Meglio così, soldi risparmiati, tanto i playoff valgono zero!“. La sentenza di Fabrizio Andreis è una delle due facce della stessa medaglia che, dall’altra parte, trova commenti come quello di Nicolas Valli: “Che delusione“. Innegabile che molti tifosi biancorossi si fossero rassegnati all’idea del sesto posto (consapevoli che la post-season avrebbe cambiato poco o nulla), ma perdere (il pareggio di ieri sa di sconfitta) non piace mai a nessuno e, a maggior ragione in una piazza come Varese, chiudere al sesto posto un campionato che andava vinto è un’umiliazione scottante.

Per questo è la rabbia il sentimento predominante. Edoardo Manfredi scrive: “Finalmente è finito questo campionato, l’ennesimo anonimo… adesso tutti in vacanza (anche se lo siete già da mesi)“; Gianmario Gatti aggiunge: “Come al solito, si arriva a fine stagione con un pugno di mosche in mano; anzi, manco quello!“. Sergio Lai tuona: “Stiamo morendo in questa maledetta Serie D“.

E adesso? Non può che essere questa la domanda dei tifosi all’indomani del pareggio per 1-1 contro il Gozzano che ha chiuso la stagione 2025/26. “Finisce con una partita dignitosa una stagione che poteva essere migliore. Poi? Continueremo a cambiare il tecnico e quasi tutti i giocatori, nella beata speranza di avere un colpo di fortuna e centrare la promozione?” s’interroga Enrico Bellorini. Andrea Sallese dà la sua ricetta: “Per vincere occorre spendere, ma soprattutto bisogna farlo bene. Via subito da questa categoria, Varese merita rispetto!“. Anche Luca Papotti dice la sua: “Occorre prendere esempio dal Bra, umiltà e spirito di squadra. Non erano i favoriti, non era uno squadrone ma lo sono diventati uno squadrone, anche senza spendere tanto“.

Dario Brusa si rammarica: “Un’altra stagione perduta. Assurdo che una piazza come Varese non riesca ad essere, non dico in A, almeno in C. In ogni caso, un ringraziamento ai Rosati per tutto quello che fanno“. Muovendosi sulla stessa linea Giovanni Forni si unisce ai ringraziamenti per poi sposare la corrente dell’ottimismo guardando al futuro: “Grazie alla famiglia Rosati per l’impegno profuso. Oggi i ragazzi ci hanno messo un grande impegno e avremmo potuto anche vincerla e centrare i playoff, ma così è la vita. Rispetto allo scorso anno è stato fatto un passo indietro, quindi il prossimo bisognerà fare due passi avanti e salire perché non se ne può più di giocare in campi da oratorio. Fino alla fine forza Varese, il resto sono chiacchiere da bar“.

Matteo Carraro

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