
Tra alti e bassi, infortuni e sfortuna, pregi e difetti, 19 partite hanno condotto il Varese al giro di boa della stagione con 36 punti all’attivo, 29 gol fatti e 20 subìti. Tradotto: quarta posizione (l’anno scorso era la quinta) a -9 da un Bra in versione corazzata che sta dominando fin qui il Girone A di Serie D.
Considerando a 360° il percorso compiuto, il Varese viaggia sulla media del 7.5: adesso è però il momento di concentrarsi sui singoli protagonisti in campo attraverso il nostro consueto Pagellone di metà stagione. Archiviati portieri, difensori, centrocampisti e attaccanti, chiudiamo con staff e dirigenza.
STAFF

Allenatore: Roberto Floris 7
La doverosa premessa da continuare a ribadire (perché di realtà si tratta) è che non ha mai avuto a disposizione la squadra pensata in estate. All’infortunio di Molinari sono seguiti quelli altrettanto importanti di Ropolo, D’Iglio e Stampi (oltre a tanti altri acciacchi vari ed eventuali), quattro perni portanti di questo Varese. Ha quindi dovuto fare di necessità virtù, adattando giocatori (molti dei quali costretti agli straordinari) e moduli a seconda delle esigenze: il più delle volte l’ha fatto bene (non sono mancati errori) e spesso il Varese ha ingabbiato gli avversari peccando (troppo spesso, va detto) in fase realizzativa. E da questo punto di vista un allenatore può far poco. Floris ha comunque dimostrato di avere un’identità precisa da seguire: l’ha fatto assumendo anche decisioni importanti (vedi le esclusioni di Bra), contestabili o meno, che ben riflettono la sua personalità e la capacità di assumersi le proprie responsabilità nel bene e nel male. Risoluto

Viceallenatore: Maurizio Provenzano 7
Si è presentato a Varese in punta di piedi, predicando fin da subito quella cultura del lavoro che troverà sempre riscontri soprattutto in ambienti in cui si vogliono fare le cose seriamente. Da buon match analyst, spetta a lui fare il “lavoro sporco” nello studiare gli avversari e, di riflesso, preparare le partite insieme a mister Floris. Presenza immancabile alle Bustecche (soprattutto nell’organizzazione delle palle inattive) rappresenta la spalla perfetta per il tecnico biancorosso. Determinato

Preparatore dei portieri: Claudio Abaterusso 7
Media matematica dei voti dati ai due portieri (6.5) più un bonus doveroso per come imposta la settimana e per come conduce il rapporto con i suoi estremi difensori. Metodologia che riflette appieno tutta la sua voglia e la sua determinazione nel dare un contributo effettivo alla Varese calcistica. Sa di avere tra le mani un grandissimo portiere come Piras (che farà senz’altro strada) e un altro che può e deve migliorare tanto: spetterà a lui far sì che la crescita dei 2006 avvenga in maniera sempre più esponenziale. Lavoratore

Preparatore atletico e fisioterapista: Luigi Pasquillo e Simone Bestetti 6.5
Qualche infortunio di troppo c’è stato, è vero (non tutti dipesi dalla preparazione, ci mancherebbe), ma se questo Varese corre è anche e soprattutto merito loro. Ribadiamo per l’ennesima volta che molti giocatori sono stati costretti agli straordinari per sopperire a infortuni e assenze e l’hanno fatto bene grazie a gamba (buona preparazione curata da Pasquillo) e recuperi in tempi stretti (la fisioterapia di Bestetti funziona). Altre risposte dovranno esser date nel girone di ritorno. Metodici

Team Manager: Filippo Maddalena 7.5
Sorriso genuino e grandissima professionalità. Lanciato dal nulla in un mondo a lui totalmente estraneo, si è subito appassionato al lavoro di team manager eseguendolo al massimo delle sue possibilità. In occasione delle partite è assolutamente impeccabile (puntualmente vestito anche di tutto punto), mentre in settimana non esita mai a svestire gli abiti “ufficiali” per indossare quelli da campo e non perdersi nemmeno un secondo di una bellissima avventura a tinte biancorosse. Spontaneo
DIRIGENZA

Varese fuori dal campo 9
Inevitabilmente sono i risultati sul campo a comandare (e, visto il -9 dal Bra, è perfettamente comprensibile un certo “malumore” da parte dei tifosi), ma sarebbe indecoroso non sottolineare l’immenso lavoro che la dirigenza biancorossa sta svolgendo per crescere e prepararsi al tuffo fra i professionisti (con l’augurio della piazza che il salto possa arrivare già tra pochi mesi). Sotto l’egida Paolo Girardi vengono fatti tanti piccoli grandi gesti, spesso anche non visti (come ad esempio offrire un panettone a ogni tifoso presente l’ultima giornata o anche solo l’accoglienza riservata alle società avversarie, alla terna arbitrale e agli addetti ai lavori), che fanno la differenza per un club che sa dove vuole arrivare. La famiglia Rosati è sempre più protagonista con Giovanni che sta seguendo i passi di papà Antonio; il Centro Sportivo delle Bustecche diventa più accogliente giorno dopo giorno (l’apertura delle tribune lo testimonia) e si iniziano a vedere i frutti dei cospicui investimenti fatti, così come il vivaio, sotto l’egida Massimo Foghinazzi, più florido che mai. La solidità societaria è indubbia e il Varese (fuori dal campo) è pronto. Professionistico

DS: Antonio Montanaro 8
Anche in questo caso va tenuto in considerazione il fatto di non aver praticamente mai visto all’opera la squadra pensata in estate (che, sempre sulla carta, ovvio, aveva tutte le possibilità per esser ben più in alto). Difficile, pertanto, andare incontro ad una valutazione effettiva dell’operato. Il difetto? Sicuramente l’assenza di un vice D’Iglio (tematica già affrontata proprio con il ds). A fronte di questo, però, non va dimenticata la rapidità con cui ha saputo sopperire al doppio infortunio di Molinari e Ropolo (assicurandosi un certo Bonaccorsi) e la decisione mostrata nel mercato invernale per irrobustire ancor di più la squadra e provare a imbastire la scalata verso la vetta. Idee chiare e ambizione, accompagnate dalla voglia di non voler fallire. Reazionario

Varese sul campo 7.5
L’estate scorsa si parlava di duello serrato tra Vado e Varese: entrambe sono lassù, a giocarsi le rispettive chance per approdare in Serie C, ma nessuno aveva tenuto in conto l’incognita Bra. Se per i liguri, come visto, qualcosa è stato sbagliato in partenza (e Cottafava sta rimediando ora), per il Varese è oggettivamente impossibile non rivolgersi alla malasorte. La prima parte della stagione biancorossa è stata continuamente costellata da infortuni che hanno minato l’undici titolare di Floris (Molinari, Ropolo, D’Iglio e Stampi giusto per fare qualche nome), il quale non è mai riuscito a schierare la “formazione tipo”. Malgrado tutto, tra alti e bassi, la squadra è sempre rimasta ben al di sopra della soglia di galleggiamento, portando a casa di rabbia e di cuore molte partite (pagando dazio in altre, va detto). Ad oggi il Varese si trova sicuramente più indietro rispetto a quanto preventivato (il -9 dalla vetta è una distanza importante), ma le ambizioni non sono mai venute meno e l’operato societario lo dimostra: il vecchio cuore biancorosso batterà fino alla fine. Diplomatico
Matteo Carraro