Una rondine non fa mai primavera e il Varese è tutt’altro che una squadra guarita. Non si può nemmeno parlare di “cura Unghero” visto che il tecnico promosso dalla Juniores non ha avuto materialmente il tempo di imprimere la sua mano, ma ciò che si è respirato ieri all’Ossola guardando i biancorossi vincere 2-0 sul Chisola è stata un’innaturale dose di tranquillità. Innaturale perché ciò che dovrebbe esser la normalità si era trasformato in un autentico miraggio, specchio di una squadra sfiduciata e spaccata che, senza l’unità d’intenti fra il gruppo e la sua guida tecnica, non aveva né capo né coda.

La rescissione consensuale con Roberto Floris ha rappresentato inevitabilmente un punto di svolta e i giocatori stessi in primis hanno voluto ribadire il proprio valore. E proprio per questo alcuni tifosi non hanno preso bene una reazione del genere, interpretando i passi falsi delle scorse giornate come una “guerra” personale del gruppo contro l’allenatore, quando invece la maglia viene prima di tutto. Ne sono un esempio le parole di Giovanni Fiorentino: “Anch’io ho visto la squadra scendere in campo con più determinazione… ed è per questo che mi girano i c…….!!! Puoi non andare d’accordo con l’allenatore, può essere anche criticato e avere delle colpe, ma per rispetto di noi tifosi devono sempre dare il massimo!! Soprattutto a VARESE!! ONORARE SEMPRE LA MAGLIA!!“.

Tanti sposano questa filosofia, ma per molti altri l’errore sta a monte. Se Floris era un separato in casa ormai da tempo, il suo addio doveva arrivare ben prima della vigilia del match con il Chisola. Bruno Giusti lo ribadisce: “Dovevano mandarlo via già tanto tempo fa, soprattutto quando ha perso le partite cruciali“. John Ambrosetti aggiunge: “Giovane e inesperto… è ad inizio carriera. A Varese serve un sergente di ferro che sappia gestire squadra e ambiente… uno che abbia vinto la D qualche volta“. Alessandro Unghero ha accettato con entusiasmo il ruolo di traghettatore e, dopo una stagione sfortunata con la Juniores, cercherà di chiudere al meglio la stagione in Serie D. Inevitabilmente il tecnico si porta dietro l’approvazione e i consensi di chi ha potuto vederlo all’opera nel triennio dell’Under19 e, non a caso, Giuseppe Marangon scrive: “Ci sono anche belle pagine di calcio da raccontare… questa è una bella pagina di calcio da raccontare“.

Per Unghero si apriranno ora giorni intensi di lavoro visto che il 17 aprile i biancorossi saranno di scena a Bra, al cospetto di quella capolista che (qualora non dovesse già vincere matematicamente oggi) potrebbe festeggiare in faccia al Varese la promozione in Serie C. Giovanni Forni, però, carica già l’ambiente: “Io sono convinto che giovedì vinciamo alla grande, perché ho visto la squadra scendere in campo con gli occhi della tigre e quella determinazione che in alcune partite è mancata“.

Molti tifosi, inevitabilmente, a stagione praticamente chiusa, guardano al futuro. Marco Gervasini, alla luce anche di quanto avvenuto pre-match, scrive: “Se dopo aver fatto sfilare le vecchie glorie si ingaggiasse qualcuna di loro per dare una mano su come gestire la parte tecnica, almeno non si continuerebbe con certe figure che durano da anni“. Non può però mancare una sana dose di ottimismo, esplicata da Vittorio Ballerio: “Nonostante la stagione sia andata molto male, ho piena fiducia nella famiglia Rosati. L’aver parlato già dell’anno prossimo è un ottimo segnale. Spero solo che arrivi un allenatore di livello, under forti e che vengono confermati almeno Piras e Bonaccorsi“.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui