
Il coach delle prime volte ma anche delle vittorie. Stefano Gambaro riparte: lo fa dopo la retrocessione con Saronno in B Nazionale, al termine però di un campionato in cui, al netto della squadra che ha avuto tra le mani e del livello, sempre più elevato, del terzo campionato italiano, ha ben figurato, portandosi dietro più di qualche rimpianto.
Riparte, dicevamo, da SocialOsa, società in crescita, sia a livello di ambizioni che di possibilità economiche, con la voglia di arrivare a giocarsi una stagione da protagonista, puntando ad entrare nei playoff del nuovo campionato di B Interregionale che tornerà con i gironi a 15/16 squadre (la composizione dei singoli è ancora in lavorazione da parte della FIP).
Coach, l’anno scorso era a Saronno per la prima volta della Robur in B Nazionale, così come fu il coach della prima volta in B Nazionale di Gallarate qualche anno fa. Insomma, l’allenatore delle prime volte…
“Sì, diciamo così (ride, ndr). Non è mai facile affrontare un campionato come quello della B Nazionale per la prima volta, perché parliamo di un campionato, dopo la riforma, che non lascia spazio al non professionismo. Quando sono arrivato a Saronno l’indicazione chiara da parte della società è stata quella di non voler stravolgere nulla del sistema che aveva funzionato fino a quel momento: quindi, ad esempio, tre allenamenti alla settimana e quando poi affronti squadre che di allenamenti ne fanno il doppio diventa complicato. Nonostante questo ci siamo comportati bene, abbiamo fatto 16 punti, due in meno rispetto a quelli che son serviti per fare i playout, ci siamo giocati tantissime partite punto a punto perdendo di poco, giocando un bel basket ma poi siamo arrivati nel momento più importante della stagione in condizioni di organico pessime e questo lo abbiamo pagato a caro prezzo”.
Il rimpianto ma anche l’orgoglio più grande che si porta dietro sono proprio le tante partite perse punto a punto nel finale?
“Sì senza dubbio. All’inizio del campionato se ne avessimo vinte 6-7 su 15 non sarebbe stato uno scandalo. Mi viene in mente la sconfitta con Mestre, quella con Capo d’Orlando, con Legnano, con Desio: tutte gare che avevamo in mano e che avremmo potuto vincere e che se fossimo riusciti a portare a casa avrebbero cambiato tanto del nostro percorso. Essendo un gruppo che viveva molto di entusiasmo, avremmo gestito meglio la stagione e secondo me saremmo arrivati ai playout, dove poi tutto sarebbe potuto succedere”.
Quest’estate, poi, arriva la chiamata di SocialOsa. Cosa l’ha convinta ad accettare questa sfida?
“E’ una società ambiziosa che, negli ultimi anni, seppur tra alti e bassi, è cresciuta, arrivando lo scorso anno ad un passo dai playoff di B Interregionale. Il direttore Governa mi ha palesato la voglia di fare quel passo in più che è mancato, di arrivare alla post season e giocarcela e questo mi ha convinto”.
Tra l’altro siete una delle poche società con il roster già completo. Ce lo racconti…
“Quando sono arrivato la società, giustamente, si era già mossa sul mercato. Ho trovato un buon nucleo di conferme, tra cui Bossola Macchi e Siepi. Su queste conferme la società si è mossa molto bene prendendo sia Nasini che Maspero che ho avuto lo scorso anno a Saronno e che sono molto contento di ritrovare e poi insieme abbiamo individuato in Gianmarco Conte il nostro tre ideale, come under abbiamo preso Fabrizio Di Franco da Urania Milano e abbiamo chiuso il roster con Francesco Villa, playmaker importantissimo per la categoria”.
Cosa ne pensa del ritorno alla vecchia formula del campionato?
“Bisogna capire bene come verranno composti i gironi ma io penso che sia un bene. Alla fine con questa formula escono i veri valori delle squadre e ritengo sia la scelta migliore”.
L’idea possibile di ricontrare, questa volta da avversario, Gallarate che effetto le fa?
“Sarebbe una cosa bella. A Gallarate ho ancora tantissimi amici che sento ancora e sarebbe una partita particolare per me. Quando vinci un campionato come lo abbiamo vinto e fai un anno di B Nazionale come lo abbiamo fatto, giocandoci anche un bellissimo Play-In con Legnano sono esperienze che rimangono ed emozioni che ti porti dentro per sempre. Attendiamo la composizione dei gironi ma non nego che per me sarebbe una partita particolare, in senso positivo”.
Abbiamo iniziato dicendo che lei è il coach delle prime volte in B Nazionale ma è anche uno dei più esperti in fatto di vittorie di quella che ai tempi era la C Gold ma che ora è in parte assimilabile a questa B Interregionale. Sente un pò la pressione di questa nomea?
“No, sinceramente no. Ho solo voglia di fare uan stagione importante con SocialOsa, ci sono tantissimi coach bravi in questo campionato e non vedo l’ora di confrontarmi con loro. Non c’è tempo di fermarsi a guardare il passato. Quei due campionati vinti rimangono ma devo solo concentrarmi su Social Osa e cercare di raggiungere l’obiettivo playoff”.
Alessandro Burin