
Archiviati i campionati 2024/25 (nel bel mezzo della post-season) non può mancare il nostro consueto Pagellone con cui andiamo a rivivere quanto successo nel Girone A di Serie D. Raggruppamento che è terminato con il trionfo del Bra (78), in barba agli scettici che ipotizzavano un crollo verticale dei giallorossi, i quali l’anno prossimo si giocheranno le proprie chance in Serie C. Contentino playoff NovaRomentin (-7), Vado e Gozzano (-13) e Lavagnese (-14) con le prime due che in semifinale hanno fatto valere la legge del campo e si sfideranno nella finalissima di girone domenica 18 maggio.
Delusione totale per il Varese che chiude la sua corsa a 62 punti con un amarissimo sesto posto, risultato che viene inevitabilmente catalogato come sportivamente fallimentare visto che il progetto inaugurato la scorsa estate da Montanaro e Floris (entrambi non hanno finito la stagione) avrebbe dovuto portare i biancorossi lassù al posto del Bra. La Cairese (37) si è salvata ai playout superando 2-0 il Chieri (31), che è così retrocesso in Eccellenza insieme a Borgaro Nobis (28) e Fossano (26); esclusa a febbraio dal campionato l’Albenga.
Archiviata la prima veloce panoramica sulla classifica, spazio ora a voti e giudizi delle 20 squadre del Girone A: parola al nostro Pagellone.

Bra 10
Reggerà? Non reggerà? La margherita giallorossa, petalo dopo petalo, ha condotto ad un inequivocabile verdetto: il Bra non molla e vola e in Serie C. La continuità paga: lezione che bisogna apprendere dai piemontesi che, pur perdendo quelli che erano considerati e cardini portanti del gruppo, hanno mantenuto il blocco dello scorso anno rinforzandolo adeguatamente per dominare il campionato dall’inizio alla fine. Merito di mister Nisticò, merito dei giocatori, merito della società: non resta che applaudire un’autentica magia giustamente celebrata a dovere in ben più di un’occasione. aBRAcadaBRA

NovaRomentin 9
Le perplessità di inizio anno hanno presto lasciato spazio alla consapevolezza di trovarsi di fronte ad un grandissimo gruppo ben guidato da un tandem affiatato che ha saputo far gruppo (aspetto mancato in altri lidi): Gonzalez-Gheller si è rivelata un’accoppiata vincente alla guida di una squadra giovane che per lunghi tratti della stagione ha incantato a livello di gioco offerto e intensità. Chiaramente è venuto a mancare qualcosina a livello esperienziale, e sicuramente con un goleador di razza là davanti la stagione avrebbe potuto esser ancor più positiva, ma resta la soddisfazione di aver chiuso alle spalle del solo Bra con il miglior attacco e la seconda miglior difesa. Effervescente

Lavagnese 8.5
Se già al giro di boa della stagione si poteva parlare a ragion veduta di sorpresa, a maggior ragione lo si può fare al termine di un campionato che ha visto i bianconeri chiudere con un eccezionale quinto posto: mica male per una squadra che, come obiettivo primario, aveva la salvezza. Sicuramente ci si aspettava di tagliare quel traguardo in fretta, cosa che è stata fatta egregiamente, ma il cammino dei liguri è andato ben oltre le più rosee previsioni. Oculata anche la scelta di cambiare allenatore in corsa: l’ex Varese Roselli (destinato al Vado) ha fatto qualcosa di eccezionale ma, poiché si sapeva che le strade si sarebbero divise, la scelta di affidare il gruppo ad una bandiera del calibro di Giacomo Avellino (che ha avuto modo di lavorare già in ottica futura) ha pagato permettendo alla Lavagnese di chiudere in crescendo. Entusiasta

Gozzano 8
La capolista del girone di ritorno. Basta questa semplice annotazione per dare valore al progetto tecnico portato avanti da Manuel Lunardon che, con calma (e fiducia, da parte della società), ha costruito le basi per una clamorosa rincorsa che ha portato il Gozzano fino al quarto posto. L’avventura playoff è terminata bruscamente a Vado, ma non cancella quanto di buono fatto: aspetto ben notato dalla dirigenza rossoblù che non ha avuto dubbi nel blindare già il tecnico che, l’anno prossimo, avrà il compito di condurre la squadra ad un importante step qualitativo affinché possa lottare fin dal principio per le posizioni di vertice. Risoluto

Oltrepò 7
Alzi la mano chi, dopo le prime cinque giornate, avrebbe scommesso un centesimo sulla salvezza della matricola pavese. Il pareggio contro il Varese ha segnato la svolta della stagione biancorossa che, collezionando prestazioni e risultati davvero importanti, ha portato ad una meritatissima permanenza in categoria. La fiducia nei confronti di mister Parolini è forse traballata all’inizio, ma mai venuta meno: fiducia e ambiente positivo (sicuramente vulcanico) hanno fatto il resto. Le comprensibili difficoltà di inizio stagione monito per il futuro, ma l’Oltrepò avrà modo di essere protagonista. Focoso

Saluzzo 7
La migliore fra le matricole: il Saluzzo ha dato del filo da torcere a chiunque e, per i colori biancorossi in particolare, è stata un’autentica bestia nera (due vittorie su due) visto che proprio nel cuneese è di fatto finito il campionato del Varese e si è spezzata la magia bosina. Il Saluzzo si è costruito passo dopo passo la propria salvezza mettendo in mostra un gruppo solido e coraggioso ben gestito da mister Cacciatore: la nona posizione gratifica il percorso compiuto e consente di guardare all’anno prossimo con fiducia. Spigoloso

Cairese 6.5
Altissimi e bassissimi per la matricola ligure che non ha comunque mai perso di vista l’obiettivo: salvarsi. Le difficoltà incontrate nel girone di ritorno, dopo un approccio semi-positivo alla nuova categoria, hanno condotto per un solo punto al playout contro il Chieri. Vantaggio di campo e doppio risultato a favore, ma il 2-0 finale testimonia la voglia dei liguri di difendere la Serie D conquistata lo scorso anno. Tanta fatica (comprensibile), ma l’obiettivo è stato centrato e il giudizio non può che essere positivo. Controcorrente

Chisola 6.5
Alti e bassi per i piemontesi che hanno sicuramente fatto un passo indietro rispetto alla scorsa stagione, ma hanno comunque avuto modo di consolidarsi categoria e guardano già alla quarta annata consecutiva all’apice del dilettantismo. Le carte in regola per fare un importante step qualitativo ci sono tutte e i torinesi non possono che essere fiduciosi in ottica futura; nel frattempo si portano a casa un onestissimo e tranquillissimo ottavo posto che certifica le potenzialità del Chisola. Quieto

Imperia 6
Un peccato che il cammino dell’Imperia si sia bruscamente interrotto nel cammino di ritorno facendo precipitare i nerazzurri in quattordicesima posizione: quanto di buono fatto nel girone d’andata è bastato ad assicurarsi una relativamente tranquilla salvezza, ma non ha avuto seguito nel ritorno. Anzi: è calata la produzione offensiva, mentre non sono migliorati i numeri difensivi. La stagione, seppur tra alti e bassi, resta assolutamente positiva. Alternante

Ligorna 6
Tolte Vado e Varese, ecco l’altra delusione d’alta classifica: considerando il potenziale della coppia Cericola-Miracoli e la bontà nell’insieme di un gruppo davvero qualitativo, era lecito aspettarsi ben di più da parte dei liguri che chiudono invece al settimo posto. Mister Pastorino non è riuscito ad accendere la miccia di una squadra potenzialmente esplosiva che, la prossima stagione, avrà modo di rifarsi. La sufficienza c’è, ma il Ligorna può e deve fare molto di più. Insipido

Sanremese 6
La cura Scalise ha sicuramente portato benefici ad un ambiente che è comunque abituato a vivere ben altri lidi di classifica: se da una parte il decimo posto non rispecchia minimamente le ambizioni di inizio stagione, dall’altra gratifica la voglia di rimediare ai propri errori e rimettersi in carreggiata per una salvezza mai in discussione. Il girone di ritorno ha confermato le sensazioni al giro di boa: i biancoazzurri faticano tremendamente a segnare (peggior attacco insieme a Vogherese e Fossano), ma è altrettanto difficile fargli gol (terza miglior difesa). Non mancano gli aspetti positivi da cui ripartire. Rinvigorita

Vado 6
Il finale in crescendo ha sicuramente “risollevato” la stagione (si fa per dire), anche se le dichiarazioni di fuoco di capitan Capra (in un vulcanico post-partita dopo la vittoria per 4-1 sul Gozzano nella semifinale playoff) sono l’evidente specchio di come il Vado si sia costruito da solo il proprio “fallimento”. Per i liguri doveva essere la stagione della consacrazione, ma il triplo cambio in panchina (De Lucia, Cottafava e Boisfer) e un ambiente non proprio serenissimo hanno portato ad una situazione di stallo che non ha permesso ad un gruppo davvero forte di performare al massimo delle proprie possibilità. Finale playoff da giocare: possibilità di vincere la post-season per il terzo anno consecutivo, ma le premesse erano ben altre. Autolesionista

Vogherese 6
Playout evitato per lo scontro diretto a favore nei confronti della Cairatese, ma il campionato della Vogherese (pur centrando l’obiettivo della salvezza) resta un’autentica anomalia: dei 37 punti collezionati ben 14 (più di un terzo) sono arrivati affrontando le prime sei della classe. Se i pavesi avessero mantenuto questo score contro qualsiasi avversario sarebbero stati in lotta per i playoff. Problema di mentalità? Forse, ma anche e soprattutto di sterilità offensiva. Dr. Jekyll e Mr. Hyde

Asti 5.5
Campionato abbastanza anonimo da parte dei biancorossi. Salvezza centrata con relativa tranquillità, ma le potenzialità di questa squadra potrebbero ambire a qualcosa di più di un undicesimo posto. Se nel girone di ritorno ci si aspettava una svolta, questa non è arrivata e l’Asti ha perlopiù regalato partite abbastanza scialbe. Un peccato. Inespresso

Città di Varese 5.5
Vedi Vado e… Purtroppo il discorso è molto simile a quanto detto per la compagine ligure: se inizi la stagione con il preciso obiettivo di vincere e finisci al sesto posto, senza il direttore sportivo e l’allenatore che avevano iniziato la stagione, vuol dire che ben più di qualcosa non ha funzionato. Una prima analisi è già stata fatta: forse il gruppo è stato sopravvalutato, sicuramente l’area tecnica ha avuto più di qualche colpa (e, sia ben chiaro, Alessandro Unghero è esente da questo discorso visto che ha ereditato nelle ultime quattro giornate una squadra spaccata e distrutta a livello psicologico), ma l’esito prettamente sportivo di questa stagione (che ha avuto comunque risvolti positivi) non può che essere negativo. Il Varese aveva tutte le carte in regola per vincere, o quantomeno giocarsela fino alla fine: ingiustificabile il -16 dal Bra e addirittura l’esclusione dai playoff. Implosivo

Derthona 5.5
Poteva andare meglio, poteva andare peggio. Al netto di qualche timido acuto, il Derthona non si è mai staccato da una metà classifica che sta stretta ad una squadra di queste potenzialità. I bianconeri sono stati un’autentica bomba ad orologeria: esplosioni di gioco e spettacolo alternate a lunghissime fasi di immobilismo. Il 12esimo posto vale una salvezza tranquilla, ma il Derthona deve ambire quantomeno alla metà sinistra della classifica. Statico

Borgaro Nobis 5
A differenza di altre neopromosse, il Borgaro Nobis non ha mai preso confidenza con l’habitat della Serie D. Le evidenti lacune difensive (77 gol al passivo) hanno condannato i torinesi ad una retrocessione annunciata che si è poi concretizzata all’ultima giornata perdendo lo scontro diretto con il Chieri che avrebbe potuto dare la speranza playout. Nemmeno la cura di un vecchio lupo di categoria come Ezio Rossi (che ha ben presto lasciato) è servita. Respingente

Chieri 5
Va dato atto a mister Molluso di aver compiuto un mezzo miracolo risollevando una squadra inadeguata alla categoria conducendola al playout di Cairo Montenotte dove è arrivato l’inevitabile verdetto: il Chieri retrocede meritatamente. E, sia ben chiaro, il meritatamente non fa riferimento a demeriti del gruppo (che ha dato tutto, e molto di più, fino alla fine), ma alle enormi lacune con cui questa squadra è stata costruita. Il destino del Chieri era segnato fin dall’inizio. Condannato

Fossano 4.5
Parliamo di una matricola, è vero, che però sapeva cosa aspettarsi visto che il Fossano non è certo nuovo alla categoria. Per questo motivo il fallimento del Fossano è più pesante rispetto, ad esempio, a quello del Borgaro. Qualche timido sprazzo ha dato l’illusione che il gruppo di mister Pala potesse salvarsi, ma neppure un tecnico navigato come lui ha potuto evitare l’inevitabile. Impreparato
Albenga 0
Una sola parola. Vergogna
Matteo Carraro