Un imprecisato giorno del 1845 il giovane William Ellis stava disputando una partita di calcio nel campo del College britannico di Rugby. Probabilmente folgorato dagli dei, decise, all’improvviso, di afferrare il pallone con le mani e  partire a razzo verso la porta avversaria. In quel preciso istante l’illuminato William, suo malgrado e, immaginiamo, sepolto dalle invettive e maledizioni dei compagni, diede il calcio d’inizio ad una disciplina sportiva destinata a creare adepti in tutto il mondo, unta dal Signore del fair play, benedetta dai milioni di appassionati che ne hanno fatto persino una filosofia di vita. L’immagine del Rugby è quella del fango, del sudore, della lotta, dove uomini resi irriconoscibili dalla fatica che li avvolge come una Sindone si danno battaglia contendendosi una palla ovale, vischiosa, viscida, imprendibile, spesso invisibile per il pubblico. Ma il Rugby ha le sue regole, i suoi profeti, le proprie Tavole della Legge. Sacrificio, disciplina, abnegazione, coraggio, altruismo, qualità motorie. E poi le tradizioni, il “terzo tempo”, una sorta di inno all’amicizia, la birra e la compagnia.

Il Rugby Varese rappresenta tutto ciò. Solida società, gente pratica, cultura sportiva superiore, niente reality show da cerchietto ed orecchino, fronzoli e banalità, fair play da vendere. Da alcuni anni, inoltre, procedono su sentieri didattico educativi attraverso la collaborazione con il Provveditorato agli Studi e i Dirigenti Scolastici, catechizzano i bambini delle scuole, dispensano sapienza rugbistica che è rispetto, onestà, educazione. Stefano Malerba, Presidente vero, physique du role, uomo da “haka”, mi ha coinvolto in codesta nuova esperienza.

Il Caccia col rugby?Certo!” mi risponde il barbuto simil-samoano, “tu sei un rugbysta dentro, nessun doppiopetto ma il sano sapore della terra, il colore del fango. Tu sei uno di noi!”. In fondo non mi dispiace, l’attività motoria non ha confini, le barriere esistono solo nelle menti malate degli addestratori e non degli educatori. Gli schemi motori di base sono la grammatica del movimento, per qualunque attività sportiva. Accetto. Attraverso il Rubicone della sfera! Da palla rotonda ad ovale, con nuovi stimoli, curiosità da soddisfare, movenze, attitudini, posture da apprendere. Citando qualche pensatore illuminato, mi accingo al passaggio dalla radicata tradizione alla seducente incognita del modernismo.

Puoi chiamarli Pulcini o Piccoli Amici, puoi trovarteli Under 6, 8, 10, ma i bambini interpretano sempre se stessi. Non fingono, non imbrogliano, che la palla sia bislunga o tonda si muovono in situazione spontanea, a volte attentissimi, altre ben felici di farsi distrarre da un aereo in volo, una coccinella atterrata su una mano, una pozzanghera fuori posto, una stringa slacciata. Ma il comune denominatore è l’entusiasmo, la passione, l’iniezione di giubilo, euforia, buonumore che trasmettono da sotto il caschetto para urti o dal salva denti stile Dracula. Ed i miei alunni della Middle Sport School International Academy di Busto Arsizio, si fanno travolgere dall’ardore, dall’ euforia che trasmette l’incognita di un rimbalzo malandrino, da un cambio improvviso di direzione, da un avanzamento ed un passaggio indietro.

Abbiamo dedicato un ciclo di quattro lezioni alla conoscenza del Rugby, esplorandone i valori emotivi ed i dettagli tecnici, le diverse posture e lo sviluppo del gioco, grazie alla preziosa collaborazione degli amici del Rugby Varese. La Scuola Secondaria di Primo Grado a Curvatura Sportiva International Academy, ha lo scopo di condurre gli alunni nei meandri delle diverse discipline sportive, perlustrando e setacciando  gli aspetti tecnici ed i gesti propri della materia, privilegiando le componenti educative e didattiche. Gli alunni e le alunne di Prima Media si sono immediatamente immersi nel mondo ovale con il consueto ardore, affascinati dalle stranezze che la palla, diversa da ogni altra, offriva loro. Le partitelle finali hanno chiuso il ciclo di lezioni. In fondo, la palla da Rugby è un po’ come la vita: non sai mai dove ti condurrà il rimbalzo. L’importante è afferrarla ed avanzare, senza voltarsi indietro.

Marco Caccianiga
Insegnante di Educazione Fisica The International Academy Busto Arsizio

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