
Crescere con il biancorosso nel cuore. L’obiettivo che il Varese si è prefissato di voler raggiungere sta trovando compimento attraverso l’impegno, la passione e il duro lavoro quotidiano: la crescita complessiva del macrocosmo bosino è sotto gli occhi di tutti e l’orgoglio più grande riguarda proprio il vivaio, sempre più strutturato e pronto a fornire alla Prima Squadra materiale umano e sportivo su cui far leva. Discorso che vale sia per l’ambito maschile, sia soprattutto per il femminile con la nascita, quest’anno, di una filiera completa (Under19, Under17, Under15, Under13 e Under10) grazie alla sinergia già avviata e rodata con il Gavirate di Massimo Foghinazzi.
Tema che avevamo già trattato con le parole di Lucrezia Battezzato e Alice Brambilla e che si ripropone quest’oggi con protagoniste Giulia Ferrari e Vittoria Montin. Entrambe classe 2009, rispettivamente attaccante e difensore, sono colonne portanti dell’Under19 di Stefania Maffioli e si stanno ritagliando il loro meritato spazio in Eccellenza agli ordini di mister Andrea Bottarelli. Determinate e grintose, entrambe stanno facendo gli straordinari per onorare al meglio sia gli impegni con la Juniores sia quelli con la Prima Squadra, ponendosi virtualmente d’esempio per tutte quelle ragazze più piccole che sognano un domani di poter indossare la maglia biancorossa.
GIULIA FERRARI
Fisicità minuta, cuore immenso: il carattere combattivo la porta a non temere mai l’avversario e la sua predisposizione tattica le consente di spaziare dal ruolo di seconda punta a quello di centrocampista avanzata. Dopo la trafila giovanile con la maglia della Valceresio, il passaggio al Gavirate è stato propedeutico per la sua “formazione biancorossa” e domenica contro il Circolo Giovanile Bresso è arrivato l’esordio da titolare (match in cui ha anche sfiorato il gol).
Ti aspettavi di trovare così tanto spazio in Prima Squadra?
“Assolutamente no. Già passare dall’Under15 all’Under19 è stato un balzo importante, figuriamoci in Prima Squadra. Non sono però qui per caso: mi sono fatta trovare pronta per questo grande passo e sono soddisfatta di come sta andando la mia stagione?”

Com’è stato l’impatto in spogliatoio?
“Chiaramente l’ambiente è molto diverso rispetto a quello dell’Under19: complice la diversa età media in Eccellenza si affrontano tematiche dal peso specifico ben diverso rispetto ai discorsi che si possono trovare nello spogliatoio di una Juniores. Voglio però sottolineare come tutte ci abbiamo accolto nel migliore dei modi”.
Il fatto di aver collezionato giù tante presenze in Prima Squadra comporta maggiori responsabilità in U19?
“Inevitabilmente sento di poter avere un peso specifico diverso in U19. Mister Maffioli, in questo senso, è fondamentale perché a noi che siamo in orbita Prima Squadra ci sprona a far sempre meglio: sappiamo di poter avere un’occasione che per altre non è ancora arrivata e pertanto il nostro contributo deve essere ancor maggiore”.
Stefania Maffioli in U19 e Andrea Bottarelli in Eccellenza: cosa cambia nella metodologia?
“Parliamo di ottimi allenatori che hanno inevitabilmente metodologie diverse. Io sono cresciuta con mister Maffioli e so cosa si aspetta da me; diciamo che per certi versi con lei mi trovo in una sorta di comfort zone. Mettersi alla prova con un tecnico esigente e determinato come Bottarelli non è facile, ma rappresenta un grandissimo stimolo”.
Qual è stato fin qui il momento più bello della stagione?
“Il 3-3 contro l’Erbusco è stato davvero un momento emozionante e bello da condividere con tutta la squadra ma, guardando all’U19, cito una sconfitta: malgrado il 2-0 della Rhodense, abbiamo giocato una delle nostre migliori partite dal punto di vista della cattiveria agonistica”.

Il Varese è particolarmente attento alla crescita del calcio femminile. Come si potrebbe fare per far crescere ancor di più l’intero movimento?
“Si parla poco del calcio femminile e andrebbe pubblicizzato molto di più. Una ragazza può essere fortissima, ma continua a passare in secondo piano rispetto a calciatori magari tecnicamente inferiori ma che godono di maggior popolarità”.
Voi dell’U19 che passate in Prima Squadra vi sentite come punti di riferimento per le più piccole?
“Già solo il fatto di far parte del Varese ci pone sotto una luce diversa e, inevitabilmente, le annate più giovani sono molto attente al percorso di chi le precede. Durante la cena di Natale, ad esempio, è stato bellissimo giocare proprio con le più piccole che ci hanno fatto capire di voler arrivare a loro volta a questo livello”.
Chi è il tuo idolo?
“Impossibile non dire Cristiano Ronaldo. Oltre ad essere un giocatore eccezionale, è un esempio straordinario di determinazione extra campo; ho la camera tappezzata di suoi poster. Aggiungo però anche Dani Alves: mi ha sempre fatto impazzire e quando è venuto alla Juventus mi ha fatto innamorare ancor di più dei colori bianconeri”.
Qual è il tuo obiettivo stagionale?
“Per quanto mi manchino ancora tanti gol, mi piacerebbe essere chiudere con il titolo di capocannoniere; andrebbe bene anche essere la goleador della squadra. In Eccellenza vorrei trovare il mio primo gol, e l’occasione c’è già stata anche se la palla non è entrata; più in generale dico che vorrei giocare il giusto e continuare a crescere”.
Il sogno per la tua carriera, invece, qual è?
“Giocare in una squadra di Serie A e vincere la Champions League”.
VITTORIA MONTIN
Giocatrice energica e aggressiva, potenziale importante che le ha permesso di collezionare già diverse presenze in Eccellenza (titolare con l’Erbusco all’andata); mentalità di un certo livello, aspetto che talvolta la condizioni finendo per pagare l’eccessiva sicurezza, ma i margini di miglioramento sono enormi. Dalle Azalee Gallarate il passaggio alla Solbiatese, trampolino di lancio per affermarsi in quel di Gavirate e iniziare poi a scrivere la propria personale storia con il biancorosso del Varese.
Ti aspettavi di trovare così tanto spazio in Prima Squadra?
“La speranza c’era, visto che già ad agosto ci era stato detto che con il Varese l’intera organizzazione sarebbe diventata più grande, ma di certo non mi aspettavo di vivere quel che sta succedendo. Alla mia età è una soddisfazione immensa poter giocare in Eccellenza con la maglia del Varese”.

Com’è stato l’impatto in spogliatoio?
“Nell’ultima settimana è stato più facile perché avevamo Sanremo come tema di discussione (ride, ndr), ma in generale, penso sia normale, noi che arriviamo dall’Under19 tendiamo a fare gruppetto fra di noi. Tutte le ragazze, comunque, si sono dimostrate davvero eccezionali nei nostri confronti”.
Il fatto di aver collezionato giù tante presenze in Prima Squadra comporta maggiori responsabilità in U19?
“Mister Maffioli di sicuro non ci mette pressioni, ma è chiaro che da noi si aspetti qualcosina in più. Non è comunque facile perché tra Prima Squadra e Juniores cambia tantissimo sia nell’impostazione del gioco che a livello di fisicità e velocità. Il rapporto con le nostre compagne non cambia: tutte noi scendiamo in campo per dare il massimo in qualsiasi circostanza”.
Stefania Maffioli in U19 e Andrea Bottarelli in Eccellenza: cosa cambia nella metodologia?
“Chiaramente cambia il presupposto alla base: in Under19 siamo più orientate alla nostra crescita e mister Maffioli ci ha sempre criticato tantissimo, in senso buono ovviamente, per stimolare il nostro potenziale. Con mister Bottarelli, invece, ci soffermiamo più su aspetti tattici e il focus principale va all’amalgama di squadra”.
Qual è stato fin qui il momento più bello della stagione?
“Il mio ricordo più bello risale in realtà allo scorso anno contro il Sedriano: siamo arrivate tiratissime al match e Lucrezia (Battezzato, ndr) aveva anche avuto un piccolo incidente. Ci siamo scaldate pochissimo, ma con tanta intensità, e il match è stato un crescendo di emozioni: il gol di Lucre praticamente allo scadere è quello che ci ha fatto vincere il campionato. Su quest’anno dico tutte le partite che pensavamo di perdere e che invece abbiamo pareggiato e/o vinto”.

Il Varese è particolarmente attento alla crescita del calcio femminile. Come si potrebbe fare per far crescere ancor di più l’intero movimento?
“Parlarne. Io, ahimè, sono la prima a seguire davvero poco la Serie A Femminile: se dovessi salire di categoria so che le ragazze seguirebbero comunque sempre di più la propria squadra del cuore maschile. Per cui ritengo che parlare sempre di più del calcio femminile possa aiutare a farlo crescere”.
Voi dell’U19 che passate in Prima Squadra vi sentite come punti di riferimento per le più piccole?
“In parte sì perché quando facciamo gli incontri formativi di tutto il settore giovanile vedo che le più piccole ci guardano come noi anni fa guardavamo i ragazzi più grandi che passavano in prima squadra. Il Varese? Ovviamente è una società storica e importantissima: si sta davvero bene e ci sono i presupposti per crescere”.
Chi è il tuo idolo?
“Mauro Icardi. Da interista sfegatata quale sono è stato proprio lui che mi ha fatto innamorare letteralmente del calcio ed era più bello guardare l’Inter quando c’era lui. Non a caso io nasco come attaccante, poi sono stata arretrata; da lì mi sono sempre ispirata a Skriniar, mentre ora come modello di riferimento indicherei Bastoni”.
Qual è il tuo obiettivo stagionale?
“In Under19 essere il punto di riferimento per la difesa e, più in generale per tutta la squadra; mi piacerebbe poter salvare un gol sulla linea all’ultimo minuto. In Prima Squadra sarebbe bellissimo riuscire a segnare”.
Il sogno per la tua carriera, invece, qual è?
“Alzare la Coppa del Mondo guardando la telecamera per dire: ce l’ho fatta”.
Matteo Carraro