
“Ah se fosse arrivato prima Kastritis chissà dove saremmo ora“. Questo è il commento più presente tra il pubblico di Masnago dopo la vittoria per 85-80 della Pallacanestro Varese su Trieste che congeda i biancorossi dall’Itelyum Arena per questa stagione. Un successo che permette alla truppa biancorossa di salire a quota 20 punti e di avere la possibilità, così, di chiudere al dodicesimo posto, che sarebbe il miglior risultato degli ultimi anni (testimonianza della dimensione attuale del club) insieme a quello della stagione degli “Immarcabili”, viziata dalla pesantissima penalizzazione per il caso Tepic.
E non sarebbe nemmeno un caso se questa vittoria regalasse proprio quell’obiettivo che centrò la squadra guidata da Arcieri, Brase, Ross, Brown, Reyes e compagnia cantante, che, insieme ad altri ex, ieri sera a Masnago erano pronti a prendersi la scena senza però fare i conti con lui: Ioannis Kastritis, l’uomo venuto da Salonicco per cambiare il destino della Pallacanestro Varese.
Era stato chiaro nella conferenza stampa pre partita a diretta domanda sulla presenza di tanti ex in occasione del match contro i giuliani, dicendo: “Non so nulla, a me interessa la partita della mia squadra che dovrà essere seria e attenta“, il riassunto molto spiccio delle sue parole. Detto, fatto: un gruppo che ha saputo giocare divertendosi come aveva chiesto proprio il coach ma con grandissima applicazione e serietà, pur non avendo più obiettivi da inseguire.
E così la nuova immagine della Pallacanestro Varese in salsa ellenica trova la sua sublimazione in una serata in cui la prospettiva, le sensazioni e lo sguardo, più che al futuro, sembravano rivolte solo al passato, in un misto di rimpianto e rabbia per essersi lasciati sfuggire quello che poteva essere il proprio domani, ora con indosso la maglia di Trieste.
Per una sera questo è stato cancellato, la prospettiva è stata ribaltata, le sensazioni sono state quelle di una nuova via che ormai ha segnato il presente, indelebilmente, ed è pronta a tracciare un nuovo futuro ricco di speranza tra le mani e nella cultura del lavoro di coach Kastritis, ennesima dimostrazione di quanto, per una realtà come la Pallacanestro Varese attuale, la figura di un coach esperto, pronto e non legato alla logica statistica di una filosofia come quella del Moreyball, sia la scelta più logica e giusta per trovare quell’anima e quell’identità che è la Pallacanestro Varese in tutta la sua interezza.
La salvezza, quest’anno, era diventata tutt’altro che scontata ad un certo punto e con essa la prospettiva di un futuro sempre più nebuloso attaccato alla ricerca di un basket ad oggi lontanissimo da quello che può e deve essere la Pallacanestro Varese, da quello in cui sa identificarsi la sua gente: sudore, fatica, voglia di lottare su ogni pallone, difesa, difesa ed ancora difesa. Il mantra di Kastritis che ha cambiato la prospettiva, che ha ribaltato le sensazioni, battendo proprio quel Moreyball che ha minato il cammino biancorosso per due anni, che ha aperto nuove prospettive di grandezza e di sviluppo sportivo per la Pallacanestro Varese che si prepara a salutare il campionato, finalmente, con la certezza di avere una continuità nel prossimo futuro che ha il nome ed il cognome di una garanzia: Ioannis Kastritis.
Alessandro Burin