
Prima la pioggia, poi il sereno. Il clima che accompagna il saluto ai tifosi da parte della Pallacanestro Varese sembra rispecchiare perfettamente quello che è stato l’andamento sportivo dell’annata biancorossa. Una stagione contrassegnata da grandi difficoltà fino all’arrivo di coach Kastritis, tra i più acclamati al Caffé Broletto di Via Veratti dove si è consumato il saluto di commiato della squadra biancorossa 2024/2025, che ha chiuso un ciclo sportivo e ne ha aperto un altro, fatto di cultura del lavoro e filosofia dello stesso che in pochi mesi hanno già portato i primi importantissimi frutti e che sono la miglior semina per avere un futuro florido.
Un futuro del quale sicuramente non farà parte Marco Legovich, pronto ad una nuova avventura, come capo allenatore, in Polonia, a Varsavia, dopo due anni in cui era passato dal biancorosso giuliano di Trieste a quello bosino di Varese, verso per una nuova sfida affascinante e che gli auguriamo con tutto il cuore possa portargli grandi fortune: “Chiudiamo l’anno con una salvezza non scontata. Un traguardo da non festeggiare ma dal quale ripartire. Per il futuro, mio e del club, ci sarà tempo, penso che oggi sia il momento giusto per festeggiare e chiudere al meglio un’annata complessa, nella quale abbiamo cambiato tanto, trovando però giocatori e persone di grande livello. Dopo un anno di fatiche credo sia un bel momento questo per ringraziare e salutare la città. A Varese ho trovato una casa lontano da casa: voglio salutare e ringraziare tutti i ragazzi dell’ufficio e dello staff ed il coach in particolare, con il quale in pochi mesi ho stretto un rapporto speciale. Mi mancherà Masnago, perché l’avevo vissuta da avversario ma farlo essendo parte di questa realtà è un qualcosa di unico e che mi ha riempito il cuore. Da questa esperienza mi porto via tante cose, che non vuol dire replicarle ma avere un bagaglio ampio dal quale poter trovare le giuste cose da fare in campo. Esco arricchito da questa avventura e sono curioso anche io di sperimentare questa nuova esperienza. Questa stagione è stata più dura di quella dell’anno scorso, perché comunque la coppa ci dava respiro e fiducia e siamo arrivati fino in semifinale, che non è mai una cosa scontata. Di momenti belli ce ne sono stati tanti, trovo difficile sceglierne uno, mi porto via tante fotografie di questi anni”.
Per un Legovich che saluta c’è un Librizzi che rimane? Il capitano biancorosso (sotto contratto garantito ancora per un anno, ndr) non scioglie i dubbi sul suo futuro, che parla di un rinnovo in cantiere con adeguamento del contratto attuale, ma rivive con passione ed entusiasmo la sua prima stagione da capitano della sua squadra del cuore, un’annata che lo ha visto esplodere da un punto di vista tecnico: “A livello personale è stato un anno speciale, uno di quelli che ti porti nel cuore per sempre. Ho avuto l’onore e la fortuna di essere il capitano di questa squadra, quella della mia città e mi sento veramente onorato di questo, ancor di più per il fatto che siamo riusciti a salvarci. Quei 28 punti con la Virtus hanno dato concretezza alla serata più magica della mia vita finora e non me lo dimenticherò mai. Coach Kastritis ci ha dato quella dimensione difensiva che ci mancava, questo ci ha permesso di alzare i nostri ritmi ed essere sempre più aggressivi, portandoci alla svolta stagionale. Il lavoro che ho fatto in estate per recuperare dall’infortunio mi ha permesso di arrivare prontissimo all’inizio del campionato e questo sicuramente mi ha dato una spinta per fare bene fin da subito. Mi sono messo sempre a disposizione e servizio della squadra per fare bene e sono felice per come siano andate le cose. Con la società stiamo lavorando per il futuro e sono molto fiducioso si possa proseguire insieme“.
Da un pilastro azzurro di questa stagione ad un altro, Davide Alviti, il più acclamato dai tifosi, il più cercato, l’uomo simbolo, poi, di questa salvezza biancorossa, per la continuità che ha avuto durante l’anno, il suo migliore professionalmente parlando, che non si sa ancora se sarà anche il primo ed ultimo, o meno, ai piedi del Sacro Monte: “Con la società stiamo parlando, il confronto va avanti. Non abbiamo fretta, la regular season è appena finita, ci sono ancora i playoff, vediamo a che punto arriviamo. Sicuramente a Varese mi sono trovato molto bene. La città è bella, è una di quelle che mi piace vivere: sono stato a Roma e Milano ma preferisco realtà come Varese, Treviso, Trieste dove hai tutto attorno e stai bene perché non ti manca nulla. Parlando di campo, è stata un’annata sicuramente difficile, con tanti alti e bassi, cambiando molto, però quello che volevo da inizio anno e il motivo per il quale sono venuto qua era la voglia di rimettermi in mostra e devo ringraziare la società e lo staff per avermi aiutato in questo percorso. Momenti belli ce ne sono stati tanti, soprattutto l’aver dimostrato una grande forza di gruppo che ci ha permesso di rialzarci dai momenti durissimi in cui abbiamo toccato il baratro. Devo dire che devo tanto a Kastritis, che ha mostrato fin da subito grande considerazione per me e non era scontato. Ha ribaltato una squadra che non aveva una direttrice chiara e ci ha portato verso la salvezza. Infine ringrazio i compagni perché se ho fatto una bella annata è anche grazie a loro, da soli non si fa nulla“.
Se invece c’è un giocatore che ha iniziato in sordina, finendo per conquistarsi gli applausi e l’amore della piazza biancorossa, quello è Kaodirichi Akobundu-Ehiogu che, sotto le sapienti mani di Kastritis, è cresciuto in maniera esponenziale diventando un fattore per i biancorossi: “Il mio obiettivo principale è sempre quello di crescere. Coach Kastritis mi ha insegnato molto, facendomi fare tante sessioni video e lavorando poi duramente in palestra, spingendomi ad essere migliore ogni giorno. La nuova via difensiva che ci ha portato il coach mi piace molto e mi ha aiutato ad assumere questa dimensione in campo con maggiore efficacia rispetto a quella che avevo ad inizio stagione. Il momento più bello della stagione è stato sicuramente quando abbiamo conquistato la salvezza dopo una stagione dura e complicata, anche molto stressante da un punto di vista emotivo. Sono felice che siamo riusciti a raggiungere questo traguardo per i nostri tifosi che ci sono stati sempre vicini e per la città, dove mi sono trovato veramente benissimo. Cosa voglio nel mio futuro? Continuare a crescere. Per me questo è stato il primo vero anno completo a livello senior visto che l’anno scorso in Germania avevo giocato solo 11 partite prima di rompermi il polso. Sono felice dei progressi fatti ma devo continuare a lavorare sodo, se sarà con Varese lo vedremo durante l’estate“.
Ed infine chi meglio del Presidente Toto Bulgheroni poteva chiudere questa serata di festa? “Faccio fatica a ricordarmi le salvezze degli ultimi anni ma questa è stata molto sofferta anche se è arrivata a due giornate dalla fine e quindi ci ha lasciato un pò respirare. Sicuramente abbiamo sbagliato qualche scelta ma solo chi non fa non sbaglia. Poi, come ho già detto altre volte, le persone intelligenti fanno tesoro delle proprie esperienze, quelle meno, no. Io batto sempre il chiodo del budget, se riusciremo ad avere qualche risorsa in più probabilmente faremo meno errori. La soddisfazione più grande che mi porto via è stata la salvezza raggiunta e l’aver visto, negli ultimi tre mesi, una squadra con un’anima ed una dedizione al lavoro assoluta che ci porta a sperare bene per il futuro. Librizzi e Assui? Libro ha un contratto, che cercheremo di estendere dandogli le soddisfazioni economiche che merita. Su Elisée è chiaro che se gli interessi dei college sono veri è difficile tenerlo qui anche se lui non ha assolutamente ancora chiuso la porta alla permanenza, è un ragazzo che ha voluto giocare fortemente anche con la serie B ieri sera ed è un segnale di attaccamento fortissimo, poi se il mondo gira in una certa maniera non possiamo certo fermarlo noi. Kastritis? Un uomo straordinario, un coach che basa le sue convinzioni su punti fermi importanti e che ha trovato giocatori che hanno creduto fin dal primo giorno nella sua filosofia e questo è importantissimo. La squadra non si è mai disunita dal suo arrivo in poi, hanno lavorato duro fino all’allenamento prima del match con Venezia. Nikolic aveva un pò lo stesso modo che ha di Kastritis di creare e costruire le sue squadre. Speriamo di dare a Ioannis il materiale giusto per lavorare al meglio delle sue possibilità“.

Al di là delle interviste c’è spazio per tutti in questa festa, dai grandi ai piccini, dai giovani agli anziani, ancora una volta la Pallacanestro Varese richiama a sé tanti tifosi spinti dall’amore spassionato per questa squadra ed alcuni suoi interpreti, come Max Ferraiuolo, storica bandiera del club, con gli occhi lucidi per un regalo di un tifoso: una maglietta con su scritto “Max, tu sei il cuore di Varese” ed una lettera che racconta tutto quello che vuol dire essere e sentirsi parte della famiglia biancorossa, che riparte da qui, che riparte ancora una volta dal Broletto, che riparte ancora una volta prima sotto la pioggia e poi con il sereno, nella speranza di vivere una stagione, la prossima, con molte meno nubi rispetto a quella di quest’anno.
Alessandro Burin