Torniamo alla scoperta del Judo presso il Fuji-Yama di Gallarate, ma questa volta con l’Allenatore d’esperienza cintura nera quinto dan Corrado Francia, il quale ci illustra gli aspetti filosofici, educativi e sportivi del celebre e diffuso sistema di lotta nipponico, evidenziandone i concetti di kata e di lotta da terra, oltre al gran vantaggio nell’universo della difesa personale.

Come si avvicinò al Judo?
“Il mio primo approccio fu all’età di undici anni con la scuola, mentre frequentavo la prima media a Roma, grazie ad un volantino che pubblicizzava, più di quarant’ anni fa, una palestra in cui si praticavano il Judo e il Karate; da ragazzino, del Judo apprezzai in particolare il fatto di stare insieme ad altri bambini; noi occidentali lo concepiamo essenzialmente come sport da combattimento, ma in realtà il Judo è un’arte, come ad esempio la pittura, l’architettura o la musica: una disciplina educativa e soprattutto un modo per stare e inserirsi nella collettività. Sono qui a Gallarate nel Fuji-Yama ormai da molti anni e sono allenatore di Judo cintura nera quinto dan, secondo dan di Nippon Kempo e di Iaido e ho anche l’abilitazione all’MGA (metodo globale di difesa personale, ndr), del quale il nostro Maestro benemerito di Judo e di Nippon Kempo Santambrogio ne è tra i fondatori”.

Quali principi del Judo le insegnò il Maestro benemerito Santambrogio?
“Nel complesso le vere basi per l’insegnamento del Judo, oltre alla retta via da seguire nella vita quotidiana; il Maestro Santambrogio è stato anche nella nazionale francese di Judo”.

Quali cinture segue?
“Ho seguito per tanti anni i bambini, dalle bianche fino alle marroni; attualmente seguo gli adulti, insieme ad Alex Santambrogio, il figlio del nostro Maestro benemerito. In generale, fornisco anche delle basi di kata del Judo e insegno anche quei valori che sono stati tralasciati o concepiti diversamente nel Judo sportivo, come la cedevolezza e lo squilibrio; i katà si svolgono in coppia o duo e sono delle forme complete, che prevedono i contatti e le proiezioni”.

Voi del Fuji-Yama, avete dei judoka agonisti?
“In generale sì; adesso però è un periodo nel quale ne abbiamo un po’ meno. Disponiamo di ragazzi giovani cinture verdi, blu, marroni, e le gare sono aperte anche alle marroni e alle nere; il Judo può essere praticato da gente di tutte le età. Tra gli amatoriali abbiamo anche atlete donne, dalle quindicenni alle trentanovenni, le quali se la cavano bene e anche uomini adulti”.

Quali traguardi avete raggiunto nell’agonistica?
“Siamo affiliati alla FIJKLAM e lavoriamo sugli allievi affinché pratichino il Judo per piacere e divertimento; dei nostri ragazzi hanno vinto trofei e gare a livello regionale. Nel complesso non cerchiamo il judoka campione per l’agonistica, ma piuttosto il ragazzo che pratica il Judo volentieri e con passione, solo progressivamente guardiamo anche ai risultati. Durante gli esami alle prime cinture chiediamo le tecniche di caduta corretta e i rovesciamenti; in base al colore della cintura e al livello raggiunto da parte del judoka, chiediamo anche quelle di leva e di proiezione. Personalmente valuto gli esami a partire dalle cinture bianche fino alle marroni e successivamente l’esame per il conseguimento della nera si svolge presso la FIJKLAM”.

Insegnate un Judo rivolto anche alla difesa personale?
“L’universo della difesa personale è un settore a sé stante; ritengo che tutto il Judo possa aiutare anche dal punto di vista della difesa personale e credo che questo celebre sistema di lotta nipponico sia la strategia più adatta, in particolare per il merito della lotta da terra. Nel Judo vi è il combattimento in piedi, noto in giapponese come “tachi-waza”, e quello da terra, detto invece “ne-waza”. Il Judo, rispetto al Karate, al Nippon Kempo e al pugilato prevede anche la lotta da terra; io insegno anche il combattimento da terra, il quale agli allievi riesce facilmente, soprattutto ai bambini e ai ragazzini, che spesso hanno sempre giocato a terra, mentre gli adulti in merito riscontrano più difficoltà; ad esempio, tra il Judo ed altre note arti marziali giapponesi vi sono delle differenze enormi; l’Aikido è un mondo a sé, il quale è molto più avanzato riguardo alle tecniche degli squilibri”.

Obiettivi futuri?
“In ambito amatoriale quello di divulgare il Judo tra la gente e per coloro che intendono praticare il Judo a livello agonistico, farli evolvere sul piano tecnico. Cercheremo di coinvolgere dei ragazzi a cui piace praticare il Judo; consiglierò loro di partecipare anche a delle gare, allo scopo di far acquisire loro delle esperienze anche nella pratica agonistica e far sì che possano esprimere in futuro le loro opinioni in merito”.

Nabil Morcos

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