il loro percorso?
“E’ stata una stagione complessa. Non dimentichiamoci che ad inizio anno Elisée Assui avrebbe dovuto far parte di questo gruppo e poi è diventato punto fermo della Serie A, in più la squadra era formata da tanti 2007, quindi sotto età e questo è sicuramente un aspetto importante da considerare. Inoltre, buona parte di loro si allenava con la Serie A e questo ti può certo portare a crescere ma toglie anche energie per un campionato importante come quello dell’U19. Dall’anno prossimo ci proponiamo di tornare ad essere protagonisti anche in questo campionato con i nostri 2007 che sono tanti e di ottima qualità e poi quello che è stato importante è stato far giocare a questi ragazzi il campionato di Serie B Interregionale, che per loro è stata una tappa importante di crescita”.
Andando sulla B Interregionale, un’annata complessa, soprattutto la seconda fase quando c’è stato il confronto con le realtà toscane che investono tantissimi soldi per giocare questa categoria, che però ha portato alla salvezza al primo turno playout contro una realtà in forte crescita come Don Bosco Crocetta…
“Sì, non dimentichiamoci che ci siamo salvati vincendo Gara3 fuori casa, quindi ancora più difficile. Ci siamo confrontati con realtà come quelle toscane che hanno roster molto attrezzati e formati da giocatori che hanno giocato anche in categorie superiori, quindi questo diventa un passo in avanti per lo sviluppo dei nostri ragazzi anche nella capacità mentale di affrontare certe partite. Speriamo l’anno prossimo di fare un ulteriore passo avanti con i tanti 2007 che faranno parte di questa squadra e di poter giocare un campionato un pò più tranquillo e con obiettivi diversi”.
A livello di Under 14 ed Under 13, invece, quale bilancio possiamo tracciare?
“Un bilancio sicuramente positivo. Gli allenatori che guidano queste squadre sono di comprovata capacità ed esperienza come Pagani e Mai ed infatti noi ci rendiamo conto come ogni anno i ragazzi che arrivano in Under 15 siano già abituati a lavorare in un certo modo, quindi la sinergia che abbiamo con la Robur ha un motivo fondante di esistere e sta funzionando nel modo migliore”.
Da qui al Minibasket, la stagione si può considerare soddisfacente?
“Assolutamente sì, l’unico neo riguarda, come sempre, le strutture. Abbiamo due palestre dove allenarci ma non sono sufficienti, ci servirebbero altri campi per alzare la qualità del lavoro che deve essere sempre buona ed ampliare il numero degli iscritti”.
Tra due anni finirà, a livello di contratto, il rapporto con la Robur Et Fides. Quali possono essere le prospettive?
“Io mi auguro che, anche alla luce del fatto che la Robur arriverà ad avere un centro sportivo importantissimo in gestione, si possa andare avanti, soprattutto in relazione ai risultati di cui abbiamo parlato prima e che sono frutto di questa sinergia sempre più proficua. C’è unità d’intenti e di obiettivi, finora il confronto è stato facile: speriamo si possa andare avanti così e che questa collaborazione porti tanti frutti. Non dimentichiamo che sia Libro che Elisée sono cresciuti in parte in Pallacanestro Varese ed in parte in Robur Et Fides, a testimonianza di come questa sinergia possa davvero creare dei giocatori di altissimo livello e per questo debba continuare ad andare avanti”.
La stuzzica pensare che tra un paio d’anni potrebbe esserci in Serie B Interregionale un derby tra Pallacanestro Varese e Robur Et Fides?
“Perché no, vorrà dire che avremo lavorato benissimo. Avere la possibilità di avere due squadre, ovvero in base ai nostri principi, una ventina di ragazzi che possano giocare a quel livello, quanto vorrebbe dire che siamo stati bravi a far crescere i nostri ragazzi e metterli su un trampolino di lancio per una possibile carriera professionistica, a Varese o in un’altra realtà”.
Alessandro Burin