
Il punto è non farlo diventare un alibi. Perché (ok) la direzione di Iannello è stata in linea con i suoi abituali standard punitivi (eufemismo), ma, così (a naso e senza controprova), ieri la Pro Patria non avrebbe vinto comunque. Neppure in parità numerica. Almeno per quanto si era visto fino al rosso a Masi. Greco ha privilegiato l’equilibrio (anche in virtù di una difesa finalmente presentabile), abbassando di una tacca il livello dell’attacco. Il saldo è lo 0-0 finale. A dispetto delle nequizie del fischietto siculo. E di un Novara che si è incartato con i cambi quando avrebbe dovuto affondare il colpo. Ma il nodo della questione è un altro. Pur riconoscendo, spirito e carattere, dopo 4 giornate i biancoblu hanno gli stessi punti (2) del Campionato scorso. Quando dovettero attendere l’8^ giornata per registrare la prima vittoria.
Al di là di confronti e paragoni, la costruzione della squadra è però in oggettivo ritardo. Con tutte le attenuanti generiche del caso (riammissione e costruzione dell’organico da zero), ma anche con parecchie viti ancora da girare. E (soprattutto), con una dimensione tecnica non ancora chiarissima. Alla luce dell’obiettivo mantenimento della categoria che resta l’indiscussa stella polare di stagione. Domenica (ore 15, stadio “Menti”), l’asticella verrà posizionata al top di gamma. Attraverso l’incrocio della 5^ con il Vicenza di Gallo (impegnato questa sera nel Monday Night di Cittadella). Il livello si alza. Dovrà adeguarsi anche la Pro Patria. Quanto fatto finora non può davvero più bastare.
Presto che è tardi
Se non ora, quando? Magari, a febbraio. Nel post derby Leandro Greco fissa l’appuntamento un po’ più in là del previsto: “E’ un mese e mezzo che lavoro qui. I ragazzi ancora oggi hanno dimostrato che su un aspetto di valori e di carattere, c’è da essere orgogliosi. Il Novara ha cambiato sistema di gioco e questo ha reso la partita più contratta. Nel nostro percorso, voglio vedere la squadraa febbraio. In 4 partite abbiamo alternato cose ottime e meno buone. Oggi siamo partiti meglio delle altre gare. Avete visto quanto può incidere Masi. Sono 2 partite in cui siamo pesantemente penalizzati dalle decisioni arbitrali. Sul rosso a Giudici, l’arbitro deve avere il coraggio di cambiare decisione. Sono convinto che una persona di valore come Orsato potrà migliorare la classe arbitrale. Domenica perderemo dei giocatori pesanti”.
Primo clean sheet stagionale per William Rovida che ha tenuto immacolata la porta dello “Speroni” anche grazie a due legni galeotti. Il numero uno biancoblu ne fa una questione di equilibrio: “Abbiamo difeso da squadra vera. Questo è il nostro grande punto di forza. In ogni ambito lavorativo bisogna avere dei punti di riferimento. Mantenendo equilibrio soprattutto in un ruolo delicato come quello del portiere. Il mio riferimento è lo staff tecnico perché mi conosce come persona”.
Mica pochi
L’affluenza di ieri (1.352 spettatori complessivi), è stata la quarta assoluta dal ritorno in Serie C del 2018, terza in regular season, seconda del post Covid. Dal 20 settembre 2014 (allora i presenti furono 1.966), la sfida con il Novara non faceva segnare un dato così alto. In calce, il recente storico con i primi 5 botteghini:
10 maggio 2025 Pro Patria – Pro Vercelli 1-0 Playout (1.886 spettatori)
25 agosto 2019 Pro Patria – Monza 1-2 (1.695)
16 aprile 2023 Pro Patria – Piacenza 1-1 (1.355)
14 settembre 2025 Pro Patria – Novara 0-0 (1.352)
27 aprile 2018 Pro Patria – Pisa 1-2 (1.281)
ZeroZeroZero
Zero gol segnati e zero gol subiti. Dopo la messe delle prime 3 giornate (rispettivamente 5 e 7), nel complesso, una buona notizia. Ma il prezzo pagato per mantenere a secco gli avversari (6 tiri fuori, tra cui i 2 pali e 2 nello specchio della porta di Rovida), sono state le sole 4 conclusioni tigrotte (una singola nella porta di Boseggia). Quando si dice la coperta corta. O copri le spalle, o tieni al caldo i piedi.
Lo stretto di Messina
La sua fama lo precede. E i 18 rossi (senza contare le panchine) in 32 gare dirette erano un dato troppo consolidato per non costituire un precedente. E infatti l’ineffabile Alfredo Iannello di Messina non ha smentito il curriculum personale mandando anzitempo sotto la doccia Masi e Giudici (e fischiando 17 falli ai bustocchi e 14 agli ospiti con 4 gialli a 2). Breve considerazione a margine. Vista la presenza allo “Speroni” del Designatore Daniele Orsato. Presi singolarmente, i 2 gialli per il 26 tigrotto potevano anche starci. Ma la somma non potrà mai fare un’espulsione. In ossequio al buon senso. E sulla materia specifica l’ex arbitro veneto dovrebbe saperla lunga dato lo stigma ricaduto su di lui dopo quell’arcinoto Inter – Juventus del 2018. Quanto alla sanzione toccata all’esterno ex FeralpiSalò, imprudenza evitabile. Ma non da rosso. E qui il FVS (utilizzabile a differenza del primo caso), doveva consigliare l’overrule al messinese. Con il capo in tribuna, rimangiarsi un fischio sarebbe stato un segno di debolezza o di presenza di spirito? Ovviamente la seconda. Ma non per lui.
Divisi sul campo, uniti nel ricordo
Prima del fischio di inizio, il capitano degli azzurri Roberto Ranieri ha deposto dei fiori ai piedi dello striscione che ricorda Raffaele Carlomagno, lo sfortunato tifoso biancoblu deceduto dopo la caduta occorsa al “Piola” il 25 gennaio scorso nel post derby Novara – Pro Patria. Quello del club piemontese è stato un gesto sentito, non scontato, tutt’altro che banale. Oltre qualsiasi rivalità.
Giovanni Castiglioni
(Interviste a cura Comunicazione Aurora Pro Patria 1919)