
E’ iniziato il corso della Pallacanestro Varese 3.0 di questa stagione. Arrivati ormai ben oltre la metà di febbraio i biancorossi stanno vivendo la seconda rivoluzione della stagione che porterà ad una terza immagine della squadra in campo il 2 marzo a Trapani.
Una rivoluzione che passa, in maniera inevitabile, dall’avvento di coach Kastritis e dei suoi metodi di lavoro, diversi sotto diversi aspetti da quello che era stato il mantra e l’approccio fino ad oggi in casa biancorossa negli ultimi due anni.
Una delle prime mosse del coach greco è stata quella di valutare e capire con quali uomini “andare in battaglia” in queste ultime partite di campionato che devono, per forza di cose, consegnare la salvezza (tutt’altro che scontata) alla Pallacanestro Varese: un’analisi che ha portato all’esclusione dagli allenamenti di Sykes e Johnson, presentatisi colpevolmente in ritardo alla ripartenza degli allenamenti ed anche per questo, messi al margine del progetto biancorosso.
Su Sykes il piano è alquanto chiaro: l’uomo che avrebbe dovuto salvare Varese dopo l’addio di Mannion si è dimostrato inadeguato al contento ed al momento biancorosso sotto un punto di vista non solo fisico, quanto mentale. Non a caso, la prima mossa dopo l’arrivo di coach Kastritis (ma ben ragionata dalla società già prima della gara persa in casa con Trento) è stato l’arrivo di un play/guardia nuovo di spessore a cui dare in mano le chiavi della squadra come Mitrou-Long.
Per un Sykes in uscita c’è invece un Bradford che per caratteristiche atipiche rispetto al resto degli esterni biancorossi (soprattutto a livello di tenuta fisica e di propensione difensiva) dovrebbe rimanere nei ranghi anche dopo il termine del suo contratto, fissato per la fine di febbraio, con Kastritis che si ritroverebbe così un esterno duttile da poter far girare su più ruoli, in un pacchetto che andrà a completarsi con Hands e Librizzi.
Detto Sykes, l’altro giocatore messo ai margini e che non si sta allenando con la squadra è Nino Johnson: tornato a Varese con grandi speranze di tutta la piazza, il numero 92 finora non ha dato il contributo sperato, tolta qualche prova qua e là nelle quali ha dimostrato quanto il suo impatto possa essere determinante per le sorti della squadra (vedasi la vittoria con Bologna o quella contro Sassari).
Lo screzio con Hands a Pistoia e qualche atteggiamento non certo da leader, oltre il ritardo al rientro agli allenamenti, hanno portato a questa scelta (che non pare temporanea) di metterlo ai margini del progetto, anche in ossequio ad una ricerca sul mercato di un giocatore più strutturato per reggere l’urto sotto le plance.
Qui rientra l’ennesima riflessione biancorossa: se si dovesse trovare un 4 di ruolo (ennesimo passo contro la filosofia delle ultime stagioni) a lasciare posto sarebbe proprio Nino, viceversa, nel caso in cui Varese trovasse la giusta occasione per un 5 da affiancare a Tyus sarebbe Kao a rientrare nella girandola della rivoluzione varesina, per una Pallacanestro Varese 3.0 che si sta costruendo al Campus e che non ha tanto tempo per definirsi in vista della ripartenza del campionato.
Alessandro Burin
Foto Ossola