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Dopo due mesi alquanto complicati (una sola vittoria, seppur prestigiosa contro il Saronno a fronte di sette sconfitte) sotto la guida di Alessandro Ferrero, l’Ispra ha scelto di tornare sui propri passi richiamando mister Ulisse Raza per provare a centrare l’impresa salvezza. Il tecnico ha ripreso in mano i nerazzurri lo scorso martedì, svolgendo in silenzio un’intensa settimana di allenamenti per arrivare il più preparati possibile al fischio d’inizio del match contro una squadra di medio-alta classifica come l’Ardor Lazzate. E il campo ha dato ragione all’Ispra.
L’1-0 maturato al triplice fischio è sintomo di grande voglia di reagire da parte di un gruppo scottato dagli ultimi risultati: salendo a quota 21, l’Ispra ha staccato Base 96 (16) e Robbio (15) riagganciando il treno salvezza con Casteggio e Meda (22) Sedriano (25) e Lentatese (26 punti, in dodicesima posizione che vorrebbe dire salvezza). Per Raza non c’è però tempo di convenevoli: mercoledì si torna in campo e la sfida casalinga alla Rhodense, seconda forza del campionato, appare proibitiva. Ma…
“Siamo sicuramente più fiduciosi di settimana scorsa – commenta Raza –. Ieri è andata bene sotto tanti punti di vista, a cominciare dal risultato che era la cosa più importante. Ho però avuto risposte anche a livello di prestazione, ho visto i ragazzi mettere in campo qualcosa di veramente importante ed era proprio questa reazione che mi aspettavo. Le premesse c’erano, ma è solo il campo a dire la verità e dobbiamo continuare a fargliela dire, perché altrimenti la vittoria di ieri non servirà a nulla”.
Focus totale sulla Rhodense: “Se guardiamo ai valori in gioco non c’è partita, anche perché ho parecchi infortuni e Oldrini, espulso ieri, si è aggiunto alla lista degli assenti. Di fatto non ho attaccanti, ma vedremo di inventarci qualcosa”. La testa del tecnico è però orientata ad un unico pensiero: la salvezza. “Ho ritrovato una squadra scarica e con il morale a terra – conclude Raza – ma ho piena fiducia nel valore di questi ragazzi. Una prima risposta c’è stata, ma come ho detto non abbiamo fatto nulla: dobbiamo solo pedalare più degli altri da qui alla fine, senza pensare a moduli o a quant’altro. Pedalare, pedalare e pedalare”.
Matteo Carraro