
Se alla 37^ giornata arrivano i primi fischi vuol dire che il vaso della pazienza sta iniziando a traboccare. Certo, la sensazione che si potesse arrivare a questo punto era ormai nell’aria da tempo e non bisogna certo stupirsi di come i tifosi abbiano preso lo 0-0 casalingo contro la Cairese, laboriosa matricola ligure che è venuta all’Ossola per fare la sua onesta partita portando a casa un punticino comunque utile alla propria corsa salvezza (anche se le vittorie di Chieri e Borgaro implicherebbero il playout). Sta di fatto che il lunedì calcistico di Varese è intriso di sano pessimismo e la frase di Luca Aletto è abbastanza emblematica a tal proposito: “Tutto come previsto, a Varese il calcio è finito”.
C’è chi punta il dito contro l’allenatore attuale, chi contro quello precedente, chi contro i giocatori, chi contro la società. Tutti colpevoli e Andrea Minelli sentenzia: “Al momento il livello calcistico di Varese è questo, serve ben altro per il salto di categoria”. La sensazione è che il brodino playoff possa servire veramente a poco, posto che non sarà certo facile andare a Gozzano per vincere, e secondo Lorenzo Panigati: “Questi i playoff (inutili) non hanno voglia di farli”.
“Una prestazione vergognosa – tuona Gabriele Battaini –. Spero che il prossimo anno ci siano più giocatori che meritano questa maglia. Il Varese merita una categoria migliore e la dirigenza rifletta sulla scelta dei collaboratori”. L’opaca prova collettiva porta Orlando Sansiveri a dire: “Impariamo a stoppare una palla e ragionare…”. Enrico Bellorini commenta: “Il problema non era Floris: questi giocatori o non hanno voglia o non riescono a dare più di così”. Secondo Vittorio Ballerio l’ex tecnico biancorosso ha avuto una dose di colpe soprattutto nel trattamento di chi ieri è risultato il migliore in campo: “Gestione di Priola folle da parte di Floris: prima messo fuori ruolo contro Konè, poi messo centrale con buoni risultati e poi non più considerato. Poteva essere ben più utile di quanto sia stato”.
Rimboccarsi le maniche e pensare all’anno prossimo non può che essere il mantra attuale con il sempreverde augurio del “che sia la volta buona“. Prima però ci sarà un’altra partita (o altre due/tre?), ma il commento di Andrea Sallese è abbastanza esemplificativo del pensiero comune: “Come sempre si aspetta l’anno successivo e, a parte tutto, la cosa peggiore rimane il Como in Serie A e noi in queste categorie che non ci competono!”.
Matteo Carraro