
Si chiude un campionato lungo e impegnativo per le squadre del Girone X di Seconda Categoria di Varese, una stagione che ha riservato poche certezze e molte emozioni. Tra conferme, passi indietro e sorprese, ecco il nostro pagellone completo di fine anno, con i voti alle protagoniste e un bilancio su quanto visto in campo. Tra squadre che hanno centrato l’obiettivo minimo e altre che, invece, devono già guardare al futuro con la voglia di rifarsi, andiamo a scoprire chi ha lasciato il segno e chi, invece, dovrà fare i conti con una stagione da dimenticare.
BREBBIA 10

Dalla sorpresa d’inverno alla regina del campionato: il Brebbia si prende la scena e scrive una pagina indelebile della propria storia recente. Neopromossa terribile, la squadra gialloblù ha saputo tenere botta nel duello emozionante con il Laveno, spuntandola grazie a solidità, organizzazione e qualità. Miglior attacco del torneo (63 gol segnati, al pari proprio del Laveno) e miglior difesa (solo 23 reti al passivo): numeri che parlano da soli. Se nella prima parte di stagione aveva stupito tutti, nel girone di ritorno ha messo il vestito da grande, trovando nell’innesto di Pedron Messina il tassello che ha elevato ulteriormente una rosa già competitiva. Mentalità, concretezza e ambizione: il Brebbia ha vinto con merito e si è guadagnato la Prima Categoria con gli applausi di tutti. Campione.
BUGUCAESAR 8

Doveva essere l’anno della transizione, si è trasformato in una cavalcata entusiasmante. La fusione tra Buguggiate e Caesar lasciava più dubbi che certezze, ma il BuguCaesar ha saputo stupire tutti, trovando nel gruppo e nel lavoro di mister Bongiolatti – fresco vincitore della Panchina d’Oro – le chiavi di una stagione da incorniciare. I 24 punti del girone d’andata sembravano già oro, ma è nel ritorno che i biancoverdi hanno cambiato marcia: 36 punti, gli stessi del Brebbia campione, con un ritmo da promozione diretta. Il terzo posto finale è valso l’accesso ai playoff, dove solo una finale combattuta contro il Laveno ha infranto il sogno della Prima Categoria. L’amarezza per il finale non può oscurare una stagione semplicemente superlativa. Superlativo.
LAVENO MOMBELLO 7.5

Una rincorsa intensa, un duello appassionante e, alla fine, una medaglia d’argento che profuma comunque di grande calcio. Il Laveno Mombello chiude il campionato con 65 punti, miglior attacco del girone (63 gol come il Brebbia campione) e la consapevolezza di aver dato tutto in un campionato che è stato molto più tosto di quanto ci si potesse aspettare per quella che ad inizio anno veniva indicata come la favorita alla vittoria finale. I biancoblù hanno retto il passo della capolista fino all’ultimo, pagando a caro prezzo un paio di passaggi a vuoto (vedi i due KO consecutivi con Induno e Bosto nel momento clou del campionato) ma senza mai perdere di vista l’obiettivo. L’impegno in Coppa Lombardia – concluso a febbraio con l’eliminazione ai sedicesimi della fase regionale – ha tolto forse qualche energia, ma ha anche mostrato la profondità e la qualità del gruppo. Ora i playoff offrono una seconda chance: con la giusta determinazione, il salto in Prima Categoria è ancora possibile. Il 7.5 può diventare un 8 pieno.
ANGERESE 7.5

Che salto di qualità per i rossoblù! Dalla salvezza sudata ai playout della scorsa stagione al quinto posto di quest’anno: l’Angerese ha cambiato marcia, diventando una delle realtà più solide del girone. Il cambio in panchina, con l’arrivo di mister Cau a novembre, ha segnato la svolta: da quel momento sono arrivati ben 34 punti, una media da playoff che ha acceso l’entusiasmo e rilanciato le ambizioni. Fondamentale il rendimento casalingo, con 31 punti raccolti sul campo amico di Viale Ungheria – terzo miglior bottino interno del campionato. Meno brillante il cammino lontano da casa, con soli 15 punti in trasferta. Ma il bilancio resta decisamente positivo: l’Angerese ha ritrovato identità e competitività, ponendo le basi per un futuro ancora più ambizioso. Cambio di status.
MERCALLO 7.5

Stagione da incorniciare per la neopromossa Mercallo, che ha vissuto un campionato ben oltre le aspettative. Salvezza conquistata con largo anticipo, qualche settimana passata col naso all’insù a sognare i playoff e una solidità che ha sorpreso molti: i biancoblù non hanno per nulla sofferto l’impatto con la categoria. Squadra tosta, organizzata, capace di mettere in difficoltà anche le big del girone, soprattutto tra le mura amiche, dove ha costruito un vero e proprio fortino. Con 30 gol segnati in casa – al pari di corazzate come Buguggiate e Brebbia – il Mercallo è stato uno degli attacchi interni più prolifici dell’intero campionato. Una realtà in crescita, con entusiasmo e identità: il futuro può essere ancora più interessante. Voglia di stupire.
CUASSESE 7

Una stagione di alto profilo, anche se con un pizzico di rammarico. La Cuassese ha dimostrato di poter competere con le migliori, restando in scia di Brebbia e Laveno per buona parte del girone d’andata e sorprendendo per organizzazione e intensità. Nella seconda parte di stagione, però, il passo è calato e con esso le ambizioni: fuori dalla lotta per il titolo prima, e poi anche dalla zona playoff. Il quarto posto finale resta comunque un risultato importante, in linea con gli obiettivi dichiarati a inizio anno di voler stare lì in alto, e rappresenta una base solida da cui ripartire per alzare l’asticella. Da incorniciare infine, la stagione di Davide Brancato, faro del centrocampo e vincitore del Pallone d’Oro di categoria al suo ritorno in campo: un valore aggiunto assoluto che la società ha già blindato per la prossima stagione. Di alto profilo.
EAGLES CARONNO VARESINO 6.5

Arrivare ai playoff sarebbe stato il coronamento di un sogno, partecipare alla lotta per arrivarci un imperativo che l’Eagles ha rispettato il più a lungo possibile. Con 45 punti totali – 23 all’andata e 22 al ritorno – la squadra ha dimostrato una buona continuità, lottando fino alla fine per un posto nella post season. Anche se il sogno playoff non si è concretizzato, gli Eagles si confermano una presenza stabile nelle zone nobili della classifica, costruendo un percorso solido e convincente. Merito anche di Luca, bomber implacabile con 20 gol all’attivo, tra i candidati più seri al pallone d’oro del girone. Per la squadra di Caronno è un segnale chiaro: la crescita continua e i playoff sono un traguardo più che alla portata per il futuro. Ad ali spiegate.
CARAVATE 6.5

Missione compiuta. La stagione del Caravate si chiude con il traguardo salvezza raggiunto in modo sereno e senza particolari patemi, con un paio di giornate d’anticipo che hanno permesso ai gialloverdi di tirare il fiato e guardare al futuro con moderato ottimismo. Il dodicesimo posto finale, con 36 punti totali (19 nel girone d’andata e 17 nel ritorno), racconta di una squadra equilibrata e capace di mantenere una buona continuità nell’arco dell’intero campionato. Curioso il bilancio casa-trasferta, perfettamente simmetrico (18 punti in casa e 18 in trasferta), che certifica una solidità di fondo e la capacità di adattarsi bene a ogni tipo di contesto.
Caravate ha costruito la sua salvezza sapendo fare punti nei momenti giusti e togliendosi anche qualche soddisfazione pesante: i successi su Laveno e Cuassese, due squadre ben più attrezzate, e i pareggi strappati a Brebbia e Buguggiate nel girone d’andata valgono tanto in termini di morale e consapevolezza. Un’annata che, senza troppi fronzoli, ha portato esattamente il risultato che serviva. Concreti ed efficaci.
AURORA INDUNO 6

Solita storia: ha tutte le capacità, ma alla fine, in un modo o nell’altro c’è qualcosa che va storto. E’ stata una stagione in salita per l’Aurora Induno, partita con ambizioni playoff ma subito frenata da un girone d’andata da dimenticare. Tra infortuni e qualche episodio sfortunato, i biancoblù hanno raccolto solo 17 punti, restando per diverse giornate addirittura in zona playout. Un avvio complicato che sembrava aver compromesso tutto. Ma il girone di ritorno ha raccontato un’altra storia: con 24 punti conquistati, l’Induno ha giocato come una vera squadra da alta classifica, arrivando dietro solo Brebbia, Laveno e Buguggiate per punti conquistati nella seconda metà di stagione. E quando la giornata è stata buona, la squadra ha dimostrato di potersela giocare con chiunque, come testimoniano le due vittorie pesanti contro il Laveno. Rimane il rammarico per un inizio troppo stentato, ma la ripresa nel ritorno fa ben sperare per il futuro, aspettando che arrivi finalmente l’anno giusto per raccogliere quello che questa squadra ha nelle corde. Incompleti.
JERAGHESE 6

A metà stagione la Jeraghese sembrava poter essere la mina vagante capace di inserirsi nella bagarre playoff, ma nel girone di ritorno qualcosa si è inceppato. I rossoblù hanno perso terreno e ambizioni, raccogliendo solo 17 punti nella seconda parte di campionato, abbandonando troppo presto la corsa alle prime cinque posizioni. Il finale di stagione è così da sufficienza piena: con 41 punti la Jeraghese si piazza decima, un risultato onesto ma sicuramente al di sotto delle aspettative iniziali. La squadra ha dimostrato di avere qualità, ma è mancata la continuità necessaria per fare quel salto in più. Da metà classifica.
GAZZADA SCHIANNO 6

Partiamo dalla pura e semplice obiettività: l’obiettivo dichiarato della salvezza è stato raggiunto. Basta questo per i gialloblù per avere una sufficienza piena su questa stagione. Ci sono tuttavia diversi “ma” che è necessario considerare nell’annata di questo Gazzada, partito alla grande nel girone d’andata (18 punti e +6 sulla zona playout), salvo poi sciogliersi rovinosamente in un girone di ritorno da incubo in cui i punti conquistati sono stati solamente 10 e il vantaggio sulle concorrenti si è ridotto all’osso tanto da arrivare a giocarsi la salvezza all’ultima giornata. Alla fine, un po’ d’orgoglio un po’ grazie ad una sveglia suonata tardi per Valcuviana e Ceresium la salvezza è arrivata anche in una stagione storta come questa. Sarà il punto da cui ripartire in vista di una stagione che vuole avere altre prospettive. Salvato il salvabile.
VALCUVIANA 6

Salvezza doveva essere e salvezza è stata, anche se il percorso per raggiungerla è stato tutt’altro che semplice. I biancoviola hanno dovuto passare per la lotteria dei playout per garantirsi un altro anno in Seconda Categoria, al termine di una stagione complicata, segnata da numerose difficoltà. La squadra ha navigato quasi sempre in acque agitate, rimanendo stabilmente in zona rossa per gran parte del campionato e senza mai trovare la scintilla per cambiare marcia. Il dato che più fotografa le fatiche stagionali è quello offensivo: solo 27 gol segnati in 30 giornate, con il solo Don Bosco a fare peggio.
Nonostante tutto, la Valcuviana ha saputo tirare fuori il carattere quando più contava. Lo sprint finale con 10 punti raccolti nelle ultime giornate ha permesso di agganciare i playout, affrontati con determinazione e lucidità. Nella doppia sfida con il Ceresium, la squadra ha mostrato solidità e voglia, conquistando con merito la salvezza. Un epilogo positivo per un’annata piena di ombre, ma che potrebbe rappresentare un punto di ripartenza. Il futuro si preannuncia infatti ricco di novità, con cambi dirigenziali già avviati e un progetto rinnovato che punta a riportare la Valcuviana su binari più ambiziosi. Salva.
BOSTO 5.5

Una stagione che lascia un po’ di amaro in bocca per i gialloblù, che chiudono sesti con 46 punti, troppo poco rispetto alle aspettative di inizio anno. Il Bosto non è mai riuscito a entrare davvero nella lotta playoff, vittima di troppi alti e bassi. I periodi neri di novembre (3 KO consecutivi e l’uscita dalla Coppa) e di febbraio-marzo (5 KO consecutivi) hanno pesato come un macigno, spezzando il ritmo di una squadra che avrebbe potuto fare molto di più. Quando ha giocato al meglio, il Bosto ha dimostrato di poter competere, come nelle vittorie contro Buguggiate e Laveno, ma alla fine è mancata la continuità per stare stabilmente tra le grandi. Serve lavorare su questo, perché la qualità c’è e la strada per tornare a lottare c’è tutta. Incompiuta.
UNION TRE VALLI 5.5

Doveva essere una stagione da protagonisti, con l’obiettivo di replicare (se non addirittura migliorare) il piazzamento dell’anno scorso e provare a dire la propria nella lotta playoff. Per lunghi tratti del girone d’andata l’Union Tre Valli ha dato l’impressione di poterci riuscire, pur con qualche inciampo di troppo. Nel ritorno, però, è arrivato un crollo difficile da spiegare: appena 13 punti raccolti in tutto il 2025, con sole 3 vittorie e una continuità di rendimento mai davvero trovata. I segnali positivi mostrati nella prima metà di stagione si sono progressivamente affievoliti, lasciando spazio a prestazioni opache e a un rendimento ben al di sotto delle attese. L’undicesimo posto finale è una sentenza impietosa per una rosa che, per valori tecnici ed esperienza, doveva stare stabilmente nella parte sinistra della classifica. Dopo la semifinale playoff centrata lo scorso anno, era lecito attendersi una conferma, se non un ulteriore salto di qualità. E invece, il passo indietro è stato netto e preoccupante, per un annata decisamente storta e da dimenticare in fretta in vista della nuova stagione. Sotto le aspettative.
CERESIUM BISUSTUM 5

Una stagione da dimenticare per il Ceresium Bisustum, che paga a caro prezzo un’annata da incubo con una retrocessione amarissima maturata al termine dei playout contro la Valcuviana. Dopo la retrocessione dalla Prima Categoria, i rossoblù si presentavano con aspettative ben più alte, ma la realtà è stata ben diversa fin dall’inizio. La squadra è stata quasi costantemente invischiata nei bassifondi della classifica, incapace di trovare una costanza di risultati.
Uno dei problemi principali è stato il rendimento difensivo: ben 89 gol subiti, peggior difesa del girone, un dato che ha inevitabilmente compromesso ogni tentativo di risalita. In diversi momenti della stagione si è addirittura temuto una retrocessione diretta, ma lo sprint finale con 12 punti nelle ultime 6 giornate ha permesso di raggiungere i playout. Purtroppo però, la corsa è finita qui, con la sconfitta nel doppio confronto che condanna i rossoblù a un ritorno in Terza Categoria. Un’annata decisamente negativa, da cui sarà necessario ripartire con umiltà e nuovi stimoli. Retrocessa.
DON BOSCO 4.5

Per anni è stata una presenza fissa nella zona playoff, ma questa stagione rappresenta un vero e proprio tracollo per il Don Bosco, che chiude all’ultimo posto con una retrocessione che nessuno si aspettava. Solo 13 punti conquistati in tutto il campionato, un attacco sterile con appena 20 gol segnati — peggior bottino offensivo del girone — e una difesa tra le più vulnerabili con ben 66 gol subiti, secondi solo al Ceresium. Numeri che raccontano una stagione da incubo, iniziata con ben altre ambizioni. La squadra ha perso fiducia molto rapidamente, complici una serie di prestazioni opache e una crisi di risultati che ha minato il morale e la compattezza del gruppo. Il Don Bosco non è mai riuscito a invertire la rotta, e la retrocessione è diventata purtroppo inevitabile. Un’annata amara, che segna una brusca battuta d’arresto dopo anni di costante presenza nelle zone nobili della classifica e che impone una riflessione profonda in vista della prossima stagione. Annata da incubo.
Francesco Vasco